La città eterna è lo scenario ideale per spiegare come sia difficile mettere fine a una storia durata dieci anni.
Edoardo è Tommaso, o Tom come ama chiamarlo la sua Zoe, la giovane e bellissima spagnola interpretata da Marta Nieto, che amai nel film madre di Sorogoyen.
Tom scrive romanzi e sente la sua donna sempre più lontana anche se la vorrebbe Sempre e per sempre accanto, come canta De Gregori nella splendida canzone che possiamo ascoltare in una scena del film.
Probabilmente anche lui si sta allontanando e si nasconde dietro quel Marquez della chat con il quale Zoe si confida, ignara di tutto.
Anche un’altra coppia sta in crisi, quella formata dalla sindaca di Roma e interpretata dalla Gerini e di suo marito, Stefano Fresi.
Appena è iniziato il film ho pensato subito il regista si fosse ispirato ad Allen per l’analisi introspettiva oppure che avesse tratto ispirazione dalla letteratura.
Il film ha una forza dirompente e mostra una verità difficile da ammettere: la paura d’impegnarsi oggi frastornati dal lavoro e da una società che fagocita sogni e sentimenti e dove non si ha il tempo per capire davvero cosa si vuole fare nella vita.
Non si capisce mai fino in fondo se dopo tanti anni di convivenza ci si debba lasciare oppure se vale la pena restare insieme.
Ho amato moltissimo la Nieto che nel film di Rodrigo Sorogoyen, sa esprimere intensamente il dolore di una madre, l’elaborazione di un lutto per l’assurda perdita del suo piccolo.È un film pieno di sguardi persi nel dolore più profondo. È una storia che coinvolge e che resta dentro anche dopo la visione del film e per questo ho scelto di vedere questo film di Edoardo Leo che ha fatto un’ottima scelta con lei.
Ho apprezzato molto le scene girate sul Tevere, sia quelle sul barcone che le passeggiate in bici sul fiume di Roma un tempo ‘biondo’ ora non più.
Questa lungometraggio, il quarto di Edoardo Leo, è dal primo gennaio 2022 su Sky Original e ne consiglio la visione.
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