Forse è la moglie, l’amata, oppure è soltanto la sua parte femminile, quella appassionata e vibrante, che coesiste con la razionalità dell’uomo temprato dalla guerra, dalle vittorie e soprattutto dalle sconfitte che minano la sua vita e il suo animo, portandolo a compiere un gesto estremo e senza alcuna possibilità di pentirsi. La rilettura del poeta greco Ritsos, nella preziosa traduzione di Nicola Crocetti è quel che ha ispirato Graziano Piazza il regista dello spettacolo che continua a emozionare e a far riflettere il pubblico su quanto quest’uomo tenace eppure deluso, imponente e al tempo stesso fragilissimo, possa essere non più l’eroe ma ognuno di noi, incapace di scendere a compromessi per continuare a vivere. Torna a vivere anzi risorge al ricordo del giorno di sole passato a Salamina, questo Aiace a metà tra l’eroe e l’eroina nei giorni nostri, che scende le scale del ricordo, lacrimando e smarrendosi nel passato fino a rinascere come i fiori cresciuti sulle armature dei soldati sconfitti.
La voce maschile che si ode (quella di Graziano Piazza), ricorda che
“in ogni pozzo e dentro di noi c’è una bella donna annegata, una donna annegata
che non vuole morire…”. E quella donna poco amata e rispettata dallo stesso
Aiace, diventa la protagonista di questo spettacolo che negli anni si è
caricato di pathos, di significato fino a mostrare quanto siamo piccoli di
fronte al fluire della vita e in questo fluire la missione dell’attore, in
questo caso della talentuosa Viola Graziosi, è proprio quello di essere testimone
del mito che sopravvive ai secoli, anche attraverso le parole di Ghiannis
Ritsos che impareremo, grazie al teatro e al lavoro di Graziano Piazza e Viola Graziosi, a conoscere
e ad amare.
di Tania Croce
(foto locandina)
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