“Due città: la città del mondo e la città interiore.
La città del mondo è malata ,
l’umanità intera è contaminata. La sterilità divora le risorse, gli uomini non
hanno di che mangiare, le donne partoriscono sangue.
Questo è fuori, è l’esterno, un
accampamento di migranti che non hanno più un luogo dove stare.
Edipo può salvare il mondo, ma deve penetrare nella città interiore, nel cuore stesso dell’Io. Edipo deve portare a termine la sua indagine, sapere chi ha ucciso il Re.
La città interna, luogo della psiche è un muro bianco, su cui si riflettono le proiezioni… corpi e volti fatti di pezzi di tanti corpi..
Edipo può salvare il mondo, ma deve penetrare nella città interiore, nel cuore stesso dell’Io. Edipo deve portare a termine la sua indagine, sapere chi ha ucciso il Re.
La città interna, luogo della psiche è un muro bianco, su cui si riflettono le proiezioni… corpi e volti fatti di pezzi di tanti corpi..
I personaggi sono tutti frutto di questo
mondo interiore. Edipo si riflette all’infinito, come in un sogno nella sua
mente tante parti di lui diventano i personaggi. Tanti Edipi che si
moltiplicano e devono districarsi all’interno della sua anima per arrivare al
fondo dell’indagine.
La città interiore è circondata da un anello, che Edipo ha penetrato, l’enigma della Sfinge… la cui risposta è l’uomo. Risposta che di per sé è un altro enigma, il più grande.
La città interiore è circondata da un anello, che Edipo ha penetrato, l’enigma della Sfinge… la cui risposta è l’uomo. Risposta che di per sé è un altro enigma, il più grande.
Il mondo fuori è popolato di flussi,
migrazioni, incomprensibile tragedia dell’altro da noi. Nella roccaforte
dell’Io gli Edipi si moltiplicano, germinazione infinita di un soggetto
prigioniero di se stesso.
Dentro, nel cuore del segreto, alberga il
femminile, Giocasta, l’altra parte del sé; con un abito rosso sangue la Madre
appare. Lei , il porto di attracco, il luogo dove il seme del Padre e del
figlio si sono mischiati: il figlio è stato generato da quello stesso ventre in
cui ha generato. Questa impossibile mescolanza può solo produrre sterilità e
malanno.
Il racconto mitico di Edipo, nella sua affermazione o negazione, come immagine o parola, è nelle mappe immaginarie di tutte le esplorazioni dell’anima, di tutte le analisi della costituzione dell’Io in occidente.
Il racconto mitico di Edipo, nella sua affermazione o negazione, come immagine o parola, è nelle mappe immaginarie di tutte le esplorazioni dell’anima, di tutte le analisi della costituzione dell’Io in occidente.
Il monte Citerone è al centro di questo
topografia dell’anima, tra Tebe, culla e porto del gesto primario, dell’indicibile,
terribile conclusione, e Corinto , luogo dell’inganno, là dove Edipo ha vissuto
una finta vita, con finti genitori. Il monte Citerone è il luogo dove il
bambino dalle caviglie incatenate doveva morire, là dove è passato di mano, da
un lato all’altro, al di là della cima. Il monte è il muro delle apparizioni e
degli inganni.
Edipo è zoppo… solo zoppicando si può raggiungere la verità…
Apollo, misterioso e silenzioso dio, è sempre in procinto di partire, non resta, è di passaggio, fa risuonare i suoi passi, che danno il ritmo delle profezie.
Le profezie agiscono sempre in negativo, per contrastarle Edipo compie le azioni che lo porteranno invece al momento esatto e proprio nel luogo dove la profezia si compie: il crocevia dell’omicidio del padre, il trono, il letto della madre.
Gli occhi, lo sguardo, guardare senza vedere, vedere solo da ciechi. Tiresia vede perché è cieco, Edipo si acceca perché ha finalmente visto e non vuole più non guardare.
La modernità fa da sfondo a questa tragedia, il tempo è il presente, dove l’atto si compie e si rinnova, dove l’indagine non ha fine, dove si diventa ciechi per aver visto troppo, e così si ritorna nel mondo degli altri…
Edipo è zoppo… solo zoppicando si può raggiungere la verità…
Apollo, misterioso e silenzioso dio, è sempre in procinto di partire, non resta, è di passaggio, fa risuonare i suoi passi, che danno il ritmo delle profezie.
Le profezie agiscono sempre in negativo, per contrastarle Edipo compie le azioni che lo porteranno invece al momento esatto e proprio nel luogo dove la profezia si compie: il crocevia dell’omicidio del padre, il trono, il letto della madre.
Gli occhi, lo sguardo, guardare senza vedere, vedere solo da ciechi. Tiresia vede perché è cieco, Edipo si acceca perché ha finalmente visto e non vuole più non guardare.
La modernità fa da sfondo a questa tragedia, il tempo è il presente, dove l’atto si compie e si rinnova, dove l’indagine non ha fine, dove si diventa ciechi per aver visto troppo, e così si ritorna nel mondo degli altri…
In scena tanti Edipi: giovani attori ne
assumono le vesti, a turno ne recitano le parole e mettono in moto la macchina
infernale. Cantano i cori a cappella, scivolano da un personaggio all’altro.
GIOCASTA - Se ogni destino umano è deciso dalla
sorte, e nessuno conosce il futuro, perché avere paura? È meglio lasciarsi
vivere come si può. Non devi aver paura del letto di tua madre. Molti, in
sogno, si congiungono con la propria madre. Basta non pensarci per vivere più
sereni.
CORIFEO
- Cittadini tebani, guardatelo, è
Edipo…”
Giorgio
Barberio Corsetti
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Con Francesca Astrei, Matteo
Berardinelli, Maria Chiara Bisceglia, Caterina Bonanni, Alessandro Businaro,
Dario Caccuri, Chiacchiararelli Simone, Romina Colbasso, Carolina Ellero,
Lorenzo Guadalupi, Domenico Luca, Ignazio Sergio Maniscalco, Francesca Melluso,
Marco Valerio Montesano, Ada Nisticò, Tommaso Paolucci, Francesco Vittorio
Pellegrino, Francesco Pietrella, Rebecca Sisti, Aron Tewelde.
Allievi registi Tommaso
Capodanno, Paolo Costantini, Marco Fasciana.
Le date e gli orari in cui andrà in scena TIRANNO EDIPO!
da Sofocle, Drammaturgia e Regia Giorgio Barberio Corsetti
FESTIVAL DEI DUE MONDI DI SPOLETO 2018
Auditorium della Stella
30 giugno/5 luglio
Sab 30 | ore 12.00
Dom 1 | ore 21.00
Lun 2 | ore 21.00
Mar 3 | ore 18.00
Mer 4 |: ore 21.00
Gio 5 | ore 17.00
Ufficio Stampa
Alma Daddario &
Nicoletta Chiorri
347 2101290 – 338
4030991
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