Uno, nessuno e centomila umori, identità, emozioni trapelano dallo spettacolo omaggio di Paolo Perelli all'amatissimo premio Nobel della letteratura del '900: Luigi Pirandello, che appare sulla scena, scrive e infine si congeda dal suo pubblico e dalla vita, lasciando al mondo un testamento prezioso: i suoi personaggi fragili e umanissimi, che ha incontrato ogni domenica mattina dalle 8 alle 13, e che lottano per entrare tra le pagine dei suoi libri perché sanno che questo darà loro l'immortalità.
Perelli si veste di struggente follia, delineando col suo sguardo, con le mani, la voce e ogni singola parte del suo corpo, sulle note di Modugno e Moby, la misera vita di Belluca, illuminata un bel giorno dal fischio di un treno, oppure la disperazione dell'Uomo dal fiore in bocca, che nostalgico e consapevole, si attacca ai frammenti di vita che gli restano per goderne appieno, come farebbe chiunque sappia che la fine è vicina.
La verità, La tragedia di un personaggio, La trappola, ossia alcune delle Novelle per un anno, sfilano coi loro piccoli personaggi che lo scrittore di Girgenti descrisse con un'autenticità e un'intensità tale, che è sottile il confine tra realtà e finzione e nel leggere oppure vedere rappresentati i drammi di questi uomini, sembra si stiano consumando sotto i nostri occhi. Fu questa l'abilità di Luigi Pirandello, la capacità di fotografare i disagi dell'animo umano nei suoi scritti ed è ciò che ha probabilmente affascinato l'interprete e regista di questo spettacolo e accanto alla letteratura e al teatro, c'è il flusso della vita che scorre, travolgendo tutto, accendendo cuori e menti, fino all'ultima battuta.
Il successo della prima all'Ambra alla Garbatella, ha dimostrato che il teatro, come dice sempre Paolo, è rivoluzione.
Andate a vedere Perelli, sarà in scena col suo stupendo atto unico il 17 e il 18 ottobre.
di Tania Croce
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