la febbricitante attesa di un esame delicatissimo che sembra una vincita al superenaletto, la sconcertante voce del dottorino col suo modo colto di sciorinare patologie incomprensibili, oppure la sfilata dei visitors tra parenti e amici nell'ora verde o rossa che dir si voglia, insomma, il mondo visto dalla parte del pigiama è quello illustrato dal carismatico Nicola Pistoia nello spettacolo in scena al Teatro Sette. Ispirato al libro di Fabrizio Blini, che non ricorda di essere mai stato sano come un pesce, lo spettacolo vuole essere una proiezione oltre i confini della sanità, in un viaggio dentro se stessi dove Nicola conduce lo spettatore, prestando la sua voce al disagio interiore e trasformando il suo corpo in un fascio di nervi tesi come un laccio emostatico, intorcinati come un filo di flebo in cui lo stillicidio della goccia sembra essere la pena da scontare del degente, vittima di una congiura, quella tra primari, caposala, medici in prima linea, Natali passati in casa di cura e stati d'animo che oscillano dall'urgenza alla pazienza fino al meritato congedo, dove il rumore più confortante, è quello delle chiavi che aprono la porta di casa. Tra le corsie di questo ospedale, si agitano suore inflessibili e pazienti lamentosi o dottorini e primari che hanno il volto e l'ironia di Armando Puccio, valida spalla del protagonista e portatore sano di ottimismo perché se è vero che una risata ci dimetterà, è necessario avere fede o almeno simpatizzare con la caposala o l'infermiera, la dottoressa e sopportare la moglie che ti fa visita con costanza, come racconta Ketty Roselli, con estrema simpatia e bravura in questa pièce dove il ricovero e la cura coincidono; Andate a vedere se è vero che una risata vi dimetterà, al Teatro Sette fino al 25 ottobre. Parola mia e di Gigi Piola, il regista.
di Tania Croce
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