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Marco Rossi, un maresciallo dei Carabinieri ne "La farfalla impazzita". L'intervista

 Marco Rossi in arte Angelo Targhini, rappresenta l'Arma dei Carabinieri nel film su Raiplay "La farfalla impazzita" imperniato sulla testimonianza di Giulia Spizzichino, utile per condannare all'ergastolo l'ex ufficiale nazista Eric Priebke, esecutore dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, dove Giulia perse sette dei suoi cari.

Ho pensato di conoscere le sue impressioni sul film, perché come sempre Marco mi racconta cose interessantissime sul suo lavoro nel mondo del cinema.

L'intervista


Questa volta caro Marco, rappresenti l'Arma. Come si vede alla fine del film nelle scene reali del processo, sei nella scorta di Priebke. Cos'hai provato?

Non è stato semplice sentire quei racconti.
Sai, io spesso interpreto ruoli crudi e spesso cattivi.
Era la prima volta per me interpretare un maresciallo dell'Arma dei Carabinieri.
Molto emozionante. Bisogna farsi trovare sempre pronto!

Tra gli attori del cast, quale ti ha entusiasmato maggiormente?

Guarda, Wertmuller mi affascina ogni volta che lo incontro, forse sarà per quel viso imponente.
Poi tu lo sai, viene dal teatro, quindi, tanta roba.
Anche Elena Sofia Ricci suscita la mia ammirazione.
Trovo "La farfalla impazzita" sia un film bellissimo, profondo e riflessivo.
Poi alcune scene sono girate proprio nella mia città: Tivoli!

Wow non lo sapevo!
Dimmi dimmi cosa stai preparando per il futuro?

Sto aspettando delle pose per "Rocco Schiavone" dove interpreterò il ruolo di un falegname strambo e un monologo teatrale sul caffè di Eduardo, tratto da "Questi fantasmi".

Raccontami il tuo 2024?
 
E' stato un anno importante perché sono riuscito a interpretare La Livella di Totò in un videoclip.

Parlare con Marco è sempre un piacere, soprattutto perché è un uomo pieno di curiosità e umiltà, gli ingredienti di successo, quelli che dosa sia nel lavoro che nella sua cucina, sfornando piatti davvero squisiti.

A teatro con Luca Attadia. L'intervista

Sono trascorsi precisamente 10 anni (gennaio 2015/gennaio 2025) da quando l'ho apprezzato per la prima volta a teatro e questo giovane talento ne ha fatta di strada.

Sto parlando di Luca Attadia che mi sorprese per la sua irresistibile comicità al Festival dei Nuovi Tragici al Teatro Lo Spazio di Roma.  
L'ho ammirato al cinema nel film Gli anni belli e sono curiosa di rivederlo nella commedia "La ciliegina sulla torta" di Diego Ruiz con Edy Angelillo, Blas Roca Rey e Milena Miconi in scena al Teatro Manzoni di Roma dal 30 gennaio al 16 febbraio 2025.


                                                        In scena con "La ciliegina sulla torta"


L'intervista

Ciao Luca, che piacere rivederti in teatro nella commedia del bravissimo Diego Ruiz, che sa parlare d'amore e di equivoci, come pochi nel panorama teatrale dei nostri tempi.
Ebbene, ne "La ciliegina sulla torta", immagino tu sia il giovane innamorato di una donna matura da presentare ai genitori. 

Come ti sei preparato per questo ruolo e a chi ti sei ispirato?


Che piacere ritrovarti, cara Tania. 
Sono felicissimo di recitare e divertirmi in questo gioiellino esplosivo scritto e diretto da Diego Ruiz, con dei compagni di scena semplicemente perfetti. Una commedia leggera e sincera che tocca tematiche e dinamiche comuni, ma significative e profonde, il tutto si svolge nella meravigliosa e accogliente scenografia che reca la firma di Mauro Paradiso.
Il testo è scritto davvero splendidamente, quindi il corso dello studio e della ricerca del mio personaggio è stato molto fluido e spontaneo, anche grazie alle idee e indicazioni chiare del regista.
Tommy è un ragazzo dolce ma tenace, comprensivo, intelligente, rispettoso degli altri e di se stesso e proprio il rispetto verso noi stessi e verso le nostre inclinazioni risulta un elemento troppo spesso sottovalutato ma fondamentale per il pieno sviluppo di ogni persona e personalità. Tommaso lotta per i suoi sentimenti anche con il rischio talvolta di scontrarsi col pensiero di chi gli vuole bene e che per proteggerlo cerca di deviare le sue idee, come ad esempio sua mamma che non riesce proprio a digerire qualsiasi tipo di cambiamento, pretendendo di avere il controllo su tutto e sfociando quasi nella manipolazione dei suoi cari, perdendo inevitabilmente il contatto con loro stessi.
Il mio Tommy quindi può essere da esempio persino per sua mamma Giulia (Edy Angelillo), l’avvocatessa migliore di Roma definita dal marito Filippo (Blas Roca Rey) “spietata, cinica, praticamente un serial killer senza pistola”, che non riesce ad accettare nemmeno una fidanzata per il figlio, considerata una distrazione per i suoi studi negli U.S.A. e per l’ambizione di diventare un importante avvocato come lei, figuriamoci una fidanzata molto più grande di lui, Cherry (Milena Miconi), precisamente della stessa età di mamma Giulia.
Se proprio devo nominare un personaggio che mi ha dato ispirazione, dico Ted Mosby, protagonista dell'adorabile e frizzante serie How I Met Your Mother, che proprio come Tommy porta avanti appassionatamente le ragioni del suo cuore fregandosene delle difficoltà, avendo sempre chiaro in mente ciò che desidera. Insomma ha il coraggio di fare una scelta, difenderla e portarla avanti.


Lo spettacolo teatrale consente il contatto con il pubblico, credo sia per un attore la cosa più emozionante e gratificante al momento degli applausi sia durante che alla fine della rappresentazione, quanto ti piace tutto ciò e quanto temi l'intelligenza artificiale possa allontanarci dalla realtà?


Mi piace raccontare che il mio primo bacio non l'ho dato alla mia prima incantevole ragazza, ma al pubblico la prima volta in cui da piccolo sono salito su un palcoscenico.
Ancora ricordo nitidamente quella sensazione di vibrazione delle emozioni che esplodono nell’anima sopra a quelle tavole magiche, in un necessario, appassionante ed empatico scambio di energia con la gente presente, in quel caso grazie a dei monologhi colorati dalle mie amate imitazioni e canzoni.
Un inspiegabile turbinio di emozioni che cerco di ritrovare e risentire ogni volta che sono in scena o su un set. Insomma, quel turbinio è la mia stella cometa.
È un mondo in continua evoluzione e va talvolta stranamente troppo veloce, ma non bisogna spaventarsi delle novità, piuttosto studiarle e incanalarle al meglio. Dipende tutto da come utilizziamo le risorse a nostra disposizione. L'intelligenza artificiale è una svolta epocale in tutti i settori e potrebbe rivoluzionare e migliorare nettamente per esempio campi come quello medico e scientifico.
In campo artistico un po' di strizza potrebbe esserci, dato che, per dirne una, si riesce ormai a riprodurre fedelmente le voci di chiunque, rendendo obsolete le mie care imitazioni che hanno segnato i miei inizi. Ma tranquilla Tania, le imitazioni che faccio io sfiorano la perfezione e non potrebbero mai essere raggiunte nemmeno dall'intelligenza artificiale. A parte gli scherzi, è un argomento delicato ma a mio avviso il mistero, la magia, l'umanità e l'autenticità dell'arte in generale che sia recitazione, musica, pittura, scultura ecc. non potranno essere riprodotte o sostituite da nessuna macchina o cervello artificiale.
Sono cresciuto in un ambiente familiare (a cui devo tutto) molto stimolante anche a livello artistico, con mio padre Pietro meraviglioso musicista e pittore, mio fratello Emanuele pittore di puro e cristallino talento e mia madre Rosanna che mi ha avvicinato al teatro con le sue sapienti e dettagliate regie degli spettacoli teatrali scolastici coi suoi piccoli allievi. Perciò sono stato educato a guardare le cose da tanti punti di vista e il mio augurio è quello di potermi nutrire di tutte le diverse e vitali emozioni che questi mondi artistici riescono a regalare intrecciandosi nelle loro incantevoli diversità, senza farmi intorpidire dal tutto e subito verso cui sta andando questa società anche con l’aiuto dell’AI, prediligendo la faticosa ma appagante ricerca della bellezza.
Il teatro ad esempio esiste da sempre e vivrà per sempre, così come quel turbinio di emozioni che citavo prima.


Ti va di parlarmi dei tuoi futuri progetti teatrali e cinematografici?

Dal 20 marzo uscirà al cinema “U.S. Palmese” dei Manetti Bros in cui interpreto Ninuzzo Cangemi, il capitano della squadra semi-dilettantistica dell’ U.S. Palmese che ospiterà in squadra un super campione di Serie A grazie a un’intuizione geniale di un anziano appassionato tifoso del paese interpretato dal divertentissimo Rocco Papaleo. Un cast e un set eccezionali. Desideravo da sempre poter recitare e giocare a calcio in uno stesso film e grazie a questa pellicola sono riuscito ad esaudire questo desiderio per circa 2 mesi di riprese nella bellissima Palmi. 
Il film è stato presentato in anteprima assoluta al Festival Internazionale del Cinema di Roma riscuotendo un grande successo in sala e proprio in questi giorni sarà presentato anche al prestigioso Festival Internazionale di Rotterdam. Un film che arriva al cuore con bontà, freschezza e determinazione.
Nei prossimi mesi sarò in altre due pellicole, questa volta indipendenti, di due talentuosi giovani registi. “Succede in una notte” in cui sarà presente soltanto la mia voce e “Cani” di Matteo Esposito in cui interpreto il responsabile e portavoce di una comunità di tossicodipendenti.
Per il resto, qualcosa si intravede e qualcos'altro inizia a definirsi, ma temo di essermi dilungato troppo, pertanto chi vivrà vedrà, fiducioso che il meglio debba ancora venire!
D'altronde, come sai, quella degli attori è una vita di interminabili attese e strabilianti incertezze.
Ti ringrazio tanto per la tua solita gentilezza! 
Ci vediamo a teatro!

Candida sconfigge il bullismo in "Bene ma non benissimo" - L'intervista a Francesca Giordano

Il tema del bullismo è al centro di questioni scolastiche ed extrascolastiche.

Il cinema ha il potere e la missione di essere lo specchio dei tempi e nel momento in cui riusciamo a riconoscerci nella storia raccontata, sentiamo l'attore vicino a noi; Questo mi è accaduto vedendo il film "Bene ma non benissimo" e avendo avuto a che fare con il bullismo nella fase adolescenziale, ho riflettuto molto su questa piaga sociale che tuttora tormenta molti giovani indifesi e le loro famiglie.
Ho incontrato la protagonista del film sopra citato, la giovanissima Francesca Giordano e sarà un piacere condividere l'intervista che mi ha gentilmente concesso.

Sarà un modo per conoscere il punto di vista dell'attrice e della studentessa siciliana, un'interprete davvero deliziosa e nuova nel panorama cinematografico italiano.


L'intervista di Tania Croce

Con Candida, il tuo bel personaggio, i bulli da ostili, diventano addirittura tuoi amici. Pensi nel mondo reale sia possibile ciò e in che modo?

Sì, secondo me è possibile e proprio come ha fatto Candida, bisogna reagire e sfidarli.

Quanto ti somiglia Candida?

Candida mi somiglia tanto, è tenera e cazzuta e non si lascia scoraggiare da niente e da nessuno!

Il messaggio pedagogico ed educativo del film è evidente. Che consiglio ti senti di dare ai giovani, ai tuoi coetanei bullizzati per provare a difendersi?

Mi sento di dire che è importante reagire e soprattutto parlarne con qualcuno vicino a noi (professore, amico, parente) può essere d'aiuto!

 Com'è stato lavorare con Mandelli e con i tuoi colleghi?

Lavorare con Francesco Mandelli, è stato a dir poco meraviglioso.. mi è stato vicino e mi ha aiutato tantissimo, siamo entrati subito in sintonia, per non parlare di tutto il resto del cast con cui ho legato sin dal primo giorno, infatti lavorare al film non è stato solo bello, ma anche tanto divertente!

Ho amato molto anche la storia di un padre con sua figlia, entrambi costretti a trasferirsi a Torino, anche con tuo papà hai un rapporto così speciale?

Con il mio papà di scena (Rosario Terranova), è stato amore a prima vista... neanche un’ora dopo esserci conosciuti, eravamo già seduti al bar a mangiarci una brioches con il gelato da ottimi palermitani; Con il mio vero papà ho un rapporto bellissimo, anche lui è pronto a sostenermi in ogni circostanza.
A differenza di Candida, ho la fortuna di avere anche la mia mamma accanto!

Parlami dei tuoi prossimi progetti.

Non ho ancora progetti concreti, mi piacerebbe continuare nell’ ambito cinematografico, nel frattempo ho fatto altre piccole cose.
Da poco sto seguendo un corso teatrale.

Che bella intervista mi ha rilasciato Francesca Giordano, una stella nascente del cinema.

Vi suggerisco di vedere il film su Amazon Prime!
 
Vi si aprirà un mondo di riflessioni e di bellezza!



A teatro con Marco Rossi in veste di regista. L'intervista


Quando desidero parlare di teatro, cinema e arte, Marco Rossi soddisfa la mia curiosità e la mia sete di conoscenza. 

Intervista di Tania Croce

Marco alias Angelo Targhini, il carbonaro condannato a morte e decapitato a Piazza del Popolo da Mastro Titta, è Franco Evangelisti nel film diretto da Marco Bellocchio Esterno notte sul caso Moro recentemente al cinema e che non vedo l'ora di seguire in tv.


Nei panni del politico e dirigente sportivo italiano Franco Evangelisti ci fu Flavio Bucci ne Il Divo di Paolo Sorrentino.
Mi vuoi parlare della tua esperienza con Bellocchio, un Maestro del cinema italiano?


Ciao carissima, rilasciarti un' intervista per me è sempre un onore. Tu mi segui dai tempi del Teatro Sette dove ho mosso i miei primi passi. Che dire, interpretare Franco Evangelisti sul film Esterno Notte di Marco Bellocchio è stato un onore anche se era un piccolo ruolo. Ma sai lavorare con un grande cast da Tony Servillo a Margherita Buy, per non dimenticare Fabrizio Gifuni alias Aldo Moro ecc. è stato emozionante! Con Bellocchio avevo già lavorato nel film Il Traditore dove interpretavo un  poliziotto. Tornando a Esterno Notte, mi sono trovato benissimo nel personaggio, il Maestro mi ha dato indicazioni sul set, poi come hai detto tu, un grande come Flavio Bucci interpretò Franco Evangelisti... meglio di così. 

Ti barcameni tra cinema e teatro non solo come attore. E' la tua prima volta da regista. Ti va di parlarmene?

Sai io sono un comico anche se spesso mi propongono ruoli crudi e duri. Mi piace far sorridere il pubblico.  Ma come diceva il grande Peppino de Filippo "Far piangere  è  meno difficile che far ridere". Per questo  teatralmente  parlando, preferisco il genere farsesco.


La parola Regista è bella grande, troppo buona. Sto seguendo  da qualche mese la compagnia teatrale della mia città, la Compagnia Città di Tivoli con la pièce Sarto per signora di Feydeau. 
Voglio dedicarmi a questo progetto con il massimo impegno perché quando prendo un impegno ci credo fino in fondo, e naturalmente il gruppo ha delle potenzialità. Però il tutto con divertimento, voglia di crescere e umiltà al servizio del pubblico.  Perché siamo servitori del pubblico.  


Dopo essere stato il serial killer Gianfranco Stevanin nel documentario di Cristian Di Mattia, con Maria Grazia Soraci e Carola Santopaolo, e aver preso parte a film e fiction di successo come Il Commissario Rex con Ettore Bassi, Non essere cattivo l'ultimo film di Claudio Caligari prodotto da Valerio Mastandrea con Luca Marinelli e Alessandro Borghi, quale altro sogno desideri realizzare?

Il sogno? Ma credimi io sono già felice così, mi diverto. Sai io sono un maestro decoratore da circa 35 anni è il mio primo lavoro. Quindi se oggi sono a dipingere a casa di una vecchietta e ci facciamo anche due spaghetti,  domani sono di scena o al trucco e per me è tanto.

Quindi per me quello che viene è tutto un sogno!

Grazie per le tue bellissime parole Marco, alla prossima intervista e tanta merda per la tua prima regia teatrale a Tivoli!


A teatro con Carlo Cianfarini L' intervista


 A teatro con Carlo Cianfarini


"In due” lo spettacolo di Carlangelo Scillamà Chiarandà con la regia di Carlo Cianfarini e con Antonio D'Onofrio, Paolo Polvanesi, Rosanna Savastano, Raluca Boca e la scenografia di Angelo Larocca che ha debuttato con successo e che torna nelle serate del 23 e 24 giugno prossimo nella Rassegna Libero Teatro a Tor Bella Monaca, affronta temi sempre attuali come lo sfratto, la crisi coniugale e il divario generazionale, per finire, il rapporto con il vicinato, limitato in una società individualista come la nostra. 

Ce ne parla il regista nell'intervista gentilmente concessa per conoscere il suo punto di vista e invitarci a tornare a teatro.

L'intervista di Tania Croce


Questo testo mi ricorda lo spessore di una commedia di Aristofane in chiave contemporanea, di condanna ma con delle soluzioni e un deus ex machina giunto per salvare tutto e per salvarci.

Ci puoi svelare chi sarà il Salvatore o l’evento salvifico in questa pièce?


La prima impressione che si ha, vedendo la commedia, è che il deus ex machina, sia il personaggio che riveste i panni dello sceneggiatore, il quale, intento a scrivere la trama della sua fiction con fare indolente e maldestro, sembra risolvere i problemi degli altri tre. Ma come spesso avviene, la salvezza arriva da sé, inaspettatamente e in tutt’altro modo, poiché l’evento salvifico si nasconde nelle molteplici varianti della vita.


Come si sta adattando il teatro ai tempi del covid, essendo un’esperienza di condivisione collettiva limitata da dispositivi di protezione personale indispensabili come le mascherine sul volto ancora necessari nei luoghi al chiuso?

 

 Il teatro ha superato periodi bui: inquisizioni, guerre, pestilenze ed ogni volta si è rigenerato, raccontando la nostra fragilità e la nostra forza.


Se potessi esprimere un desiderio come regista e come uomo di teatro quale  vorresti vedere esaudito?


   Se dovessi esprimere un desiderio, chiederei alle istituzioni di non aiutarci economicamente, ma di costruire teatri, liberarci dalla burocrazia e renderci più liberi nello svolgimento delle nostre attività. Il teatro è un’idea che rende l’uomo consapevole di vivere una magia.



Il teatro è un’ arte che ha subito secoli di crisi, ostilità, oggi l’uomo ha bisogno del teatro e perché?


  Oggi vedo un gran fermento che spinge la gente verso il teatro, forse per amicizia o per conoscenza, ma vengono e riempiono la sala e poi ci ringraziano per avergli fatto passare una serata piacevole e diversa dalle altre e noi ci stupiamo come bambini


Se dovessi scrivere una frase per invitare il pubblico  a vedere il vostro spettacolo, cosa scriveresti?


Vorrei esortare la gente a uscire di casa e andare a teatro, prometto che farà, loro, molto bene.


Non ci resta che scoprire questa storia a teatro per condividere ed emozionarci!!

A teatro con Annabella Calabrese. L'intervista

Dopo la vittoria del “Premio Teatro de’ Servi” nell’ambito della rassegna “Roma Comic Off 2019”, torna in scena dal 20 gennaio al 6 febbraio 2022 al Teatro de’ Servi, la pièce CTRL Z-INDIETRO DI UNA MOSSA, una commedia innovativa e attualissima scritta e diretta da Annabella Calabrese e Daniele Esposito.

Clara è una giovane donna, forte e indipendente. Il suo desiderio più grande è diventare una fotografa di guerra, ma nessuna redazione vuole assumerla. Per questo è costretta a sbarcare il lunario fotografando matrimoni assieme al suo compagno Jacopo, un videomaker con uno strambo sogno nel cassetto: quello di realizzare un documentario sui sogni degli anziani.

Siamo curiosi di conoscere i particolari di questo spettacolo con l'attrice e autrice Annabella Calabrese nell'intervista che mi ha concesso.

Siete curiosi? Io moltissimo!!!

L'intervista di Tania Croce 

Annabella è Clara, una fotografa di matrimoni, innamorata e ricambiata da Jacopo, regista ispirato e finito a fare filmini per battesimi e comunioni. Nella vita non capitano le cose esattamente come noi ci aspettavamo, ma la speranza può condurci a superare i limiti di quella realtà alla quale si finisce per rassegnarsi. Il tuo personaggio riesce a spiccare il volo e se sì in che modo, ce ne vuoi parlare?

Cara Tania sono d’accordo con te… spesso nella vita le cose non vanno esattamente come ci aspettiamo e rimaniamo incastrati in una realtà diversa dai nostri desideri… Ed è quello che succede a Clara, la protagonista di “CTRL Z - INDIETRO DI UNA MOSSA”, che nella vita è così abituata a rassegnarsi e a fare quello che vogliono gli altri da non sapere più cosa vuole veramente… Quanti di noi hanno vissuto questa situazione? Credo che siano tanti ad identificarsi con la nostra protagonista.
Ma ogni eroina ha un aiutante magico e così accade anche per Clara, perché proprio quando pensa di essere rimasta incastrata nella scelta più sbagliata di tutte un incidente dá vita al suo computer Pinuccio, un vecchio pc con qualche rotella fuori posto che le dona il potere di tornare indietro di una scelta nella realtà premendo i tasti Ctrl z sulla sua tastiera! Questo farà capire a Clara quanto sia importante il valore di ogni singola scelta nella vita e, senza spoiler per il finale, la aiuterà come tu dici a “spiccare il volo”.

Annabella è anche un' attrice cinematografica oltre che teatrale, siamo curiosi di sapere qual è il contesto a te più congeniale?

Amo il cinema e il teatro allo stesso modo. Diciamo che con il teatro siamo vecchi amanti… Il mio primo spettacolo risale a quando avevo appena quattordici anni… A teatro mi sento a casa, amo sentire le reazioni del pubblico, i battiti del loro cuore…
Purtroppo dopo la pandemia le cose sono molto cambiate ed è difficile portare la gente a Teatro anche in spazi importanti e affermati… Ma il nostro spettacolo parla di non arrendersi e la nostra compagnia è composta interamente da sognatori… Quindi eccoci qui! 
Il cinema invece è un’emozione diversa… Mentre a Teatro è importante il rapporto con il pubblico, a Cinema quello che ti rimane più impresso è chi lavora per te e attorno a te. Sono davvero tantissimi i ruoli che contribuiscono alla riuscita di un film e un buon attore non può prescindere da questo a mio parere, partendo dal regista (ovviamente indispensabile) ma passando anche a figure meno conosciute come per esempio un assistente di produzione che può svoltarti una giornata di lavoro! 
Credo che sia il cinema che il teatro abbiamo qualcosa in comune: nascono “dall’unione di anime gentili” (come direbbe Shakespeare).

Come canta Cremonini nel suo famoso pezzo, cosa ti aspetti dal domani?

Se devo essere sincera non lo so. Gli avvenimenti di cronaca degli ultimi anni ci hanno tolto qualsiasi certezza quindi il mio desiderio è semplice: continuare a fare quello che amo di più, ovvero emozionare ed emozionarmi. La speranza non può morire e spero che la nostra società possa rialzarsi più forte di prima, rinascendo come una fenice dalle proprie ceneri.

Il debutto dello spettacolo Ctrl_z indietro di una mossa, di cui sei anche l'autrice oltre che interprete, si avvicina. Svelaci le tue più segrete emozioni al riguardo, magari chissà dopo le repliche al Tetro de' Servi di Roma tra i sogni c'è quello di trasformare questo spettacolo in un corto, oppure...

Effettivamente siamo tutti molto emozionati! Sia io che l’altro autore e regista Daniele Esposito (che nella vita è anche mio marito), ma anche i meravigliosi attori che condividono il palco con me e che si muovono spasmodicamente tra un Ctrl z e l’altro: Andrea Standardi, Giovanna Cappuccio (entrambi anche in produzione) e Anna Lisa Amodio. 
C’è tanta speranza dietro le quinte! Speranza che il pubblico superi la paura e torni a teatro! Speranza che non ci lascino soli! 
Rispetto al futuro di Ctrl z sicuramente ne verrebbe fuori un bellissimo film ma… chi vivrà vedrà!
L’importante, come dice il nostro Pinuccio in scena, è “ascoltare il proprio cuore, fare quello che si desidera veramente” perché solo così possiamo essere finalmente felici.

Non ci resta che cliccare su Ctrl, azzerare pensieri e preoccupazioni e entrare nel mondo dei personaggi dello spettacolo, comodamente seduti sulla poltrona di un teatro accogliente come quello de' Servi a Roma, dove i sogni diventano realtà nel breve e piacevole tempo di uno spettacolo.

                                                                  (Annabella Calabrese in foto)

A teatro con Andrea De Rosa. L'intervista

Torna in teatro un attore che ricordiamo non solo per il personaggio iconico di Massi nei due film cult diretti da Fausto Brizzi Notte prima degli esami e Notte prima degli esami oggi ma per aver descritto e rappresentato tanti personaggi simbolo della generazione Y o Millennial, ossia quella nata negli anni '80 e che ha intrapreso un viaggio nel cambiamento sia comunicativo che tecnologico.

Andrea ha scritto molto per il teatro, vorrei ricordare sia i monologhi Senza peli sulla lingua che Parzialmente stremato in scena al Teatro Petrolini che La mia generazione dalla A alla Z al Teatro dell'Angelo di Roma.

Ora scopriremo insieme il suo spettacolo in scena il 5 e 6 febbraio 2022 al Teatro Tor di Nona di Roma nell'intervista che mi ha gentilmente concesso.

L'intervista di Tania Croce

Il teatro è lo specchio dei tempi. Nel tuo nuovo spettacolo tra divari generazionali, contaminazioni virtuali e virali, cosa trasmetti attraverso il tuo personaggio? siamo curiosi di conoscere tutto su questa pièce teatrale. 

Il luogo è un Coffeeshop di Amsterdam, dove si incontrano una ragazza di trent'anni che fa la prostituta nelle "red lights" e un avvocato italiano in fuga dalla moglie, in cerca di un po' di "stordimento" dato dalla marijuana. Dopo avergli insegnato a girare i primi spinelli, lo convince a provare dei "tartufi magici" (ovvero "funghetti allucinogeni). L'effetto di quei tartufi, sono io: un uomo con la faccia bianca che si presenta come "Il Jolly" e che cerca di essere un po' la voce della sua coscienza, sbattendogli in faccia la realtà. Per poi fare lo stesso con la ragazza. Ma chi è veramente questo Jolly?!

Che storia affascinante! Wow Amsterdam, che scenario stupendo e Jolly, una specie di Joker... 

Quali reazioni ti aspetti dal pubblico in sala, mascherato e per certi versi impossibilitato ad esprimersi se non attraverso gli applausi?

Ovviamente la situazione è difficile... E il pubblico con le mascherine in faccia è molto limitante sia a livello visivo che sonoro, ma sono convinto che lo scambio di emozioni potrà avvenire comunque. Basta dare il massimo. E anche se ci riducessero la capienza della sala al 35% noi andremo comunque in scena. Perché "lo spettacolo deve andare avanti".

Raccontaci i progetti relativi a questo spettacolo e quelli futuri anche se le difficoltà del momento rendono il futuro un tempo sempre più distante.

 Per quanto riguarda me, porterò in scena Coffeeshop anche in altri posti nel Lazio. Ad aprile porterò in scena uno spettacolo nuovo, che sto finendo di scrivere in questi giorni. E a maggio un film per il cinema. Sul futuro in senso "pandemico" sono ottimista! Secondo me siamo abbastanza vicini ad una sorta di "normalizzazione".

Incrociando le dita 🤞

Siamo ottimisti anche noi come Andrea e ansiosi di applaudire sia lui che gli altri due protagonisti dello spettacolo attualissimo ed originale in scena al Teatro Tor di Nona.

Per info e prenotazioni 067004942 tordinonateatro1@gmail.com

Andrea De Rosa in foto

Vanessa Marini, tra le stelle del nostro cinema italiano. L'intervista

 Direttamente dal cast di "Ferie d'agosto" e di "Mangia prega ama", Vanessa Marini ci racconta le sue esperienze nel meraviglioso mondo del cinema.

Attrice per caso, Vanessa Marini interpreta un personaggio che lascia il segno nel meraviglioso film di Paolo Virzì "Ferie d'agosto". Sabrina è sognatrice, idealista, ama seguire il programma "Non è la Rai" come tutte noi, ama scoprire, provare nuove emozioni. Per caso ci siamo incontrate sul web e mi ha gentilmente concesso quest'intervista.

Intervista di Tania Croce

Il tuo grido appassionato alla fine del film "Ferie d'agosto", è il canto di una sirena ferita e delusa. Però accende sogni e speranze dello spettatore. Quanto c'è di tuo in quel personaggio e che ricordi hai di quell'esperienza che a distanza di anni continua a regalarci tanti batticuore?

In ogni ruolo che ho interpretato, mi sono sempre immedesimata nel personaggio a 365 gradi, ho sempre cercato di sentire sulla mia pelle cosa provava il tipo di personaggio che mi veniva assegnato. 
Nel caso di Sabrina Mazzalupi, le emozioni e le insicurezze  rispecchiavano e rispecchiano tutt'oggi le adolescenti alle prese con le prime "cotte" e le delusioni ricevute da questi amori non corrisposti. Poi Sabrina era una molto fragile infatti tenta di ammazzarsi, insicura per il suo aspetto, con il suo apparecchio fisso dove infatti c'è la scena sulla barca che dice ad Ivan: "Ci baciamo adesso?!" Lui tentenna e lei risponde: "Perché c'ho l'apparecchio?!" 
Far parte del grande cast di "Ferie d'agosto" è stato indimenticabile, siamo stati due mesi a Ventotene di quell'esperienza ho solo ricordi bellissimi e lavorare con Paolo Virzì che è un grande del cinema italiano, non servono parole per esprimere la grande emozione. C'era anche Francesco Bruni che insieme a Paolo si è occupato della sceneggiatura. Ho ricordi indimenticabile con tutti gli attori e vorrei citare Ennio Fantastichini e Piero Natoli che purtroppo ci hanno lasciato. Di loro mi ricordo che Ennio ad ogni persona che vedeva diceva: "Lei è mia figlia putativa", mentre Piero scherzava sempre con me sul fatto che anche lui non era corrisposto dalla moglie Marisa (Sabrina Ferilli)

Sei nel cast stellare di un altro film che ho amato più del libro. Sto parlando di "Mangia prega ama" di cui scrissi prima della sua uscita nel 2010. Ricordo molto bene la scena nel negozio dove hai recitato con Julia Roberts. Ti va di parlarmi delle emozioni legate a quel lavoro?

Mi ricordo ancora che quando mi telefonarono per dirmi che ero stata scelta per interpretare la parte insieme a Julia Roberts mi dissero: "Ti ha scelta proprio il regista Ryan Murphy, appena ti ha vista ha esclamato: Amy Winehouse! Voglio lei!!" 
Mentre giravo la scena insieme alla Roberts ancora non riuscivo a realizzare che era davanti a me per quanto era forte l'emozione. 

Quali sono i tuoi progetti attuali e futuri?

Ci farai ancora emozionare così?

Per il momento mi sto godendo un po' di relax in un paesino dell'Abruzzo, Rosciolo dove sono nati i miei genitori. Per i progetti futuri spero (visto che in tantissime persone mi lusingano per la mia interpretazione in Ferie D'agosto) di poter fare un ruolo in qualche film che vi emozioni ancora di più di quanto abbia fatto emozionare Sabrina Mazzalupi. 

Ce lo auguriamo e ti ringraziamo per le emozioni provate finora augurandoti nuove e straordinarie esperienze nel seducente mondo del cinema e buone vacanze Vanessa, è stato un vero piacere intervistarti!


Rosario Terranova, tra cinema, motori, ricordi e un luminoso futuro. L'intervista a un siciliano D.O.C.

 E' simpatico, solare, comunicativo, ma soprattutto siciliano Rosario Terranova, uno dei protagonisti del film "Bene ma non benissimo" nato da un'idea di Fabio Troiano e diretto da Francesco Mandelli, in programmazione su Sky Cinema dal 29 luglio 2021. 

Appena l'ho visto, ho trovato una certa somiglianza con l'attore francese Christian Clavier, che è Claude Verneuil, l'irresistibile padre geloso nella commedia "Non sposate le mie figlie".

Vorrei sapere chi è Rosario Terranova, quali sono le sue passioni, i suoi sogni nel cassetto e spero me lo voglia raccontare nell'intervista che mi ha gentilmente concesso.

L'intervista di Tania Croce

Nel film di Mandelli sei Salvo, il papà di Candida, con cui tenti l'avventura torinese, come tanti siciliani emigrati nella bella città di Torino. Ti sei sentito a tuo agio nei panni di un padre vedovo siciliano che, oltre a integrarsi, deve assistere ad atteggiamenti poco gentili nei confronti della propria unica figlia?

Beh, che dirti, se non grazie per i complimenti e per essere accomunato ad un grande attore francese, mi lusinghi Tania, sì… sono Siciliano, come cantava il grande Dalla. 
Felice che “Bene ma non benissimo” ti abbia emozionato, ho avuto il privilegio di poter raccontare questa bellissima storia, di interpretare la parte di un Padre, non essendo Papà nella Vita, ma avendo avuto la fortuna di essere stato figlio di un Padre meraviglioso, tutto è stato più semplice e con una figlia straordinaria quale Candida, magistralmente interpretata da Francesca Giordano. 

 In questa società dell'apparire, quanto conta l'essere per te?

Non mi piace apparire, ma essere e piacere, lasciare un ricordo di me dopo che mi hanno visto su di un Palco o dietro una macchina da presa, ma un bel ricordo, di un’emozione, di un sorriso.

 Cosa vorresti dire ai giovani?

Ai giovani vorrei dire di non smettere mai di sognare, di posare lo smartphone e rincorrere un aquilone, di salire su una vecchia giostra e di guardare ogni qual volta si sentono soli, Mary Poppins e cantare insieme a Lei. 

 Quale pensi sia il compito dell'attore oggi?

Il compito dell’attore? diventare quel personaggio, non interpretarlo, vivere e fare vivere quella storia, soffrire e gioire con lo spettatore e sentire il suono più bello del mondo… l’applauso!

Oltre alla recitazione, quali sono le tue passioni?

Il mio meraviglioso Papà, insieme alla Mia dolce Mamma, mi hanno lasciato libero di inseguire un sogno, nello stesso tempo mi ha trasmesso la sua grande passione per le Auto, per le Corse e così quando non si accendono i riflettori, si accendono i motori ed indosso tuta e casco.

Ci sono altri film in programma, me ne vuoi parlare?

Nel prossimo autunno sarò sul piccolo schermo nella nuova serie “Inchiostro contro piombo” dove verrà raccontata una Palermo degli Anni '50 e uscirò con il mio primo cortometraggio che mi vedrà protagonista, scritto e diretto per me dalla regista Giulia Galati dove avrò l’onore e l’onere di interpretare il Giudice Paolo Borsellino e prossimamente in Teatro con generi diversi, dalla Comicità pura del monologo con “Benedetta Innocenza” alla Canzone di “Franco Franchi: l’ultimo dei COMICI” per passare ad un Viaggio indietro nel Tempo, con “Figli degli Anni 80”.


Riporto nel link la recensione di Rinaldo in campo al Sistina con Rosario Terranova

Torna Cesira al Rifredi, ce ne parla Giancarlo Mordini a qualche ora dal debutto

Torna Cesira, dopo 30 anni e con lei il teatro d'appartamento.
Ultimamente il teatro di Rifredi ha adattato e prodotto opere di importanti autori internazionali da La Bastarda di Istanbul di Elif Shafak a Il Principio di Archimede e Nerium Park di Josep Maria Mirò che ho visto e ammirato, a  Sergio Blanco,  ricordando il Premio Ubu ricevuto nel 2019. Tutti gli spettacoli del Rifredi sono tradotti e diretti da Angelo Savelli a cui il Premio è stato rivolto con la seguente motivazione: "Per l'intenso lavoro di traduzione, allestimento e promozione della nuova drammaturgia internazionale".
 Per questa riapertura della sala dopo la forzata chiusura per la pandemia, ha scelto di riproporre a distanza di 30 anni un suo spettacolo "cult", interpretato da uno splendido attore come Gennaro Cannavacciulo che io ho avuto modo di apprezzare immensamente nel suo tributo a Modugno di rara bellezza. Prima del suo ritorno questa sera, siamo curiosi di conoscere alcuni particolari sullo spettacolo scritto da Manlio Santanelli, raccontati dal direttore artistico del Rifredi, il mio amico di penna e del cuore Giancarlo Mordini. 

L'intervista di Tania Croce

Chi è Cesira e cosa rappresenta? 

Abbiamo prodotto "Le tre verità di Cesira" nel 1990 quando era appena uscito dalla geniale penna di Manlio Santanelli. Fu un'esperienza unica perché il testo era una bomba ed in più perché noi lo proponevamo con una formula innovativa: il teatro d'appartamento, andando ad incontrare il nostro pubblico, spettatore per spettatore, proprio nelle loro case. Un Santanelli entusiasta seguì in parte le prime repliche e nella sua vulcanica creatività aggiunse dei pezzi creati apposta per noi e per Gennaro Cannavacciulo che si era impossessato del testo e del personaggio con una mimesi straordinaria, tanto che alcuni spettatori continuavano a rivolgersi a lui come Cesira anche dopo la fine della rappresentazione. Savelli aveva fatto un lavoro rigoroso di rispetto del testo, concentrandosi sull'essenziale del racconto e aggiungendo soltanto un personaggio muto che accompagnava Cesira nei suoi deliri, tre racconti assurdi e fantasiosi per spiegare la presenza di un paio di folti baffi sulla sua fisionomia di "donna femminile". Adesso lo spettacolo, con poche ma necessarie variazioni, si è trasferito sul palcoscenico dove non ha perso niente della sua forza e della sua capacità di raccontare un'umanità dolente ma vitalissima, in parte napoletana ma anche universale. Infine, un po' per rispettare la vicinanza del racconto agli spettori, come avveniva nelle case, un po' per rispettare le norme anti Covid e garantire maggiore sicurezza, nostra e del pubblico, abbiamo scelto di vendere solo 50 posti a sera (anche se la nostra capienza dimezzata sarebbe di 150). 

Sono curiosa di conoscere lo spettacolo che torna il 7 maggio al Teatro di Rifredi a Firenze, diretto da Pupi e Fresedde. Me ne vuoi parlare?


 Nello spettacolo c'è un elemento sul quale sono curioso di vedere stasera le reazioni del pubblico. 30 anni fa, in anticipo sui tempi, Cesira portava già una mascherina sulla bocca. Forse al pubblico suonerà come una provocazione, o un forzato ammodernamento o un'eccessivo rispetto delle regole anti Covid. In realtà la mascherina, indossata nei primi dieci minuti di spettacolo, dovrebbe servire, secondo lei, per proteggersi dall'inquinamento atmosferico, ma in realtà per nascondere i suoi folti baffi ai clienti che frequentano il suo bancariello di venditrice di limonate.

Riaprire i teatri quando la stagione solitamente volge al termine cosa significa per chi come te il teatro in realtà non lo hai mai chiuso? Mi hai raccontato che avete lavorato e provato con le dovute attenzioni nonostante lo stop imposto e le chiusure coatte. 

 I teatri sono stati chiusi al pubblico ma non all'attività. Al Teatro di Rifredi non ci siamo fermati un secondo. D'accordo con i miei soci, io ho ritenuto che per passare questo duro momento la giusta reazione fosse: LAVORO, LAVORO, LAVORO. E su questo ci siamo impegnati. Dal 1° settembre dello scorso anno, abbiamo richiamato in attività tutti i nostri collaboratori e abbiamo cercato di utilizzare al minimo il FIS, creando situazioni reali di lavoro interno. Abbiamo prodotto ben tre spettacoli che prima o poi porteremo in scena per il nostro pubblico. 

 Cosa ti aspetti da questa riapertura, sarà difficile portare il pubblico a teatro?

 Francamente ero molto preoccupato per questa repentina apertura al buio, in un periodo in cui le stagioni teatrali sono già finite o stanno per finire e senza un congruo preavviso che ci permettesse una adeguata promozione. Invece mi sono dovuto ricredere. Il nostro affezionatissimo pubblico ci ha letteralmente preso d'assalto. Anzi colgo l'occasione per annunciarti in anteprima DUE REPLICHE STRAORDINARIE dello spettacolo che abbiamo appena deciso di aggiungere, grazie alla disponibilità di Gennaro: una il venerdì 14 Maggio ore 20.00 e l'altra domenica 16 Maggio ore 16.30, con orari anticipati per rendere possibile ai tanti spettatori toscani di rientrare in tempo a casa. Un'ulteriore difficoltà, questa, per i teatri che hanno deciso di ripartire nonostante il COPRIFUOCO ancora vigente

 Quanto sarà cambiata Cesira in 30 anni? 

 CESIRA è uno quegli esempi meravigliosi di totale simbiosi tra personaggio e attore. Potrebbe raccontare mille altre storie e sarebbe credibile anche a leggere l'elenco del telefono. Sarà meraviglioso vedere Gennaro riprendere un spettacolo in cui era strabiliante già 30 anni fa e credo che in questo immediato riscontro di botteghino ci sia la più evidente dimostrazione di quanto questa stupenda "maschera contemporanea" sia entrata nel cuore dei fiorentini. Un grande spettacolo dove gli ingredienti sono solo (ma non è certo poco) un testo narrativo perfetto, un attore geniale e una regia apparentemente invisibile ma accuratissima.

Ringraziando Giancarlo per le sue preziose parole e per alcune info sullo spettacolo e per la straordinaria attività del Rifredi in tempo di pandemia, immagino questa sera di essere seduta tra il pubblico per ammirare lo spettacolo e applaudire di cuore Gennaro e Giancarlo per aver reso possibile tutto questo.
 
                                                             
 (Foto di Stefano Cantini)





A proposito di talento con la drammaturga e scrittrice Alma Daddario

Ho il piacere di avere un'amica drammaturga e scrittrice come Alma Daddario che ha dato luce al libro Uccise dal talento edito da Porto Seguro in collaborazione con la psicologa Paola Dei,  con storie di donne famose la cui esistenza è stata condizionata inevitabilmente dal successo e dalla propria arte.
Prima di parlare di questo libro, riporto un suo pensiero sul teatro. 

 In questo momento mi sembra molto inerente ai tempi che stiamo vivendo questa dichiarazione di Paolo GrassiIl teatro per la sua intrinseca sostanza è fra le arti la più idonea a parlare direttamente al cuore e alla sensibilità della collettività. Noi vorremmo che autorità e giurie comunali si formassero questa precisa coscienza del teatro, considerandolo come una necessità collettiva, come un bisogno dei cittadini, come un pubblico servizio alla stregua della metropolitana e dei vigili del fuoco.

Alma compose un'opera straordinaria come Pancrazio, la libertà di avere paura un testo originale: una sorta di riscrittura contemporanea del mito di Pan, il semidio metà capra metà uomo, abbandonato dalla madre per la sua spaventosa bruttezza, inventore del flauto. Un testo “straordinario per originalità e impatto emotivo”, come è stato definito da alcuni critici. Pancrazio cresce con un’inevitabile e insaziabile fame d’affetto, che cerca soprattutto nelle donne. Maldestri tentativi di seduzione ai limiti della violenza, situazioni paradossali e anche comiche, si alternano ad alterchi con il genitore, a farneticazioni oniriche con figure femminili portanti, in quello che ci è apparso un vero e proprio viaggio nell’inconscio attraverso dubbi e paure che in fondo appartengono a tutti noi. Non si risparmia in questa non facile prova d’attore Simone Migliorini, che dando voce a tutti i personaggi, dimostra un virtuosismo e una sensibilità singolare. Ma altri virtuosi contribuiscono alla magia della messa in scena: il maestro David Dainelli, che ha firmato le musiche originali, al piano, la talentuosa violinista Angela Zapolla e l’ispirata danzatrice Carlotta Bruni, che evoca i fantasmi di un femminino onnipresente seppur sfuggente.


Il mito è qualcosa che non è mai accaduto, ma che in realtà accade sempre



Uccise dal talento. La sinossi

Dodici donne. Dodici artiste. Dalla brillante Frances Farmer a Maria Callas e il suo carisma, da Edith Piaf, passerotto dalla voce potente che ne sovrastava il corpo, alle bambine prodigio Judy Garland e Natalie Wood per continuare con Veronica Lake, sfruttata dal marito. E ancora: la bellissima e fragile Vivien Leigh, l'appassionata e ingenua Annamaria Pierangeli, unico grande amore di James Dean, la candida e scandalosa Linda Lovelace, la sfortunata Laura Antonelli, l'irruenta e ribelle Lupe Velez, la venere nera Dorothy Dandridge, prima attrice afroamericana a ottenere una nomination agli Oscar. Dodici persone dotate di talento che hanno lottato per trovare il loro posto in un ambiente difficile, sfruttate dalla società, dalla famiglia, da chi sosteneva di amarle. Differenti le loro storie, differenti i periodi storici ma uguali nelle fragilità, nei desideri, nella costante ricerca dell'amore, nelle fini tragiche e violente. Dodici artiste che hanno lasciato il segno e fatto la differenza nel magico e spaventoso mondo dello spettacolo.


Alma Daddario, autrice teatrale, giornalista e scrittrice, laureata in “Lingue e letterature straniere”, vive e lavora a Roma, dove svolge la sua attività collaborando con le testate giornalistiche: Elle, Sipario, Il Messaggero di Sant’Antonio, Orizzonti, La Nuova Ecologia, Global Press, Free Lance International Press, Noi Donne, Tiscali ambiente. Come autrice teatrale nel 1997 per “Siamo tutti…libertini”, regia di Walter Manfrè, ha ricevuto il premio “Stanze Segrete”, e nel 2002 il  premio Fondi la Pastora per il testo “Io…Ero”.
Ha inoltre rappresentato:  “Albertine o della gelosia”, “L’anima e la voce”, “Le confessioni”, “Ritmo spezzato”, “Mare Nostrum”, “Le attese: moods for love”, “Come nebbia sottile o lieve sogno”, “Matilde di Canossa: la legge, il cuore, la fede”, “Ero e Leandro: ask me no more”, “Pancrazio, la libertà di avere paura”, “Clitennestra”.
Ha pubblicato saggi sulla scrittura creativa, tra i libri: “Notti e giorni”, “Se scrivere potesse dire” , “La nebulosa del Caso Moro” , “Strani frutti e altri racconti” e “Oltre la quarta parete”, raccolta di testi teatrali edito da ChipiùneArt. Con la scrittrice Dacia Maraini ha collaborato, presso il Centro Internazionale Alberto Moravia, alla realizzazione di seminari di drammaturgia. Dal 2003 fa parte della giuria del premio teatrale: “Ombra della Sera” per il Festival Internazionale del Teatro Romano di Volterra. E’ membro del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea CENDIC e fa parte della giuria del concorso internazionale di drammaturgia contemporanea: L’Artigogolo, organizzato dall’editrice ChiPiùneArt.
Si occupa di eventi culturali e uffici stampa per la D&C Communication.

PennadorodiTania CroceDesign byIole