L'autore, attore e regista Francesco Branchetti, mi ha parlato dei progetti sospesi in piena
pandemia, credendo nella necessità di una rieducazione ai buoni sentimenti
I teatri sono stati chiusi tutti per colpa del distanziamento sociale ma vuole parlarmi dei suoi impegni per ripartire con il solito entusiasmo.
L'intervista di Tania Croce
La riapertura del 15 giugno ha dato speranza e vita a nuovi progetti e a quelli sospesi come i tuoi
spettacoli in cartellone.
Mi vuoi illustrare gli spettacoli che torneranno in scena nella prossima stagione teatrale?
Nella prossima stagione teatrale torneranno in scena due miei spettacoli Parlami d' amore con
Nathalie Caldonazzo e Un grande Grido d'amore di Josiane Balasko che hanno debuttato in
questa stagione e inoltre debutterà un altro mio spettacolo: Una stanza al buio con Alessia
Fabiani ad ottobre e sarà in tournée fino a febbraio. Spero proprio che riusciremo a recuperare con
tutti gli spettacoli le date che abbiamo perso in questa stagione e sono fiducioso che sarà così.
Cosa pensi della riapertura dei teatri, cosa accadrà?
Credo che la situazione sarà molto difficile soprattutto per i teatri ma anche per le compagnie che
hanno subito danni fortissimi da questa situazione e mi auguro soprattutto che il pubblico torni a
teatro dopo questa sospensione ed in una situazione sicuramente diversa dalla normalità,
comunque sono fiducioso e soprattutto ho fiducia in chi sta ricominciando, parlo dei teatranti, con
grandi sacrifici e soprattutto tanta volontà e passione.
Credi sia il caso di chiedere aiuto al Governo come tanti credono?
Credo che senz'altro sia importante l'aiuto da parte del Governo e che vada chiesto ma credo che
soprattutto sarà necessario rimboccarsi le maniche e impegnarsi al massimo per ricominciare
contando soprattutto sulle nostre forze poi se l'aiuto del Governo arriverà tanto meglio.
Cosa dovrebbe cambiare nella gestione dei teatri?
Credo che chi gestisce un teatro dovrebbe avere un aiuto maggiore da parte delle istituzioni a
livello nazionale ma anche da parte di quelle locali e territoriali.
Cosa speri e cosa temi?
Spero di tornare a vedere il teatro al centro della vita del cittadino, vorrei che tornasse ad
essere un appuntamento costante nella vita di tutti e non un qualcosa per appassionati o saltuari
spettatori. Quello che temo purtroppo nella situazione attuale è che molti teatri e compagnie
purtroppo non riescano a farcela e a rimanere in piedi in questa crisi senza precedenti.
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