King Lear

 L'amore muore bombardato dall'ipocrisia e dalle armi nell'adattamento cinematografico della tragedia shakespeariana in cinque atti, ridotta all'osso e con un cast davvero eccezionale, anche se riuscire a portare il teatro in un film, è veramente difficile. 

Ci ha  provato il regista Richard Eyre con l'ottantenne Anthony Hopkins nei panni del sovrano ormai vecchio, alcolizzato e in preda a una lucidissima follia, intenzionato a lasciare il suo regno a chi tra le tre figlie,  mostrerà amore nei suoi confronti.

All'appello sono dunque chiamate dal vecchio sovrano le tre figlie: Goneril (Emma Thompson), Regan (Emily Watson) e Cordelia (Florence Pugh) la più piccola, le prime due adulatrici e la terza mossa da un autentico rifiuto verso ogni forma di calcolo.

Tra eclissi di luna e sole, dato che "queste eclissi annunciano discordie" si consumano i destini dei protagonisti di una storia senza tempo e adattata ai tempi nostri, perdendo indubbiamente il fascino che la avvolgeva, anche se le magnifiche parole di Shakespeare ne preservano la bellezza, l'alone di mistero e il profondo dolore che una tragedia familiare, porta con se.

Anthony/Lear, si mostra in tutta la sua maestria, a sostenerlo il suo sguardo vagamente strabico anche se ho immaginato al suo posto Al Pacino, che lo ha rappresentato in teatro.

La sua furia è niente a paragone con la crudeltà delle due figlie maggiori, intente a tessere una tela fatta d'intrighi e delitti per condurle alla supremazia. 

Un folle e un ferro di cavallo guidano nell'ultimo incerto cammino il Re sconfitto dalla crudeltà della vita stessa. 

Mentre il Conte di Gloucester, l'eccezionale Jim Broadbent, dopo essere stato accecato da Regan, tenta il suicidio sulle scogliere di Dover, anche se afferma che "un uomo può vedere come va il mondo anche senza occhi", Cordelia in tuta mimetica si rivolge al padre con un amore autentico e sincero.

Straziante la scena finale in cui il Re Lear prima di congedarsi da questo mondo, osserva i colpi senza vita delle tre figlie, provando un dolore mortale per la povera e inascoltata Cordelia.

Il film in prima visione su Sky cinema è da vedere.

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2 commenti:

  1. Tragedie famigliari molto frequenti anche ai nostri giorni...la cattiveria stà sempre in agguato...non c'è forma d'amore che lo cancelli....manco quello tra figlie e padre....

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PennadorodiTania CroceDesign byIole