Il nome di un uomo contiene le sue origini, le tappe della sua esistenza, la sua fortuna. Questo sostenne Laurence Sterne, il padre del romanzo moderno ne La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo (o Tristram Shandy) opera che studiai per il mio esame di letteratura italiana alla Sapienza dove Shan o Shandy, significa "instabile" oppure "confuso".
Mi è venuto in mente questo romanzo concentrato sui problemi del linguaggio, dove il suo autore tiene conto costantemente delle teorie di John Locke espresse in An Essay Concerning Human Understanding e che Schopenhauer definì uno dei più grandi romanzi mai scritti, dopo aver visto Wilson, il film uscito nel 2017, in programmazione su Sky.
Wilson è un uomo definito nelle recensioni lette, un nevrotico che ha perso la voglia di amare nient'altro che il suo cane.
Il personaggio interpretato dall'attore texano Woody Harrelson è in cerca di calore e di relazioni autentiche, dopo essere stato lasciato dalla moglie e più che nevrotico io lo definirei semplicemente ipersensibile ed emotivo.
La tenerezza e la bontà d'animo di quest'uomo, mi ha avvicinato a Wilson, magnanimo, comunicativo e pieno di valori che questa società dominata dall'individualismo e dai social, ha definitivamente dimenticato.
L'animo incontaminato del protagonista, ha la purezza di un bambino della passata generazione.
Avrei bisogno di più Wilson su questa terra, per relazionarmi con esseri umani, interessati alla mia interiorità in questo viaggio sorprendente e difficile chiamato vita.
Un inno all'amore!
V'invito a vederlo.
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