Una storia ne contiene altre cento, un’anima ha tutti i colori dell’arcobaleno, ed un testamento a volte può diventare un inno alla vita, ai sogni di un padre che li lascia in eredità a suo figlio Fernando.
Ragone vola leggero di voce
in voce, di gesto in emozione per narrare la storia più bella: l’amore di un
figlio per suo padre che come un cavaliere d’ altri tempi dialoga con una luna
discreta e civettuola per conquistare l’amata principessa.
Gli anni ’40 sono quelli in
cui la miseria teneva insieme una famiglia di dieci persone in una stanza, uno
spazio angusto dove mancava l’aria e bisognava uscire, viaggiare almeno con la
fantasia per sopravvivere. Ed è in questo modo che Fernando ricorda la sua
infanzia, con estrema tenerezza e la malinconia lascia il posto all’ironia nel
ricordo dei tempi andati.
L’artista napoletano sa
incantare con le sue magnifiche canzoni ed uno sguardo magnetico che giunge in
fondo al cuore, là dove sono finiti tutti gli amori, le speranze e la luce
intensa e straordinaria delle stelle, il posto da cui forse proveniamo e nel
quale torneremo alla fine del nostro viaggio.
Le lacrime di Carlo Ragone
alla fine dello spettacolo, sono state l’ultimo regalo in una serata
indimenticabile come questa.
Intestamè sarà al Teatro Greco fino a lunedì 16 gennaio, per tutti quelli che hanno voglia di emozionarsi con un artista di grande talento e bellezza come Ragone
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