Dopo essere stato trasmesso su Raiuno il 26 maggio, il film "Carosello Carosone" è su Raiplay e si tratta di un fantastico affresco per conoscere particolari inediti sulla vita del grande artista napoletano Renato Carosone, ispirato al libro "Carosonissimo" del giornalista e musicologo Federico Vacalebre.
Partito da zero, Carosone diventa l'unico artista italiano in testa alle classifiche americane, non una ma ben tre volte.
Il film diretto da Lucio Pellegrini e del 2021, illumina la mia mente curiosa e amante delle storie e delle persone meravigliose, dopo l'altro splendido lavoro di Pellegrini, la miniserie su Guglielmo Marconi chiamata Marconi l'uomo che ha connesso il mondo.
Siamo a Napoli nel 1937, la città di nascita e dove il giovanissimo Renato Carosone interpretato magnificamente dal solare Eduardo Scarpetta, si diploma al conservatorio.
Suo padre Antonio (Tony Laudadio) lo ha cresciuto da solo, dopo la scomparsa di sua madre (Marianna Fontana) e lo incoraggerà a partire per dare inizio alla sua gavetta artistica, in Africa.
Nei vent'anni successivi il giovane pianista vive una rocambolesca e colorata ascesa ai vertici delle classifiche internazionali attraversando la Napoli degli anni Trenta, le colonie africane degli anni Quaranta e la Dolce Vita degli anni Cinquanta. Geniale, rivoluzionario e antidivo, l'uomo si ritira dalle scene non ancora quarantenne, al vertice del suo successo, dopo aver creato uno stile musicale innovativo, fatto di suggestioni africane, swing americano e profonde radici napoletane che, a cento anni dalla nascita, fa ancora ballare il mondo. Con le musiche di Stefano Bollani.
Accanto a Carosone, ci sono parolieri come Nicola Salerno (Tu vuò fa l'americano, Torero, Caravan petrol) e musicisti di grande talento con cui stringe una solida amicizia, primo fra tutti Gegè Di Giacomo (Vincenzo Nemolato) e Peter Van Wood (Nicolò Pasetti) che decise di lasciare il sestetto per percorrere la sua strada autonomamente.
Oltre all'amore per la musica, c'è l'amore per una donna, una ballerina veneziana che Carosone conosce in Africa e di cui s'innamora perdutamente e che amerà per tutta la vita.
Questa donna è Lita Levidi, interpretata da Ludovica Martino di cui amerà anche il figlio Pino, frutto di un'altra relazione, che il musicista considererà da subito suo figlio.
Questa storia d'amore che s'intreccia alla sua storia d'amore con la musica, è esaltante ed emozionante se pensiamo a tutti gli artisti contemporanei da Renzo Arbore a Vinicio Caposella, Pino Daniele e Stefano Bollani che a lui si sono ispirati e a cui devono dire grazie per la splendida lezione che Carosone ha lasciato.
La bellezza e la leggerezza della musica italiana in un film davvero meraviglioso, la cui visione è consigliatissima.
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