Lo spettacolo di Enrico Montesano al Castello di Santa Severa sabato 24 agosto 2019 è una carrellata di storia contemporanea riletta in gergo politicamente scorretto:
lavandini piani – non a chilomba – progettati da strani architetti pentiti;
cestini per rifiuti con sacchetto che sfugge all’azione del piede sulla leva, ed alita all’alzarsi del coperchio, alito che viene azionato anche dai soffiatori di operatori di un’AMA che non ama, e che disperdono invece che raccogliere;
il gay chiamato pedissequamente checca o frocio nelle canzoni di Lucio Dalla e una Biancaneve che non può essere così chiamata, per non essere definita razzista nei confronti dell’essere “negro”, contornata da nanetti che non possono essere chiamati nanetti, ma “diversamente sviluppati in altezza”;
ed il cornuto che, sull’onda di “E’ tutta colpa di Alfredo” di vaschiana memoria, dice:
"È andata a casa con il negro, la troia, mi son distratto un attimo Colpa di Alfredo (…) ho vista uscire, mano nella mano, con quell'africano che non parla neanche bene l'italiano, ma si vede che si fa capire bene quando vuole”.
Il tutto contornato da pillole di saggezza nel raccontare la processione con la statua di Sant’Urologo con il sorriso stampato tra il “beato” ed il “rincoglionito”, completo di rumorismi che si ritrovano presentando la gallina che “prima de fa ‘na cosa….”, o il pensionato Torquato questa volta invaghito della Filippa filippina e tettona che gli stimola il “salvavita Beghelli”, o dell’altrettanto pittoresca zia Sally;
Inutile dire altro: un grande.
Roma, 25/08/2019
LAMATITASPUNTATA
GUIDO DEl CORNO'