L'astronomo, il filosofo, il poeta, l'uomo d'armi, il sognatore, l'amante... ma per conto d'altri, colui che in vita sua fu tutto e non fu niente, irrompe sul palcoscenico del Parioli in penombra,
come se persino la luce possa corromperlo, indossando il cappello senza il candore del suo pennacchio, un mantello e la divisa da cadetto di Guascogna, alla quale sarà fedele fino alla fine dei suoi giorni, congedandosi dal mondo per colpa della disturbatrice che metterà fine ai sogni appassionati dell'uomo innamorato in eterno della cugina Rossana. Una pedana con delle botole, è lo spazio dove si consuma la pièce di Edmond Rostand, che i due registi Matteo Alfonso e Carlo Sciaccaluga, hanno ridotto a due atti, anziché cinque. Le licenze poetiche dello spadaccino francese e il suggestivo duello che apre il primo atto, sono magistralmente interpretati dal magnetico Antonio Zavatteri, vestito di presunzione e libertà, sogno e poesia, per emozionare il pubblico della prima, nel noto teatro romano. Accanto all'eloquente guascone, s'illumina Rossana (Alice Arcuri), bella ed elegante, pretenziosa e illusa dalle parole d'amore del bel Cristiano (Marco De Gaudio). Delizioso Raguenau (Matteo Alfonso) e il conte De Guiche (Alberto Giusta), la graziosa Sarah Pesca nei panni di Montfleury, la governante Lisa, un cadetto e Suor Marta e bravo anche Le Bret (Roberto Serpi). In quest'atmosfera d'altri tempi, risalta una scenografia da teatro molieriano e gli straordinari costumi di Guido Fiorato.
come se persino la luce possa corromperlo, indossando il cappello senza il candore del suo pennacchio, un mantello e la divisa da cadetto di Guascogna, alla quale sarà fedele fino alla fine dei suoi giorni, congedandosi dal mondo per colpa della disturbatrice che metterà fine ai sogni appassionati dell'uomo innamorato in eterno della cugina Rossana. Una pedana con delle botole, è lo spazio dove si consuma la pièce di Edmond Rostand, che i due registi Matteo Alfonso e Carlo Sciaccaluga, hanno ridotto a due atti, anziché cinque. Le licenze poetiche dello spadaccino francese e il suggestivo duello che apre il primo atto, sono magistralmente interpretati dal magnetico Antonio Zavatteri, vestito di presunzione e libertà, sogno e poesia, per emozionare il pubblico della prima, nel noto teatro romano. Accanto all'eloquente guascone, s'illumina Rossana (Alice Arcuri), bella ed elegante, pretenziosa e illusa dalle parole d'amore del bel Cristiano (Marco De Gaudio). Delizioso Raguenau (Matteo Alfonso) e il conte De Guiche (Alberto Giusta), la graziosa Sarah Pesca nei panni di Montfleury, la governante Lisa, un cadetto e Suor Marta e bravo anche Le Bret (Roberto Serpi). In quest'atmosfera d'altri tempi, risalta una scenografia da teatro molieriano e gli straordinari costumi di Guido Fiorato.
La parola ai registi che a proposito dello spettacolo hanno detto: "Ci entusiasma l’idea di affrontare un testo in versi, lavorare con gli attori e rendere credibile un mondo in cui tutti parlano in versi e solo qualcuno è un poeta" - affermano i registi. "L'amore di Cyrano per la cugina Rossana è il motore di tutta la vicenda, sullo sfondo di una società perbenista ma corrotta fino al midollo, un mondo dove il potere fa gli occhi buoni ma ti pugnala alle spalle, dove i politici si atteggiano a irreprensibili censori ma nel privato si abbandonano a ogni vizio. La forte opposizione di Cyrano al sistema di potere ed apparenza in cui vive è quanto mai attuale e ci permetterà di reinventare la realtà in cui si svolge la vicenda estrapolandola dal suo tempo e trovando una chiave per raccontare al pubblico qualcosa che lo riguarda molto da vicino. Cyrano, segnato dall'ossessione per il proprio aspetto fisico, non combatte solo per l'amore di Rossana, ma anche contro la società in cui vive. E, come tutti sanno, Rostand racconta una delle storie d'amore più commoventi della storia del teatro.Abbiamo a disposizione un testo vibrante, una delicatissima storia d’amore magistralmente disegnata: un attore che, come pochi, può incarnare lo spirito anarcoide ed altamente poetico del nostro protagonista e un cast di altissimo livello, proveniente principalmente dal Teatro Stabile di Genova, che ben saprà dare vita alla nostra storia. La nostra ambizione è quella di portare in scena uno spettacolo popolare, nell’accezione più nobile del termine, cercando di coinvolgere il maggior numero di spettatori possibile in quella festa di intrattenimento e confronto che il teatro sempre dovrebbe essere".
E' stato emozionante assistere a questo adattamento del Cyrano de Bergerac, in scena al teatro Parioli fino all'8 novembre.
di Tania Croce
Nessun commento:
Posta un commento