La recensione
Iaia Forte è Penelope, la protagonista della rilettura di Giuseppe Argirò, liberamente ispirata all'Odissea di Omero. Il racconto del viaggio di Ulisse da parte della moglie, dopo dieci anni d'inconsolabile solitudine, è liberatorio e indispensabile perché consente un' affermazione del se e inaugura un percorso interiore di rinascita successivo all'annichilimento come donna. La Penelope descritta da Argirò e interpretata da un'attrice capace di virtuosismi linguistici che le consentono di prestare la sua voce alla maga Circe, alle sirene e persino a Polifemo, attualizza i personaggi noti a tutti e verso i quali si nutre un sacro rispetto e un certo distacco. Gli eroi omerici appaiono vicini a noi, mostrandosi vivi, brutali e capaci di compiere le bassezze umane. Lo spettacolo seducente come il canto delle sirene di Odisseo, dopo il successo ottenuto nei vari siti archeologici nazionali, ai Giardini della Filarmonica e all' Arcobaleno di Roma, sarà al teatro Flaiano fino a domenica 18 novembre.
Iaia Forte è Penelope, la protagonista della rilettura di Giuseppe Argirò, liberamente ispirata all'Odissea di Omero. Il racconto del viaggio di Ulisse da parte della moglie, dopo dieci anni d'inconsolabile solitudine, è liberatorio e indispensabile perché consente un' affermazione del se e inaugura un percorso interiore di rinascita successivo all'annichilimento come donna. La Penelope descritta da Argirò e interpretata da un'attrice capace di virtuosismi linguistici che le consentono di prestare la sua voce alla maga Circe, alle sirene e persino a Polifemo, attualizza i personaggi noti a tutti e verso i quali si nutre un sacro rispetto e un certo distacco. Gli eroi omerici appaiono vicini a noi, mostrandosi vivi, brutali e capaci di compiere le bassezze umane. Lo spettacolo seducente come il canto delle sirene di Odisseo, dopo il successo ottenuto nei vari siti archeologici nazionali, ai Giardini della Filarmonica e all' Arcobaleno di Roma, sarà al teatro Flaiano fino a domenica 18 novembre.
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