Accanto alle amatissime Memorie di
Casanova, oggi ho scoperto quelle di una prostituta: Griselidis, che oltre a
svolgere questo lavoro con dedizione e umanità verso l’uomo di turno, ha
scritto, sognato e lottato per un mondo migliore, in cui le prostitute abbiano dignità di esistere.
Chiusa dentro una gabbia, Serra
Yilmaz, accompagnata dalla musica di Stefano Cocco Cantini, racconta la vita e
i sogni di Griselidis.
Mentre la intervistavo, le ho
detto che scopro la grandezza di un attore in teatro e così è stato, Serra è
stata grandissima, anche al teatro Parioli ieri sera, oltre che nei film del
regista Ferzan Özpetek, dove l’ho conosciuta e apprezzata.
La narrazione è autentica, senza
filtri, pura come l’anima della protagonista che riluce di verità e umanità
nonostante l’oblio in cui è lasciato chi svolge una professione simile.
Griselidis è stata umiliata, maltrattata come se la prostituta, fosse una su
cui poter sfogare le proprie frustrazioni, la solitudine. Ha avuto dagli uomini
anche una profonda dolcezza. Quegli uomini che la cercavano per vizio, noia,
solitudine, capriccio, depravazione, lei li adagiava su teli bianchi di spugna,
li lavava, carezzando loro persino la schiena.
Operai, anziani giunti al termine
della loro esistenza, persino un nano gobbo riesce a contenere la gabbia nella
quale la prostituta è chiusa a raccontare le memorie di una vita passata e che
non tornerà più.
Eppure una vita può servire a
illuminare il buio delle coscienze bigotte di quegli stessi uomini per cui una
prostituta è solo un oggetto, un corpo da sporcare.
Griselidis è amore puro verso la
vita e gli uomini stessi, vittime di se stessi e di un mondo senz’anima, senza
dignità.
Il racconto è un canto doloroso e
a tratti tenero e il finale commovente, è velato di speranza.
Lo spettacolo di Coraly Zahonero
dall’opera di Griselidis Real, che ci ha lasciato nel 2005, è tradotto oltre
che interpretato da Serra Yilmaz e Alberto Bassetti e diretto da Juan Diego
Puerta Lopez.
Sarà in scena a Roma al teatro
Parioli, fino a sabato 16 dicembre 2017. Invito a vederlo perché è
straordinario.
di Tania Croce
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