Gabriele Santoro ripete a memoria i versi della poesia Itaca del poeta greco Konstantinos Kavafis mentre intinge il pennello al sapone da barba davanti allo specchio in bagno, per iniziare la sua giornata e la quotidiana attività di maestro di pianoforte a scuola.
Ma non sarà un giorno come gli altri perché un bambino è all’ingresso di casa, entrato quando la porta è stata aperta per il postino.
Ciro è il figlio dei vicini di casa che chiede aiuto al ‘maestro’ come lo chiamano a Forcella, per salvarsi la vita.
Così il maestro solo, mai sposato e senza figli, entra nell’universo interiore di un bambino che neanche i genitori sanno difendere e di cui diventerà il padre putativo e un vero e proprio maestro di vita per Ciro che sarà per Gabriele un buon compagno di viaggio.
Il film è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Roberto Andò e mostra la Napoli e i napoletani colti, giusti e buoni come Gabriele che è interpretato da Silvio Orlando, il fratello magistrato Renato di cui veste i panni Gianfelice Imparato e il padre Massimo ossia Roberto Herlitzka, oppure Vittorio e Biagio interpretati da Enzo Casertano e Francesco Di Leva e la Napoli dei cattivi come Diego interpretato da Lino Musella e quelli senza educazione come Ciro, il bravissimo Giuseppe Pirozzi che hanno bisogno di distinguere il bene dal male.
È un viaggio umano e sociale pieno di ostacoli e qualche inaspettata sorpresa come lo spettacolo del mare straniero sul finale.
“Quando ti metterai in viaggio per Itaca, devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze…” Itaca K. Kavafis
Un altro esempio di bel libro che diventa un bel film.
Da vedere!
Che bello, e che cast! Voglio vederlo!!
RispondiEliminaMolto bello!!!
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