Il Conte di Montecristo la miniserie di successo su Raiuno

 Sam Claflin ha sedotto milioni di spettatori attraverso il personaggio nato dalla penna di Alexandre Dumas: Edmond Dantès, il giovane marinaio di Marsiglia, che, sceso dalla nave Pharaon, capitanata da Leclère, disgraziatamente morto nel viaggio di ritorno, sta per prendere il suo posto per meriti e  riabbracciare l'amato e anziano padre Louis e l'amatissima ragazza catalana Mercedes; tutta la sua felicità svanisce quando diventa la vittima di un complotto che lo conduce nelle segrete del Castello d'If, lontano dal suo amore e dalla vita possibile.

La vicenda si svolge nella prima metà dell'800, ossia nel tempo in cui l'Imperatore Napoleone, esiliato all'Elba, sta progettando la sua fuga e il suo ritorno a Parigi e la monarchia decaduta, stenta a lasciare la corona e i seguaci della monarchia, lottano contro i bonapartisti, primo fra tutti Gerard de Villefort (Mikkel Boe Folsgaard) il sostituto Procuratore del Re che senza un regolare processo, imprigionerà Edmond.

A causa di un avverso destino, mosso dall'invidia di due loschi individui come Fernand Mondego (Harry Taurasi) il cugino e innamorato di Mercedes e Danglars (Blake Ritson), marinaio e collega poi divenuto barone,  trascorrerà ben 14 anni in isolamento e l'ingiusta condanna avviene nel giorno più bello di tutti, quello del suo fidanzamento con la bella Mercedes (Ana Girardot); con la complicità di Caderousse, il gestore di un'osteria, il catalano e il marinaio scrivano, complottano affinché Edmond sia separato dalla sua amata dalla muraglia di una prigione e tramando ciò, iniziano a scrivere una lettera da inviare al Procuratore del Re, nella quale dipingono il giovane e innocente marinaio come un usurpatore e messaggero di una lettera da consegnare al Comitato bonapartista di Parigi.

In effetti Edmond, possiede una lettera ma è ignaro del suo contenuto, ha solo fatto una promessa al suo capitano in punto di morte, dando la sua parola che consegnerà a Parigi tale epistola. Tuttavia non è bonapartista e cospiratore, è solo un giovane marinaio, futuro capitano,  spensierato, innamorato e felice.

Il meraviglioso romanzo di Alexandre Dumas che ha ispirato numerosi registi dal 1922 con la versione muta e con Jhon Gilbert come protagonista, fino al recente adattamento con Gerard Depardieu e Ornella muti nel 1998 in un'altra miniserie di successo, ha il pregio di narrare fatti di un secolo affascinante come l'800, mostrando come sia immutata la natura dell'animo umano con le sue molteplici sfaccettature e come le gioie ma soprattutto i dolori dell'esistenza, possano mutare e compromettere il viaggio terreno dove ognuno s'impegna per occupare un posto dignitoso con il favore della Provvidenza, o giustizia divina in terra, che nella vicenda francese, guida Edmond e lo conduce a compiere l'avventura ardua e coraggiosa della vendetta finale, con il sostegno di amici fidati come il contrabbandiere Jacopo, che nella miniserie televisiva franco-italiana in 4 episodi, conclusa ieri sera e diretta da Bille August, è interpretato magnificamente da Michele Riondino, il bandito romano Luigi Vampa  (Lino Guanciale) che sosterrà fino alla fine Edmond  e  Gaspard Calderousse (Jason Barnett).

L'abate Faria interpretato magistralmente da Jeremy Irons, è l'incarnazione della Provvidenza, mentre nel tentativo di scavare un tunnel che lo conduca alla libertà, incontra Edmond nel momento più disperato della sua permanenza in prigione, quello in cui decide di smettere di mangiare e di mettere fine allo strazio di una simile esistenza. Faria attraverso i suoi sapienti ragionamenti, riaccenderà nel giovane la luce della speranza e lo condurrà al tesoro sull'isola di Montecristo, una volta evaso, che darà un nuovo senso alla sua vita e gli permetterà di attuare la vendetta che sogna da 14 anni.

Vendetta che ha inizio con la conoscenza di Albert (Nicolas Maupas) il giovane figlio di Mercedes e Fernand, il quale gli presenterà la sua famiglia che ringrazierà il Conte di Montecristo, giunto a Parigi da poco, per aver salvato la vita dell'amato figlio.

Le figure femminili da Mercedes a Hermine Danglars (Gabriella Pession) ad Haydeé (Karla-Simone Spence) sono estremamente attuali, legate ai loro uomini siano essi padri, mariti o cugini, ma autonome e sprezzanti del pericolo.

Potrebbero essere eroine dei giorni nostri.

Ho amato molto questa serie perché induce a riflessioni profonde sul senso della vita e su come ci si senta prigionieri o imprigionati in ruoli e in situazioni che ci privano della libertà di agire e di essere autentici.

Invito chi non avesse seguito la miniserie a cercarla su Raiplay ed esorto chi ancora non l'avesse fatto, a leggere il romanzo di Alexandre Dumas "Il Conte di Montecristo".

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