David e Lucy sono i protagonisti di una commedia ironica e colta, il cui autore, il canadese Norm Forest, affronta il tema della discomunicazione, ossia il detto non detto, dove attraverso un dialogo pieno di ombre e sottintesi, si svelano le storie di un uomo e una donna, uno scrittore di successo e la sua governante, che potrebbero trasformarsi come ogni vita umana, nella trama di un romanzo.
Il linguaggio egocentrico di David Kilbride, uno scrittore che deve il suo successo alla versione cinematografica di un suo libro sullo spionaggio, trascorre un'esistenza piena tra viaggi e matrimoni finiti nel vortice della monotonia e dei tradimenti subiti, mentre per 28 anni, Lucy Hopperstaad, la sua taciturna governante, assiste alle evoluzioni di una storia a tratti pietosa, quella del suo datore di lavoro, un uomo solo e malato, condizionato a tal punto dal valore della parola, da dimenticare il senso della sua stessa vita, che pian piano si avvia verso l'inevitabile epilogo.
Tutto accade in una notte. Il dialogo, la conoscenza intima tra i due individui che hanno affrontato dolori indicibili, rapporti sterili e inconcludenti, la scomparsa prematura delle figure genitoriali. David e Lucy sono orfani, isolati da un mondo sordo alla loro sete d'amore.
Ho trovato immensa la performance di Enzo De Caro, sensibile e meraviglioso interprete del vuoto incolmabile dell'animo umano, nonostante il successo professionale e la ricchezza economica, attraverso un personaggio efficace nell'adattamento italiano di Pino Tierno, sull'attenta traduzione di Danilo Rana e l'impeccabile regia di Emanuela Giornano. Accanto all'emozionante prova d'attore di De Caro, c'è quella toccante di Anna Galiena, che riesce a esprimere l'immensa pazienza delle donne, con un linguaggio non verbale che imprigiona in un carcere a vita i sentimenti più nobili ed elevati come l'amore stesso, troppo spesso negato ingiustamente.
Una coppia davvero bellissima sulla scena quella formata da Enzo De Caro e Anna Galiena, nello spettacolo in scena al Parioli fino al 20 marzo 2016, dove si ride, si piange, ci si commuove per la maestria con cui è raccontata la storia di due vite, di un uomo e una donna che potrebbero essere ognuno di noi.
(Note di regia)
Un mondo di ricchezza elegante, fredda, formale, da casa di prestigio ma senza anima. L'anima, il calore ce lo regalano le sottili tessiture di sguardi e svelamenti, di bisogni non dichiarati. Nasce una partitura preziosa per due attori che si mettono in gioco con sensibilità e intelligenza, dove la regia si concentra nel costruire un rapporto in cui progressivamente l'uno vive nel respiro dell’altro. In cui l'ascolto dell'altro diventa un punto di arrivo; un traguardo che in scena si sente…si tocca…si gode…( Emanuela Giordano )
Relazioni con la stampa: Maurizio Quattrini tel.338/8485333
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