Prosegue l’ impegno di Isabel Russinova dedicato alla violenza sulle donne nel mondo occidentale e orientale, con “Safa e la sposa bambina” dal 15 al 20 novembre 2016 ai Conciatori, inserita nella campagna “Mai più spose bambine”, promossa da Amnesty International Italia, di cui sei testimonial, dopo aver scritto e rappresentato “Reinas, storie di grandi donne” che porterà in scena al teatro Arcobaleno (13-22 gennaio), con Tanaquilla, la moglie di Tarquinio Prisco, torni a parlare di donne simbolo di coraggio e vittime di violenza.
Ci racconti il tuo progetto presentato da Ars Millennia Production?
“Il progetto di Ars Millennia production , la società di produzione fondata assieme al mio compagno , Rodolfo Martinelli Carraresi, nasce dall‘ urgenza di continuare a sensibilizzare il pubblico e soprattutto i più giovani attraverso la cultura, il teatro, il cinema, la musica, l’arte su temi scottanti della nostra società, sui diritti umani che coinvolgono i più deboli, la donna, “Sui gradini del cielo” ne è un esempio, vede la violenza contro la donna, al centro di un impegno che prende forma attraverso la scrittura prima e la messa in scena poi di uno spettacolo capace di attivare dibattito e far conoscere la verità su argomenti così importanti. L ‘idea era quella di parlare della condizione della donna oggi, nel nostro tempo da oriente ad occidente del nostro pianeta, nell’ occidente così detto civile e globalizzato ,dove si sono ottenuti molti diritti ma dove dobbiamo tenere sempre alta la guardia perché la donna non è al sicuro e le cifre da bollettino di guerra che parlano di femminicidio lo dimostrano; Noi tutti continuiamo a gridare: perché ? Mentre da qualche parte una donna viene violata, ferita, umiliata, uccisa da un uomo e dove ancora non ci sono leggi che possono renderle davvero giustizia , dall’altra parte del globo in molti paesi la donna è assolutamente priva di diritti, non è tutelata ed è continuamente in pericolo e noi continuiamo a dire: no, perche? Ma non basta, ci vuole l’ impegno di tutti noi e l’ impegno parte anche proprio attraverso la conoscenza, la divulgazione della verità, della memoria, l’ approfondimento, soprattutto bisogna pensare alle giovani generazioni , per questo secondo me è importantissimo il teatro e la collaborazione con università e scuole, per rendere più consapevoli i giovani , femmine e maschi , solo così potremo aiutarli a vivere un futuro migliore. “Tanaquilla”, in scena al teatro Arcobaleno lo stabile del classico, a gennaio, ha come intento invece la valorizzazione della figura femminile , la memoria e la storia al femminile, che per troppo tempo è stata costretta a non essere raccontata anzi direi occultata per dare molto più risalto agli uomini, la storia è ricca di magnifici profili di donna che dovrebbero essere ricordati e raccontati, e un po’ quello che ho voluto fare con il mio “Reinas”, che mi sta dando molte soddisfazioni e che continuo a presentare in tante città italiane”
Raccontaci la stesura dei due copioni da cui nascono gli spettacoli ai Conciatori e al Palladium, li hai scritti prima o dopo “Reinas”?
“Dopo, naturalmente. Safa è stato presentato in prima assoluta ad aprile scorso in un progetto nato insieme a Università Roma 3 e Amnesty International- mai più spose bambine-, ho scritto il testo per il progetto e ho scelto di raccontare una storia di amicizia e solidarietà tra una donna (tratta da una storia vera) a cui la guerra ha tolto tutto e una giovanissima sposa bambina, unite nella tragedia e nel destino di rifugiate in un campo profughi. Due figure femminili diverse, per età, per condizione sociale, per storia, ma che la vita ha fatto incontrare. Vittime nell‘ inferno della peggiore brutalità umana ma che il coraggio e la volontà femminile riuscirà a riscattare. Ho finito di scrivere “Sui gradini del cielo” a Sara da pochi giorni, è stato molto doloroso per me , perché conoscevo Sara , la sua famiglia. Tina la mamma di Sara, mi ha permesso di raccontare Sara e di interpretare lei Tina, la mamma, in un racconto lucido e straziante insieme che parla di Sara ma racconta tutte le altre”
Sono stati pubblicati, è possibile leggerli?
“Non ancora, ma faranno parte di un volume “Sui gradini del cielo” edito sempre da Curcio Editore, (la casa editrice di “Reinas”) è una raccolta di drammaturgie che parlano di vittime ‘al femminile’ del nostro tempo”
Che differenza pensi ci sia tra la violenza sulle donne in oriente e in occidente?
“La violenza sulla donna parte dallo stesso demone: l’ignoranza e la fragilità culturale dell’uomo. L uomo ha imparato a non rispettare la donna, perché la cultura, la religione, la tradizione, glielo ha permesso. Per questo ho cercato di raccontare ‘facce’ diverse, ma assolutamente parte della stessa medaglia. Bisogna parlare alle nuove generazioni, bisogna parlare ai maschi e rendere più forti ed indipendenti i giovani attraverso la scuola. La cultura, solo la cultura può salvare l uomo”
Il teatro è un veicolo d’intercultura?
“Assolutamente sì, il più antico, il più efficace, il più affascinante, il più giovane ed eterno. Il teatro è nato assieme all’ uomo, è parte di lui e lo sarà per sempre”
Isabel Russinova, sarà ai Conciatori con “Safa e la sposa bambina” dal 15 al 20 novembre 2016 e il 28 al Palladium con “Sui gradini del cielo”.
Intervista su Il Giornale Off
Nessun commento:
Posta un commento