La recensione
Che in ogni uomo ci
sia anche un po’ di femminilità e in ogni donna un po’ di virilità, ci
sta,
ma che i personaggi
di una coppia abbiano un transfer completo di andata e ritorno, per cui la
personalità dell’uno penetri nel corpo dell’altra con tutto ciò che comporta (tette incluse), siamo al sublime della paranoia in un iter psicologico da capogiro nel quale la donna a sua volta, s’impossessa del fisico dell’altro... con
membro incorporato.
Nella notte di un
improponibile diciassettesimo anniversario, avviene un sortilegio inspiegabile: lo spirito dell’uomo (Marco Fiorini) quasi a mezzo di una password di ingresso, passa nel
corpo della donna (Milena Miconi) e
viceversa, il tutto all’insaputa anche della figlia minorenne (Sofia Graiani) alle prese con i suoi
disturbi di adolescente.
Dopo quella notte, ci troviamo di fronte a una donna che non sa più stare sul tacco 12 e che per la prima volta è spiattellata sul divano a guardarsi la partita e ad un uomo non
effeminato, ma ormai donna totale anche se con il pene, che
finalmente riscopre la figlia di cui è come se non avesse mai sospettato l'esistenza.
Il tutto viene
arricchito dalla presenza un po’ invadente, e per questo simpatica, del
procuratore di affari (Stefano Antonucci),
e da un doppio caso di lesbismo: la sorella di lei, (Noemi Giangrande) che deve annunciare
ai suoi genitori di esserlo, provocando scompensi e quant’altro.
La signora Carbotto
(Alina Person) - manager e moglie
del signor Carbotto (Andrea Alesio)
nonché cliente della premiata ditta di promozione e pubblicità che fa capo alla
coppia “incasinata”, si prodiga ad effettuare una ceretta altamente
sensuale alla gamba di quella che crede una donna, provocando invece un vero e
proprio 'orgasmo' maschile.
La coppia trasformata dallo specchio di un fantomatico maestro Kucimaro, tanto voluto da lei, e sul quale è inciso il titolo della pièce "Anche le formiche cadono", arriva ad un matrimonio voluto da lui (lei) e ad
un finale tragicamente a sorpresa, nonostante i ripetuti accenni sull'ingestibilità dei rapporti di coppia, ed alcune allusioni sia misantrope che
misogine, come ad esempio: “Se la donna fosse
una buona cosa, Dio ne avrebbe una”, che diverte il pubblico entusiasta.
E' caloroso il consenso e gli applausi del pubblico alla fine della prima della commedia di Mauro Graiani e Riccardo Irrera diretta da Claudio Piccolotto in scena al Teatro Golden fino al 3 febbraio 2019
di GUIDO DEL CORNO’
Molto carino da vedere...consigliato a piccoli e grandi perché si ispira e riflette le tematiche di coppia odierne...arricchite da colpi di scena divertentissimo!
RispondiEliminaGrazie Guido! E grazie Nunzia!
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