Dalle penne di Massimo Natale, Ennio Speranza e Andrea Tagliacozzo, nascono Lorenzo, Matteo, Clelia e Giuseppe Camozzi, i protagonisti della pièce "Zio Pino", dove amore e interesse, sbilanciano rapporti affettivi e sentimentali, fino a 'congelarli'.
Si tratta di personaggi problematici e divertenti che filtrano attraverso le loro stranezze e i costanti scontri, i disagi e il malessere dei nostri tempi. La disoccupazione è un falso problema perché esiste un modo per evitarla: la pensione di Zio Pino, vecchio e delirante fino all'ultimo dei suoi giorni.
Si tratta di personaggi problematici e divertenti che filtrano attraverso le loro stranezze e i costanti scontri, i disagi e il malessere dei nostri tempi. La disoccupazione è un falso problema perché esiste un modo per evitarla: la pensione di Zio Pino, vecchio e delirante fino all'ultimo dei suoi giorni.
La casa di Zio Pino, sembra il salotto di una fiction dove si agitano i due nipoti Lorenzo e Clelia, disturbati costantemente da Matteo, un musicista esaltato e buffo ma di gran cuore e intuizione, anche quando tutto sembra irreparabile. Credibile e delizioso Simone Montedoro che siamo abituati ad ammirare nella divisa magnetica e inconfondibile del Capitano Tommasi in "Don Matteo", nei panni stavolta di Lorenzo, un uomo spaurito e timoroso, pieno di tic e schiacciato dalla personalità di sua sorella Clelia, la bella Euridice Axen, isterica eppure vittima degli eventi. Simpatica Noemi Sferlazza nella sua piccola parte, dulcis in fundo, Stefano Fresi, che dire di lui, tutto il bene possibile, divertente, commovente, tenero, un vero talento!
Un applauso a Massimo Natale per la regia e al Teatro Golden per ospitare spettacoli sempre piacevolissimi.
di Tania Croce
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