Le povertà più
recondite (il pranzo di nozze fatto con il riso gettato sugli sposi, il viaggio
fatto dalla chiesa alla casa), ma con ideologie chiare e profonde ma sempre fuori tempo massimo (l’anarchia
sotto il fascismo, il mito monarchico a Repubblica subentrata), rendono il
nostro eroe un mitico minotauro,
“metà uomo e metà sedia”, che non vorrebbe lasciare la strada vecchia per la
nuova, perché fa i gattini ciechi.
La nonna Galatina,
novella Gengis Khan - con tre capelli con la treccina, due capelli con la riga
in mezzo, un capello che è bene “lasciamoli sciolti” - Madonna nera tra quaranta Erinni, ed un
cinematografo al primo tempo con “Gianni e Pinotto detectives” ed il secondo
con “il settimo sigillo” (quasi come la fantozziana Corazzata Potemkin), ma anche al primo tempo con “l’esorcista” e al secondo con
“alle dame del castello piace fare proprio quello”.
Le giornate fuori
porta al mare, con i bagni proibiti e per questo interminabili, e l’unico modo
per giacere con una femmina è... crearsela di sabbia. Ma il tour
attraverso le regioni italiane ha inizio per l’ennesimo fatto di corna con la
moglie del sindaco, che non spara con la lupara perché – facendosi bene i conti
– perderebbe 15 dei 22 voti in più che ha ricevuto alle elezioni.
Per tale motivo
parte da Cariddi per arrivare a Scilla, dove i traghetti arrivano ma non
ripartono, con il fatalismo calabro di chi, ferito ad un occhio da un ramo da
lui stesso calpestato, e che prega: “ti ringrazio ‘o cippo era da solo, e non una forcella”,
fino a cercare di buttarsi giù dal ponte di Catanzaro, il più alto di
Europa.
Ma lo salva un macho che
lo irretisce con un volantino pieno di mistero, portandolo ad arrivare a casa
sua “prevedo che tu trasi” e poi
prevede che tu te ne vai a fa i glutei.
Poi la solita Napoli, fiera dell’intelligenza a cielo aperto,
con le sue Fiat Regata (o meglio rigate,
ma su tutt’e late, ed il suo cantante napulitane
docche, che ha inciso o dische
d’uranie impoverite.
Il tutto con uno
stretto grammelot stretto e veloce in tutti i dialetti, passando in veloce
carrellata dalla trattoria dar morì mmazzato di Roma, dal fiore all’occhiello
degli Uffizi di arte Moderna a Firenze, fino al panettun di un ultraleghista bergamasco che parla quasi con un nipponico ciappa qui, ciappa là, con l’ansia di
una metropoli non condivisa.
Siciliano per caso? lo spettacolo di D'Alessandro-Lolli con un Gianfranco Jannuzzo in gran forma, sarà fino al 2 febbraio al Golden e poi al Teatro 7 di Michele La Ginestra con Recital per la gioia degli innamorati del teatro d'autore!
Roma, 31/01/2020
LAMATITASPUNTATA
GUIDO DEL CORNO’
Un grande spettacolo dove si esaltano i valori di una volta...emozionante e da portare in giro ,da far conoscere sopratutto ai giovani di oggi che sicuramente non conoscono e non vogliono conoscere questi valori...che ti riportano a casa...alle tue origini!
RispondiEliminaBellissima recensione di Guido! Grazie a voi!
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