Gli "Americani" di Rubini nella serata benefica all'Eliseo

Accolto con eleganza all'Eliseo il pubblico romano di ieri sera, che ha partecipato alla raccolta fondi da destinare ai terremotati di Amatrice, dopo i calici di prosecco offerti dal direttore del teatro, ha seguito i due tempi dello spettacolo Americani di David Mamet diretto da Sergio Rubini. L'anteprima dello spettacolo che sarà in scena dal 27 settembre al 30 ottobre 2016, apre la ricca stagione del teatro che indossa un abito lussuoso e nuovo grazie all'intervento salvifico e indispensabile di Luca Barbareschi.

Il testo di Mamet, che risale ai primi anni ‘80, fotografava il feroce, competitivo mondo degli affari statunitensi. Quello riletto da Rubini è ambientato nello stesso periodo in un'agenzia immobiliare romana che vende terreni e villette, quindi sia i nomi degli interpreti che quelli delle località citate, sono italiani. Lui veste i panni di Daniele Sonnino, un anziano agente immobiliare che ha vissuto nei tempi in cui c'erano ancora dei valori dimenticati come il rispetto e che potrebbe essere un maestro per il giovane agente Roma, interpretato da un brillante Francesco Montanari, abile a vendere fumo con la sua loquacità con cui confonde il più attento cliente. 

Efficace nel primo tempo il dialogo tra Roberto Ciufoli e Gianluca Gobbi, asciutto e a tratti ironico come alcuni momenti dello spettacolo.

Singolare la sfuriata di Sonnino che comunica ai colleghi sulla scena e al pubblico l'esigenza di fare tesoro degli errori del passato. Un passato recente quello in cui è ambientata la pièce Glengarry Glen Ross di David Mamet, vincitore del premio Pulitzer che ha anche scritto l'adattamento cinematografico. La lavorazione durò solo 39 giorni e uscì nel 1992. 

Ricordo con ammirazione e commozione il film diretto da James Foley e visto al cinema nel '92  con un cast pazzesco, dal mio amato Al Pacino, che interpreta la parte del giovane agente immobiliare Ricky Roma, affidata a Francesco Montanari, a Jack Lemmon, Alec Baldwin, Kevin Spacey, Ed Harris, Alan Arkin, Jonathan Pryce. Ho trovato il copione di Rubini, straripante di turpiloqui come quelli nel testo originale, però penso che la traduzione letterale della 'parolaccia' americana sia sgradevole e affatto musicale, sarebbe stato meglio italianizzare pure quella oltre al resto. 

Bravo Gianmarco Tognazzi nel ruolo del direttore dell'agenzia e toccante il personaggio interpretato da Giuseppe Manfridi. Le note dei Duran Duran in chiusura di uno spettacolo che rispecchia i nostri tempi.



di Tania Croce




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