Michele Ranieri slowhand italiano, dalla fisarmonica alla chitarra, la bella storia di un musicista Made in Italy

Ti ho apprezzato allo spettacolo Sanremo Story in scena al Golden, ho sentito il tuo video su you tube, il live ad Arena, raccontami il tuo progetto One Man Band

Sì, sto facendo lo spettacolo coi Favete Linguis al Golden, saremo in scena fino al 20 dicembre, in qualità di chitarrista e corista, uno spettacolo molto divertente per il pubblico e anche per noi, loro sono bravissimi, come sempre. Sono molto contento di lavorare con loro e con i colleghi Mimmo Sessa (tastierista dell'orchestra di Sanremo da dieci anni, un talento enorme) e con Cristiana Polegri (cantante e sassofonista bravissima). Mi piace parlarti del mio progetto One Man Band, che è un omaggio a Pino Daniele, artista che amo e che ascolto da sempre. In questo progetto sarò solo, servendomi di una pedaliera, con la quale faccio i loop dal vivo, un pedale che utilizzo per armonizzare la mia voce in tempo reale e uno che dà il suono più basso alle corde più basse della mia chitarra, creando una specie di Band invisibile ma rigorosamente dal vivo.

Wow, mi viene da chiamarti Slowhand, in ricordo del mio mitico Eric Clapton eppure sei un musicista e interprete della musica italiana, come ti sei formato e cosa ne pensi dei vari Talent musicali, XFactor e The Voice?

Sono un cantante e interprete e un poli-strumentista, amo molto la musica italiana, prediligendo i classici, i pezzi degli anni '60/'70. Ho inziato a suonare da piccolo nel mio paese natìo (Arena - Vibo Valentia), trasferendomi a Messina per due anni, e poi a Roma per dedicare la mia vita alla musica.
Da anni collaboro con diversi artisti del panorama musicale italiano come corista e poli-strumentista e amo il mio lavoro nonostante le numerose difficoltà, i tempi sono cambiati e non in meglio, anzi. Si fa molta fatica a vivere di questo lavoro. Non seguo i Talent, non mi divertono perché la musica non è la protagonista, puntano molto allo show, alla polemica e alla critica, dato che credo il talento non sia tutto ma solo una parte dell'insieme quindi tutto il resto non viene fuori e molti giovani vengono illusi e poi restano con un pugno di mosche in mano, non c'è sincerità, è solo un gioco, uno show televisivo dove gli unici a trarne vantaggio, probabilmente sono i giudici.

Come hai iniziato, con quale strumento

Da piccolo ho iniziato con la fisarmonica che non mi piaceva molto, ma mio padre aveva solo quella, poi m'innamorai della chitarra, del basso, della batteria. Ho suonato e suono di tutto, mi piace la musica a 360° in tutte le sue sfaccettature. Pensa che la mia prima esibizione risale a quando avevo 9/10 anni e provavo tutti i giorni sui gradini della porta di casa, poi mi chiamarono per suonare sul palco un pezzo alla festa del mio paese, ero felicissimo, non aspettavo altro, però stento a ricordare il pezzo che interpretai. Da lì, sembrò che il mondo delle sette note mi volle fortissimamente e la passione prosegue. Penso che sia indispensabile lavorare sodo e credere con animo sognante e determinato al tempo stesso, in quel che si svolge, nonostante enormi difficoltà, accrescendo di giorno in giorno il proprio bagaglio per essere sempre pronti a esprimersi e a emanare e diffondere questa passione meravigliosa.

Che la musica sia sempre con te Michele e dopo aver sentito la tua voce bellissima chiudere lo spettacolo Sanremo Story al Golden, invito tutti a seguirti e sostenerti nel tuo meraviglioso sogno musicale

di Tania Croce





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