Piazza nei panni di Lear, è una figura regale ed elegante, che oscilla con la sua intensità, tra la lucidità e la follia come chiunque abbia bisogno d'amore e che spera attraverso dei doni, di avere per sempre.
Come dono il suo regno dunque, una ricca eredità per le tre figlie. Mentre le prime due dicono di amarlo, la terza, Cordelia (Mimosa Campironi), preferisce tacere e il suo niente viene scambiato per ostilità nei confronti di un padre che la adorava. Questo l'incipit del dramma shakespeariano diretto da Daniele Salvo. Un'umanità subdola, arrivista, cinica e insensibile, circonda il trono del re dall'aspetto burbero e dal tono possente, che rivela un animo fragile e innocente, destinato alla solitudine e sopraffatto dal dolore. Fool (Selene Gandini) il buffone, è l'unico conforto per il vecchio re ormai pazzo che tenta di supplicare il suo Dio, nella brughiera in tempesta e di far sentire le sue parole che si confondono tra i tuoni, mentre si alternano le eclissi di luna e di sole. La guerra non è solo sul campo di battaglia, ma nell'animo umano e la cattiveria e la prepotenza, avvelenano e uccidono prima del tempo, i personaggi shakespeariani. Come disse Strehler in un'intervista, a proposito del suo Lear del 1972: "E' una tragedia che si inteatra", data la teatralità del linguaggio creato dal suo autore. E la totalità espressiva del linguaggio teatrale, è stata mantenuta inalterata dal regista, fino alla magnifica scena in cui Lear muore straziato tra le braccia della figlia, che lo ha lasciato, spegnendo i riflettori del suggestivo palcoscenico del Globe Theatre, dove Graziano Piazza è stato sublime.
Come dono il suo regno dunque, una ricca eredità per le tre figlie. Mentre le prime due dicono di amarlo, la terza, Cordelia (Mimosa Campironi), preferisce tacere e il suo niente viene scambiato per ostilità nei confronti di un padre che la adorava. Questo l'incipit del dramma shakespeariano diretto da Daniele Salvo. Un'umanità subdola, arrivista, cinica e insensibile, circonda il trono del re dall'aspetto burbero e dal tono possente, che rivela un animo fragile e innocente, destinato alla solitudine e sopraffatto dal dolore. Fool (Selene Gandini) il buffone, è l'unico conforto per il vecchio re ormai pazzo che tenta di supplicare il suo Dio, nella brughiera in tempesta e di far sentire le sue parole che si confondono tra i tuoni, mentre si alternano le eclissi di luna e di sole. La guerra non è solo sul campo di battaglia, ma nell'animo umano e la cattiveria e la prepotenza, avvelenano e uccidono prima del tempo, i personaggi shakespeariani. Come disse Strehler in un'intervista, a proposito del suo Lear del 1972: "E' una tragedia che si inteatra", data la teatralità del linguaggio creato dal suo autore. E la totalità espressiva del linguaggio teatrale, è stata mantenuta inalterata dal regista, fino alla magnifica scena in cui Lear muore straziato tra le braccia della figlia, che lo ha lasciato, spegnendo i riflettori del suggestivo palcoscenico del Globe Theatre, dove Graziano Piazza è stato sublime.
di Tania Croce
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