La bellezza del fare teatro per Francesco Giuffrè. L'intervista

Mi ha colpito l’abilità nelle regie di Francesco Giuffrè, di coniugare testo e immagine, con il sorprendente risultato di proiettare letteralmente gli animi dei personaggi descritti dagli autori rappresentati, sottolineandone le verità e l’attualità, come ho apprezzato al Ghione prima ne Le notti bianche di Dostoevskij poi in Così è (se vi pare) di Pirandello, in scena fino all’8 dicembre 2019 al Teatro Ghione di Roma.
Quest'intervista mi ha illuminato. V'invito a leggerla e a emozionarvi

Tania Croce) Fedele al testo e alla filosofia pirandelliana, hai mostrato la fragilità dei personaggi vinti dalle umani passioni. Me ne vuoi parlare?

Francesco Giuffrè) Quando mi è stato proposto dalla Produzione del Teatro Ghione di affrontare Pirandello, ho letto e riletto quasi tutti i più importanti copioni dell’autore siciliano. Fra tutti “Così è se vi pare”, che conoscevo e avevo visto in scena qualche anno fa, mi ha suscitato le sensazioni che ho bisogno per innamorarmi di un testo e cioè quello di poter raccontare, oltre le parole, i fili narrativi. Sono partito da un’immagine, come spesso mi accade: una casa immobile nel tempo con il lampadario bloccato in oscillazione. Volevo così rappresentare lo stato delle cose, dove ci troviamo in questo momento storico e cioè in un Paese “immobile”, culturalmente, artisticamente, umanamente. Non credo siamo in un Paese in crisi, perché una crisi prevede un adoperarsi per superarla, mi sembra invece che si stia sopravvivendo senza fare assolutamente nulla per migliorarsi. Una preoccupante staticità insomma. In questo contesto ho voluto far vivere l’azione scenica. Personaggi impregnati di una cattiveria subdola, cinica ed egoistica il cui unico motore per attivarsi è l’indagine delle vite altrui, per non dover guardare il proprio fallimento. Pirandello poi ha fatto il resto, avendo scritto un meccanismo narrativo accattivante e pieno di una filosofia sempre attuale e viva.

Tania Croce) Come Shakespeare ed Eduardo, Pirandello ebbe il pregio di raccontare l’uomo con pregi e difetti in modo chiaro e poetico, per cui scrisse opere senza tempo. Quanto ci somigliano i suoi personaggi e perché hanno calamitato la tua attenzione il signor Ponza e la signora Frola? 

Francesco Giuffrè) I grandi autori hanno il dono di raccontare non solo il proprio tempo, ma di saper cogliere le tematiche universali che sono legate all’animo umano e per questo, quindi, sempre attuali. Pirandello è uno di questi. Le sue tematiche sono da oltre cento anni di un’attualità sconvolgente. I suoi personaggi sono fragili, grotteschi e incredibilmente sempre veri. Uno specchio di una società non solo nella quale è vissuto Pirandello, ma quanto mai ancora attuale. Rileggendo "Così è se vi pare” questa volta poi mi è arrivato chiaro come i due personaggi che muovono l’azione, Il Signor Ponza e la Signora Frola, sono due immigrati a tutti gli effetti. Persone che devono lasciare il proprio paese d’origine a causa di una tragedia e ricominciare la propria vita in un altro posto. Il loro modo di vivere però, non consono e incomprensibile per la comunità, farà si che siano additati e messi al centro di un processo delle loro vite. La società ha il bisogno feroce di capire, perché ciò che non si comprende fa paura e quindi ecco che violenterà l’intimità dei due personaggi pur di arrivare ad una effimera verità. Un tema purtroppo terribilmente ancora attuale.

Tania Croce) Pensi sia un’operazione necessaria oggi considerare il teatro come il luogo privilegiato e ideale per ‘educare’ il pubblico e sensibilizzarlo verso autori così idealizzati ed elevati eppure vicini ad ognuno di noi? 

Francesco Giuffrè) Quello di ascoltare e di raccontare è un desiderio atavico che nasce con l’uomo. Credo che il teatro sia il luogo perfetto per farlo. Perché, a differenza del cinema, c’è lo scambio tra chi racconta e chi ascolta. Una sinergia imprescindibile per far arrivare con forza la potenza del racconto. Il teatro, se ci si pensa, è il solo “luogo” che non è mai cambiato in moltissimi anni, anche ora che tutto si evolve e cambia ad una velocità incredibile. In teatro si usano ancora le corde, i teli, il legno: materiali antichi e tutto funziona perfettamente. Non ha dunque avuto bisogno di modificarsi e di evolvere e non evolve solo chi è perfetto, dunque credo sinceramente che il teatro sia il luogo perfetto dove far proliferare le emozioni, ed è fondamentale portare il pubblico di domani, i ragazzi a teatro e fargli conoscere la bellezza che può crearsi su un palcoscenico. Quando vengono le scuole ad assistere ai miei spettacoli, avverto una grande responsabilità perché bisogna conquistare i giovani ragazzi, per poter sperare che il teatro un domani possa continuare ad essere luogo vivo ed educativo alla vita.

Tania Croce) Cosa vorresti dire ai giovani? 

Francesco Giuffrè) Ai giovani posso solo dire di trovare la loro passione. Solo coltivando una passione con serietà e onestà credo si possa trovare il proprio equilibrio e la propria identità. A me il teatro ha salvato, non avrei saputo cos’altro fare, ma non deve per forza essere il teatro, basta che ci si educhi al rispetto di sé stessi attraverso la bellezza del “fare”. Come diceva Dostoevskij ne “L’Idiota”, “La bellezza salverà il mondo". Credo che sia assolutamente così, bisogna trovare e coltivare ognuno di noi la propria “bellezza”, non omologarci, cercare la propria eccezionalità per essere poi di conseguenza aperti verso quella degli altri.

di Tania Croce


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4 commenti:

  1. Splendida ed emozionante intervista Tania,sembra di sentire parlare un'adulto pieno di dolore verso immobilità della società di oggi...che parole giuste ha usato questo giovane e riflessivo Giuffrè ...parlare dell'attualità dei testi Pirandelliani...verissimo!!testi centenari...ma attualissimi!si vede anche da questo i'immobilità del mondo!!Mi ritrovo in tutte queste risposte ...chapeau!

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    1. I concetti espressi da Francesco sono affini ai miei. Sono d'accordo con te! Ogni tanto leggere interviste simili, mi rincuora!

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  2. Concetti molto profondi che condivido in pieno. Il teatro ha qualcosa di magico e coinvolgente che il cinema non avrá mai.
    E la bellezza salverà il mondo!
    Un abbraccio e buona settimana cara Tania
    Maria

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    1. Anch'io credo che il teatro sia il luogo dove gli attori proiettano le nostre ansie, pregi e difetti, rispecchiando i nostri tempi. Quindi un luogo straordinario! Un bacio Maria!

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