Ogni volta che vedo un film oppure uno spettacolo teatrale, sono sedotta dalla musica, dalla colonna sonora. Ricordo il meraviglioso spettacolo di Fabio Frizzi al Golden nel quale ha ripercorso i temi scritti con Tempera e altri colleghi come per esempio quello per Febbre da cavallo o per Fantozzi. Ho una curiosità immensa verso questo argomento e ho la fortuna di poter intervistare il musicista e compositore Eugenio Tassitano, il quale mi ha incantato a teatro con le sue musiche meravigliose.
V'invito a leggere l'intervista che mi ha gentilmente concesso, per emozionarvi come è accaduto a me mentre leggevo le sue risposte!
Tania Croce) La musica valorizza e rende riconoscibili i film, decretando in alcuni casi il loro successo, un esempio fra tutti può essere Ennio Morricone nei film di Sergio Leone e non solo. Le colonne sonore diventano una sorta di preghiera in grado di riconciliarci con le nostre inquietudini. Ne ho tante a cuore e vorrei chiederti per un musicista italiano e compositore oggi, cosa è cambiato e quanto l’aspetto musicale debba rispecchiare i nostri tempi?
Eugenio Tassitano) Certamente il sodalizio Morricone-Leone è un modello che ha dato vita a momenti filmico-musicali straordinari. In questi casi la colonna sonora assolve la sua funzione più alta, ovvero entrare nella psicologia dei personaggi creando nel pubblico un processo di identificazione ed empatia. Visto che parli di "preghiera" musicale, penso all'arrivo alla stazione di Jill (Claudia Cardinale), in "C'era una volta il West". Quando Jill guarda l'orologio della stazione tutti i rumori di ambiente si placano e subentra la musica di Morricone; in quel momento siamo nella mente di Jill e la musica, grazie anche all'indimenticabile voce di Edda Dell'Orso, esprime la sua delusione (perché nessuno è venuto ad accoglierla) e il timore che i suoi sogni possano infrangersi. Ma poi Leone, proseguendo a filmare senza stacchi, fa salire la macchina da presa verso l'orizzonte mentre la musica di Morricone illumina la scena con un'abbagliante melodia dei violini: ci vogliono comunicare che c'è sempre una speranza. Per me questo è grande cinema, trasmettere messaggi e sensazioni al pubblico grazie alla sola forza della musica e delle immagini.
Su cosa è cambiato per noi compositori posso dirti che oggi c'è una concorrenza spietata perché grazie alle nuove tecnologie è più facile fare musica o trovarla sul web. Di conseguenza il compositore di oggi deve essere molto competente, deve dimostrare di avere qualcosa di unico e originale da proporre, altrimenti i registi preferiranno rivolgersi ad altri oppure sceglieranno di usare soltanto brani di repertorio.
La musica di un compositore deve rispecchiare i tempi in cui vive e deve colpire il cuore dello spettatore. Oggi la gente ha poco tempo per l'ascolto, per questo motivo cerco sempre di realizzare un brano emotivamente intenso. Naturalmente questo non significa fare musica troppo semplice. Ci sono musiche tecnicamente complesse che sono diventate molto popolari (penso ad esempio alla musica dei titoli di testa di "Psycho", usata persino come sigla di trasmissioni tv).
Tania Croce) Hai composto diverse colonne sonore oltre alle musiche di moltissimi spettacoli teatrali per cui hai ricevuto preziosi riconoscimenti. Me ne vuoi parlare?
Eugenio Tassitano) Una delle mie poche certezze è che non si compone per ottenere un riconoscimento, ma per un'esigenza interiore. La scrittura musicale è un modo per liberare le nostre emozioni. Detto ciò, il riconoscimento per me è stato fondamentale per acquisire fiducia in me stesso e in quello che faccio. Le soddisfazioni più inattese accadono quando persone sconosciute si complimentano con me o quando un attore mi dice che la mia musica ha aiutato la sua performance. Infine, quando sono chiamato di nuovo da un regista o da un produttore per un progetto futuro, in quel momento ho la certezza che la mia musica è stata veramente apprezzata. Recentemente ho realizzato le musiche aggiunte per il film "The Poison Rose" (regia di F. Cinquemani, G. Gallo e L. Giliberto) che ha vinto il premio per la miglior regia al Terra di Siena Film Festival. Ne sono stato molto felice perché quando si premiano i registi vuol dire che hanno saputo trarre il meglio dai loro collaboratori.
Tania Croce) Quando scrivi o meglio componi, hai bisogno di eclissarti oppure?
Eugenio Tassitano) La composizione è un'attività che richiede enorme concentrazione, quindi non può che essere un lavoro solitario. I tempi di realizzazione delle musiche per un film o per uno spettacolo teatrale di solito sono molto stretti, perciò non ci possono essere distrazioni, bisogna essere veloci e quasi infallibili, perché potrebbe mancare il tempo per sostituire un brano se non funziona.
Tania Croce) A chi t’ispiri?
Eugenio Tassitano) Tutto ciò che ascolto è una fonte di ispirazione e ascolto veramente tutto, principalmente i grandi compositori classici e contemporanei e i grandi autori di colonne sonore, sono cresciuto con i grandi del rock e della musica elettronica, adoro la musica etnica di tutti i paesi, ascolto persino un po' della tanto criticata "trap", insomma sono troppo curioso per trascurare qualcosa. Un compositore di musica applicata al teatro e al cinema non deve avere alcun pregiudizio e deve essere molto versatile perché potrebbero commissionargli qualsiasi tipo di musica.
Tania Croce) Pensi sia indispensabile studiare oppure il talento viaggia su di un binario differente rispetto alla preparazione culturale?
Eugenio Tassitano) Il talento è una condizione necessaria ma non sufficiente. I compositori devono anche essere persone capaci di amare, altrimenti scriverebbero una musica fredda e incolore. Partendo dal talento e dai sentimenti, il compositore, come tutti i professionisti, deve studiare e aggiornarsi. Nel campo della musica applicata poi non ci si può improvvisare, bisogna acquisire delle conoscenze specifiche come la grammatica filmica, le tecniche compositive e come applicarle alla drammaturgia e alle immagini. Insomma, se si vogliono raggiungere risultati di alto livello servono anni di studio con insegnanti preparati, insegnanti che lavorano regolarmente nel cinema e nel teatro, ed esperienze formative sul campo. Volendo fare due esempi importanti, Nino Rota e John Williams non hanno certo scritto i loro capolavori per caso, al contrario, hanno scritto musica immortale grazie ad anni di studio che hanno messo al servizio del loro talento e della loro intelligenza emotiva.
Vorrei riportare il messaggio ricevuto da Eugenio alla fine dell'intervista:
"Ti ringrazio per queste domande così stimolanti,
mi ha fatto molto piacere parlare con te. Un caro saluto a tutti i lettori di
Pennadoro!"
di Tania Croce