Ero concentratissima cercando di ricordare date, nomi, titoli di film, mentre assistevo al documentario Rai diretto da Luca Manfredi “Uno, nessuno, cento Nino” in prima serata su Raidue proprio oggi nel giorno in cui è nato e avrebbe compiuto 100 anni Nino Manfredi. Però l’emozione ha preso il sopravvento così sono stata spettatrice della vita e delle opere di un artista dotato di un talento fuori dal comune, preparato, pignolo, ispirato al punto da interpretare un racconto di Italo Calvino: “L’avventura di un soldato” nel film “L’amore difficile” in cui recita traendo ispirazione da Chaplin con un linguaggio non verbale, muto. L’esperienza con Totò, con Gassman, oppure coi grandi registi che lo hanno trovato ideale per parti come il Geppetto di Collodi, appena cinquantenne nell’indimenticabile Pinocchio di Comencini, ha reso Manfredi un Maestro indiscusso di cinema e teatro. Il primo e più autentico Rugantino, l’ultimo Geppetto che abbia saputo farmi emozionare come è accaduto stasera, è stato raccontato sia dai critici cinematografici e dagli attori e registi come Dino Risi, Ettore Scola e Luigi Magni con cui ha lavorato e dalla sua famiglia, dalla moglie, dai figli e dai nipoti che lo ricordano col sorriso. Come un personaggio pirandelliano Saturnino Manfredi, di origini ciociare, è stato uno e centomila e credo Luca, il figlio e regista di questo documentario dove Massimo Ghini oppure Massimo Wertmuller lo celebrano, sia stato davvero riuscito ad omaggiare suo padre e a far conoscere alcuni aspetti o dettagli privati poco noti o del tutto sconosciuti per cui reputo questo documentario una lezione di cinema e umanità che solo i grandi sono in grado di dare.
Uno, nessuno, cento Nino
Ero concentratissima cercando di ricordare date, nomi, titoli di film, mentre assistevo al documentario Rai diretto da Luca Manfredi “Uno, nessuno, cento Nino” in prima serata su Raidue proprio oggi nel giorno in cui è nato e avrebbe compiuto 100 anni Nino Manfredi. Però l’emozione ha preso il sopravvento così sono stata spettatrice della vita e delle opere di un artista dotato di un talento fuori dal comune, preparato, pignolo, ispirato al punto da interpretare un racconto di Italo Calvino: “L’avventura di un soldato” nel film “L’amore difficile” in cui recita traendo ispirazione da Chaplin con un linguaggio non verbale, muto. L’esperienza con Totò, con Gassman, oppure coi grandi registi che lo hanno trovato ideale per parti come il Geppetto di Collodi, appena cinquantenne nell’indimenticabile Pinocchio di Comencini, ha reso Manfredi un Maestro indiscusso di cinema e teatro. Il primo e più autentico Rugantino, l’ultimo Geppetto che abbia saputo farmi emozionare come è accaduto stasera, è stato raccontato sia dai critici cinematografici e dagli attori e registi come Dino Risi, Ettore Scola e Luigi Magni con cui ha lavorato e dalla sua famiglia, dalla moglie, dai figli e dai nipoti che lo ricordano col sorriso. Come un personaggio pirandelliano Saturnino Manfredi, di origini ciociare, è stato uno e centomila e credo Luca, il figlio e regista di questo documentario dove Massimo Ghini oppure Massimo Wertmuller lo celebrano, sia stato davvero riuscito ad omaggiare suo padre e a far conoscere alcuni aspetti o dettagli privati poco noti o del tutto sconosciuti per cui reputo questo documentario una lezione di cinema e umanità che solo i grandi sono in grado di dare.
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Il miglior Geppetto interpretato fino ad oggi nella storia del cinema e della televisione...il più grabde in assoluto e quello che teniamo sempre in un'angolo del nostro cuore per le emozioni che ancora riesce a darci...per me personalmente il numero 1 di tutti i grandi attori che abbiamo avuto . ❤ ❤ ❤
RispondiEliminaSono d’accordo con te ❤️
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