Le canzoni di Rino Gaetano, il cantautore che
non amava essere definito tale, sono patrimonio dell’umanità, come le poesie e
la letteratura in genere, e ricordarlo è come sentirsi vivi perché la sua
musica desta le coscienze dal torpore dell’ipocrisia che chiude la razza umana
nella gabbia dell’inettitudine. Rino non stava fermo e zitto, lui osservava il
mondo e gridava il suo pensiero, trasformandolo in inno di libertà, nel suo
canto libero.
Ed è così che l’uomo ribelle al sistema,
l’uomo schivo eppure amico di tutti, il burlone, l’idealista, il cantastorie,
il portavoce dei poveri cristi, quello che hanno lasciato morire perché non
c’era posto negli ospedali, torna in teatro, al Golden, attraverso Toni Fornari
che scrive “Chi mi manca sei tu”, un testo bellissimo che ha come protagonista
la nostalgia. Si tratta di uno spettacolo musicale di cui ha tanto bisogno il
teatro in questo momento. Chi canta magnificamente alcune delle canzoni note,
intervallate da inediti, è il carismatico Marco Morandi, innamorato di Rino
Gaetano e del suo messaggio di pace, amore e ribellione.
Perché hai scelto di cantare Rino Gaetano?
In molti lo sanno, da molto tempo vado in
giro con i RinoMinati a cantare le sue canzoni, in questo caso siamo entrati in
teatro, che è un luogo dove si ascolta meglio ciò che si dice, tramite la
narrazione di Claudia Campagnola che interpreta un personaggio vicino a Rino,
una donna che ci racconta alcuni aneddoti e sfaccettature della sua
personalità.
Abbiamo voluto fare questo omaggio teatrale,
per far entrare meglio lo spettatore a contatto col mondo dell’artista.
Qual è il trait d’union tra la narrazione e
la canzone?
Il trait d’union è proprio questa ragazza,
una groupie. Negli anni ‘70/’80 c’erano queste ragazze che seguivano i propri idoli
in tournée. Lei ha vissuto molte
esperienze con Rino, momenti meno belli, la nascita di alcune canzoni che
raccontate insieme alla sua musica, rendono il personaggio più chiaro.
Dei RinoMinati, ho portato con me Giorgio Amendolara al piano e tastiere
e Menotti Minervini al basso, poi c’è una new entry alle batterie e percussioni
Umberto Vitiello, perché in teatro c’è bisogno di raffinatezza per rendere la
musica più fruibile.
Quello
del Golden per noi è un debutto, uno spettacolo concerto credo sia una bella
formula e porteremo in giro questo spettacolo in Italia dato che c’è tanta voglia
di Rino. E’ una formula ideale per raccontare un artista attraverso le sue
canzoni e non solo aneddoti e storie e questa per noi, è una partenza.
Attraverso
la musica che messaggio vuoi lanciare al pubblico teatrale?
La
forza della musica di Rino, è il suo essere moderno, sono passati più di 40
anni e i suoi messaggi sono vivissimi e attualissimi. Ci dà da pensare e questo
fa la musica spesso e volentieri. Ti fa stare bene e riflettere.
L’eredità
che ci ha lasciato è grande ed è di tutti e Marco lo ha cantato e gridato con
la stessa grinta e bellezza con cui avrebbe fatto Rino. Il suo omaggio sarà in
scena al Golden fino al 21 maggio 2017 e il cielo di Roma sarà sempre più blu.
di
Tania Croce
Videointervista a Marco Morandi al teatro Golden
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