Quanta gioia ho provato a conoscere il linguaggio dei cani in teatro, i loro sogni e desideri leggeri, nonostante siano imprigionati in un canile, nella costante attesa di una famiglia che li accolga oppure dell' ineluttabile fine. Tutto ciò è accaduto davvero sul palcoscenico del Teatro Sette con la commedia "Io non posso entrare" di Manuela D'Angelo, dove i cani sono i protagonisti assoluti della pièce onirica e struggente in scena fino al 10 aprile. Quanto ho riso e gioito di fronte alla solita bravura del duo Perrozzi&Salvatori, vestiti rispettivamente da Randagio e Artù, un cane di razza. I due attori sono credibili ed efficaci nei panni del fedele amico dell'uomo, che spesso dimentica il rispetto per gli animali e li abbandona come capita ad Artù, il sofisticato cagnolino che erudisce il randagio emarginato perché bastardino ma libero, impegnato a scavare per fuggire dalla gabbia e per poter correre tra le vetrine della città. Poi c'è un terzo cagnolino, Lollo, una deliziosa cavia, interpretato da un impeccabile Bernardino De Bernardis, divertente e autentico con tutti i guaiti e le moine di un cane gioioso e amorevole. Le sei canzoni dello spettacolo, scritte e interpretate da Andrea Perrozzi (autore delle musiche) e Alessandro Salvatori, commuovono e divertono il pubblico che applaude e si alza dalla poltrona del teatro con le lacrime agli occhi.
Ho comprato il cd dove manca la bonus track che gli attori vi spiegheranno come avere alla fine dello spettacolo diretto da Paola Tiziana Cruciani e che è un vero tuffo nel cuore dei buoni sentimenti, i quali spesso l'uomo dimentica di avere.
Ringrazio Perrozzi, Salvatori e De Bernardis per queste belle emozioni
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