Un po' di storia
Prima di parlare del bellissimo spettacolo visto ieri sera al teatro Ghione, in scena dal 30 ottobre all'11 novembre 2018, vorrei ripercorrere la storia della commedia in due atti di Luigi Pirandello.
Scritta nel 1916 in dialetto siciliano per Angelo Musco con il titolo 'A birritta cu' i ciancianeddi derivata dalle novelle del 1912 La verità e Certi obblighi, fu rappresentata dalla Compagnia di Musco a Roma al Teatro Nazionale il 27 giugno 1917. Nell'estate del 1918 Pirandello ne fece una versione in lingua italiana che andò in scena a Roma il 15 dicembre 1923. Dietro suggerimento dello stesso Pirandello, Eduardo De Filippo ne fece una riduzione in dialetto napoletano nel 1936.
La recensione
Compie cent' anni la nota commedia pirandelliana scritta in lingua italiana, sulle apparenze rispettabili a cui la società ci costringe e le verità per cui nessuno ci crede e tutti ci prendono per pazzi.
La pazzia come rifugio dalla rovina sociale, è il tema portante di questa deliziosa pièce sugli uomini definiti 'pupi' da Pirandello, ognuno dei quali vuole gli si porti rispetto "per la parte che deve rappresentare fuori" e non per ciò che realmente è.
Però la vera guerra, spiega lo scrivano Ciampa (Jannuzzo) è dei due pupi: il pupo-marito e la pupa-moglie che dentro casa si strappano i capelli, ma appena fuori si mostrano sorridenti e civili in pubblico.
Secondo la morale pirandelliana infatti, siamo dotati di tre corde: la civile, la seria e la pazza, la prima e la seconda servono per garantire una convivenza degna, la terza porta irrimediabilmente alla rovina.
La gelosia della signora Beatrice (Emanuela Muni), alimentata dalle parole della Saracena (Carmen Di Marzo) secondo la quale "una casa dov'è entrata la gelosia, è distrutta", conduce la moglie del cavalier Fiorìca, il datore di lavoro di Ciampa, a svergognare pubblicamente sia il marito che Nina (Caterina Milicchio), la moglie di Ciampa.
A nulla servono le raccomandazioni di Ciampa, geloso eppure coscienzioso, consapevole ma ubbidiente alla sua corda civile per evitare lo scandalo che allargandosi come macchia d'olio, potrebbe compromettere la sua reputazione per sempre.
Dopo aver contattato il delegato Spanò (Franco Mirabella), Beatrice fa arrestare i due amanti trovati insieme e sarà solo l'inizio della rovina.
Non ci sono soluzioni se non quella suggerita dal fratello di Beatrice, Fifì (Gaetano Aronica) il quale grida: "Ma se lo scandalo è stato per una pazzia?".
Ciampa allora s' illumina e invita la signora Beatrice a rinchiudersi per qualche mese in manicomio, solo così gli equivoci si dissolveranno e tutto potrà tornare come prima.
"Niente ci vuole a far la pazza, creda a me - dice Ciampa - Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede e tutti la prendono per pazza".
Il regista Francesco Bellomo ha recuperato il copione originale, aggiungendo un prologo in flashback all'inizio dello spettacolo dove gli amanti clandestini vengono colti in flagranza di reato e arrestati.
Impeccabile come sempre Gianfranco Jannuzzo a cui vanno tutti i miei applausi, accanto a un cast di bravissimi attori da Anna Malvica (Donna Assunta) ad Alessandra Ferrara (Fana) e Delia Merea (prologo).
SPETTACOLO BELLISSIMO ED ATTUALISSIMO AL GHIONE...SEMBRA SCRITTO IERI DA PIRANDELLO PERCHè ANCHE SE LA COMMEDIA HA 100 ANNI NON è CAMBIATA MOLTO LA SOCIETà...MA NON SOLO QUELLA SICILIANA ,DOVE L'IPOCRISIA REGNA SOVRANA E SI DEVE SEMPRE SALVARE LA FACCIA ...SACRIFICANDO QUALCUNO !MAGNIFICO IANNUZZO E TUTTA LA COMPAGNIA.GRAZIE TANIA PER LA TUA ACCURATA RECENSIONE !
RispondiEliminaCome sempre sono d'accordo con le tue riflessioni! Non è cambiato nulla e Pirandello questo lo aveva capito 100 anni fa!
EliminaGrazie per il tuo commento! Un bacio