Nerone Duemila anni di calunnie di e con Edoardo Sylos Labini al teatro Quirino dal 19 al 31 gennaio 2016

E' in scena al Quirino una commedia sul potere, come l'ha definita l'autore della drammaturgia Angelo Crespi, che nasce dall'incontro tra due menti fertili come la sua e quella di Edoardo Sylos Labini, impegnato a dipingere biografie di personaggi calunniati nella storia come D'Annunzio oppure Balbo, e che dopo aver letto il libro scritto da Massimo Fini intitolato "Nerone Duemila anni di calunnie", ha voluto mostrare la verità celata dietro le false accuse che hanno reso famoso Nerone. L'imperatore noto per aver bruciato Roma con l'intento di costruire la sua Domus Aurea e per aver soddisfatto la sua sete di sangue, ci appare sotto una nuova e autentica veste, ossia quella di un grande uomo di stato, un sostenitore della plebe degradata e che tentò una svalutazione monetaria, proponendo una riforma delle imposte. Pur essendo un visionario e un megalomane, Nerone fu secondo Fini un 'principe rinascimentale' in anticipo sui suoi tempi che la storiografia anglosassone di fine '800 ha rivalutato, mentre gli storici contemporanei suoi antagonisti come Tacito, denigrarono. Dunque da incendiario ad autore di una grande rivoluzione culturale nella sua città dove portò nell'anfiteatro non i gladiatori ma il teatro, da grande appassionato d'arte quale era nonché della cultura e della poesia greca.
Crespi afferma che tutto ciò che Fini ha scritto nel suo illuminante saggio a cui questo spettacolo s'ispira, è stato tradotto nella commedia, ambientandola in una notte. La madre Agrippina a cui l'imperatore era legatissimo e interpretata da Fiorella Rubino, gli ricorda che "la storia la scrivono i vincitori"  e questo grande incubo vissuto dall'imperatore visionario, si conclude con la frase "quale grande artista muore con me?". Accanto alla figura del protagonista, interpretato con immenso trasporto e talento da Sylos, spicca la figura di Seneca (Sebastiano Tringali) che nella finzione scenica appare come un parlamentare, secondo Fini addirittura è l'Alberoni di quei tempi, un vero e proprio battutista. Edoardo Sylos, s'identifica con la battaglia culturale intrapresa da Nerone, ammettendo che la Roma dell'imperatore somiglia alla nostra Roma, dove si dovrebbe vivere solo di cultura. In consolle Sylos sceglie ancora una volta il dj Paul Vallery che è sia l'autore delle magnifiche musiche che il mimo abilissimo nel tradurre le confessioni di Nerone, impegnato ad Anzio mentre la sua Roma ardeva tra le fiamme che lui stesso intervenne per spegnere. L'impero di Nerone in questa commedia, si trasforma in una corte, animata da mimi, ballerini e ancelle. Il cast composto da ben 24 attori, concluderà il 31 gennaio questo spettacolo e per via dei costi troppo alti, non ci sarà nessuna tournée. Però Sylos, come il fiero e rivoluzionario Nerone, sogna di fare un partito della cultura per realizzare i suoi progetti teatrali. Sono rimasta particolarmente colpita dal lavoro svolto da questo armonioso triunvirato composto da Edoardo Sylos Labini, Angelo Crespi e Massimo Fini, unito nell'intento d'illuminare il pubblico teatrale, su una vicenda affascinante e attuale come quella di Nerone. Oltre alle numerose citazioni filosofiche e i riferimenti culturali come L'Iliade di Omero o il Nerone petroliniano, ho trovato toccante il dialogo iniziale tra Agrippina e l'imperatore, dove la madre gli mostra nel momento in cui vuole suicidarsi, il nulla che troverà nell'aldilà, un posto dove non c'è distinzione tra le anime degli eroi e le altre che vagano senza senso. Estremamente commovente anche la scena finale dove Nerone ammette che ci vuole una vita per imparare a vivere e non riesce a prepararsi alla morte, perciò sceglie di congedarsi dalla vita non come uomo ma fingendosi attore privato della sua maschera. Roma Caput mundi, deve sostenere questo spettacolo meraviglioso, per poter insegnare e tramandare la vera storia dell' imperatore illuminato che visse nel secolo sbagliato. 

di Tania Croce





Se sei un frequentatore abituale del mio sito e ritieni utile il lavoro che svolgo, sostieni il mio impegno con una donazione spontanea. Grazie!

Donazione PayPal

3 commenti:

  1. Un uomo amante dell'arte come Nerone...nn può bruciare la sua adorata città...eppure nei libri di Storia questo ci hanno fatto studiare!Oggi attraverso vari studi e ricerche si conosce la verità e la si vuole far conoscere tramite questo splendido spettacolo al Quirino...da vedere assolutamente per gli amanti della verità...splendidamente recensito da Tania Croce!

    RispondiElimina
  2. E' uno spettacolo che merita di essere visto per la ricchezza dei contenuti e perché ha gettato nuova luce sull'imperatore più calunniato della storia. Ti ringrazio per essere costantemente presente nel mio blog e per apprezzare ciò di cui mi occupo! Grazie Wiki <3

    RispondiElimina
  3. Grazie al cielo Roma ha potuto ospitare uno spettacolo di così altissimo livello! Grazie al Quirino che l'ha ospitato!!

    RispondiElimina

PennadorodiTania CroceDesign byIole