Quello dell'immondizia non è un gioco semplice come le tre carte con cui Pesce coinvolge il pubblico in sala.
La storia che racconta è penosa e inquietante e questa non è una commedia o semplicemente un monologo ma uno spettacolo corale, una drammatica sequenza di fatti, nomi, luoghi e umanità insozzata dalla nociva immondizia trasferita da una parte all'altra della Penisola, per essere ammucciata, nascosta, bruciata negli inceneritori, buttata in migliaia di cave e seppellita in bare nere di plastica che dissolvendosi nel terreno e nelle falde acquifere, rendono tossici i luoghi dove sono coltivati i cibi che mangiamo, provocando tumori e morte certa.
I traffici nella Capitale, la città dove l'AMA, non ama i romani ma li stordisce con cassonetti colorati e contenenti umido, carta, plastica e indifferenziata e illudendoli che la raccolta differenziata sia risolutiva per lo smaltimento dei rifiuti, interessano ampie zone come Malagrotta, una delle discariche più pericolose per la salute dei cittadini.
La differenziata non risolve proprio niente, anzi, nasconde quei traffici con cui si arricchiscono industriali e analfabeti coinvolti e responsabili del business tossico ecologico alimentare, che mina la salute degli uomini, degli uccellini e del pianeta.
Lo spettacolo è elettrizzante, sconcertante come quelli rappresentati da Ulderico Pesce, che si serve del teatro per informare, denunciare e fa riflettere coinvolgendo il pubblico nella sua battaglia civile e necessaria.
Il pubblico di Pesce non si limita ad applaudire, ma è invitato come cittadino a partecipare al cambiamento. Perché è un nostro diritto firmare una petizione per salvare il nostro pianeta e noi stessi. Tutti insieme possiamo chiedere l'inserimento del Reato contro l'ambiente all'interno del Codice penale italiano.
L'indirizzo per mettere la propria firma è: www.uldericopesce.it.
La storia che racconta è penosa e inquietante e questa non è una commedia o semplicemente un monologo ma uno spettacolo corale, una drammatica sequenza di fatti, nomi, luoghi e umanità insozzata dalla nociva immondizia trasferita da una parte all'altra della Penisola, per essere ammucciata, nascosta, bruciata negli inceneritori, buttata in migliaia di cave e seppellita in bare nere di plastica che dissolvendosi nel terreno e nelle falde acquifere, rendono tossici i luoghi dove sono coltivati i cibi che mangiamo, provocando tumori e morte certa.
I traffici nella Capitale, la città dove l'AMA, non ama i romani ma li stordisce con cassonetti colorati e contenenti umido, carta, plastica e indifferenziata e illudendoli che la raccolta differenziata sia risolutiva per lo smaltimento dei rifiuti, interessano ampie zone come Malagrotta, una delle discariche più pericolose per la salute dei cittadini.
La differenziata non risolve proprio niente, anzi, nasconde quei traffici con cui si arricchiscono industriali e analfabeti coinvolti e responsabili del business tossico ecologico alimentare, che mina la salute degli uomini, degli uccellini e del pianeta.
Lo spettacolo è elettrizzante, sconcertante come quelli rappresentati da Ulderico Pesce, che si serve del teatro per informare, denunciare e fa riflettere coinvolgendo il pubblico nella sua battaglia civile e necessaria.
Il pubblico di Pesce non si limita ad applaudire, ma è invitato come cittadino a partecipare al cambiamento. Perché è un nostro diritto firmare una petizione per salvare il nostro pianeta e noi stessi. Tutti insieme possiamo chiedere l'inserimento del Reato contro l'ambiente all'interno del Codice penale italiano.
L'indirizzo per mettere la propria firma è: www.uldericopesce.it.
Firmare sarà un modo per chiedere e consentire la riduzione, il riciclo e il riuso dei rifiuti, sviluppando la racconta differenziata porta a porta, come Pesce illustra nello spettacolo "Asso di Monnezza" in scena allo Spazio fino al 9 ottobre 2016.
I personaggi di questo spettacolo, potrebbero essere ognuno di noi.
I personaggi di questo spettacolo, potrebbero essere ognuno di noi.
di Tania Croce
Nessun commento:
Posta un commento