Il parco dell'umanità è lo scenario dello spettacolo diretto da Peter Stein all' Argentina, che per l'occasione ha trasformato il palcoscenico in un teatrino di anime in pena, avvolte da sogni infranti, desideri sopiti, un erotismo consumato dall'assenza di 'voglia', di sogno, conservata nel cespuglio incantato
e brillante dove appaiono due fantasiosi personaggi shakespeariani come Oberon (Paolo Graziosi) e Titania (Maddalena Crippa), per ridestare nell'uomo la passione erotica.
e brillante dove appaiono due fantasiosi personaggi shakespeariani come Oberon (Paolo Graziosi) e Titania (Maddalena Crippa), per ridestare nell'uomo la passione erotica.
I due passionali e incorporei esseri, vagano tra gli umani, tentando di estirpare il seme della discordia e del fallimento, ma l'attuale società li ha risucchiati in un vortice di tentazioni vane, dove persino l'arte muore, come ricorda in apertura George (Graziano Germano Piazza), prima sedotto dalla bellezza esteriore di Helen (Pia Lanciotti), poi vittima di un matrimonio privo d'amore e di senso come ogni altra cosa esistente nel mondo attuale, disarmonico e sordo ai desideri autentici. Nella pièce in tre atti, ambientata nel parco di Berlino Grosser Tiergaten, si svolge lo spettacolo corale dove il vero protagonista è il tempo che ha consumato desideri e sogni legittimi, umani, trasformandoli in ambizioni, apparenza, ipocrisia, vanità. Nemmeno il mago Cyprian (Mauro Avogadro), il moderno Puck al servizio di Oberon, è in grado di trasformare l'animo degli uomini attraverso i suoi incantesimi. Così l'amicizia e l'amore muoiono tra urla punk di giovani disorientati e borghesi altezzosi e ormai vinti dal destino, dopo aver tentato di fare carriera, si arrendono al buio sordo di una realtà senza passioni, dove l'unica superstite tra le anime smarrite è una Titania umanizzata e vecchia, vittima di un tremendo sortilegio, capace di amore vero, solo verso il figlio minotauro e informe frutto del suo accoppiamento con un toro, dopo che quelli tentati con gli uomini, sono miseramente falliti.
Il movimento caotico dei personaggi che rappresentano tutti i limiti umani, i sogni e le passioni, è reso magnificamente da un cast affiatato e vibrante, tra le scenografie mobili e suggestive di Ferdinand Woegerbauer e i costumi bellissimi di Anna Maria Heinreich.
Elegante e disperato è il contributo artistico ed umano di Germano Graziano Piazza, attore che lascia il segno in ogni sua performance e anche stavolta attraverso una recitazione sobria e impeccabile, dove si alternano pathos e follia, amore e disincanto, proprio come avrebbe voluto lo stesso William Shakespeare, nel suo "Sogno di una notte di mezza estate" a cui questo spettacolo s'ispira.
Grazie per il sogno.
di Tania Croce
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