L' anima di un eroe immortale, malinconico, disarmato, appare in una notte mite come la quiete meritata accanto alla gloria e a piedi nudi indossa gli abiti leggeri di una donna che vive nell'assenza del marito suicida, Aiace, dando voce al mito sognante e presente.
Nel suo sguardo sono proiettati i colori del tempo burrascoso e felice della guerra e dell'amore, ma i conflitti ora sono solo interiori e le ore da vivere sono quelle della memoria dove il tempo si ferma per sempre. Poi torna come un'eco, l'amabile uomo ormai perso nei ricordi del cuore.
Viola Graziosi è l'anima e l'uomo, l'eroe umano e leggero che nulla sarebbe senza l'amore della sua donna. Un'interprete delicata e intensa nel suo primo monologo, sussurrato in punta di piedi e gridato con coraggio e immensa grazia.
La suggestione di Ghiannis Ritsos, il poeta greco devoto a Sofocle, è resa magnificamente da un regista attento e intenso come Graziano Piazza che attingendo al vasto serbatoio dei classici, nella traduzione di Nicola Crocetti, tenta uno stravolgimento linguistico dove il dramma di Aiace si tinge di rosa per rafforzare il concetto dell'immortalità dell'epico eroe omerico.
Un lavoro veramente bello quello rappresentato il 29 luglio a FontanonEstate 2015, che sarà a Segesta il 6 agosto in occasione delle Dionisiache.
di Tania Croce
(foto di Enzo Aronica)
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