Lei è una scienziata polacca, una ricercatrice, una madre, una moglie che trova il suo nascondiglio: il laboratorio, ed è proprio questo il luogo pieno di ricordi, dove ha inizio la storia di una delle donne più emblematiche e rivoluzionarie del '900: Marie Curie. E' imperturbabile e silenziosa, concentrata nella costante ricerca dell'invisibile nelle cose, come fosse un'esigenza quella di sentirsi utile nel passaggio terreno, e così studia ostinatamente, accanto al marito Pierre, lo scienziato che la sostiene negli anni parigini fino al momento della sua prematura scomparsa e con il quale divide il Premio Nobel nel 1903 per la fisica, relativamente agli studi sulle radiazioni. Il secondo, lo riceverà nel 1911 per la chimica, con la scoperta del radio e del polonio, ma allora vivrà nel ricordo sbiadito del suo grande amore e accompagnata dalla figlia Irene e dalla sua assistente Blanche. Riservata e quasi distaccata dal mondo che la circonda, lei in realtà lo analizza nei minimi dettagli, scoprendo che l'atomo non è affatto la più piccola particella esistente, essendo a sua volta composto da particelle più piccole, ossia subatomiche. La figlia Irene, erediterà da Marie, la passione per la scienza, aggiudicandosi il premio Nobel nel 1935, mentre l'altra figlia, Eva, diventerà scrittrice e sarà lei a raccontare l'entusiasmante vita della madre, messa in scena da Riccardo Diana con delicatezza e realismo in queste due illuminanti repliche al Teatro Vascello. Una credibile e affascinante Barbara Scoppa nei panni di Madame Curie, accanto a Camilla Diana, la curiosa e appassionata figlia Irene, brava anche negli altri ruoli interpretati. Infine Carlotta Mangione, deliziosa sia nei panni della sorella di Marie che in quelli di Blanche l'assistente e di Eva, la primogenita. Sognanti le musiche di Marcello Fiorini e bella ed essenziale la coreografia di Giovanna Gallorini, suggestive le scene e i costumi di Maria Toesca, originale la scelta del pannello attraverso cui è possibile vedere le attrici in scena, coperte da una coltre, come se fossero fantasmi del passato eppure figure vive e vitali, rivoluzionarie. Segretaluce è uno spettacolo d'immensa bellezza e interesse scientifico, un faro nel cammino verso la conoscenza.di Tania Croce
Segretaluce nel laboratorio di Madame Curie, di Riccardo Diana al Teatro Vascello (4 e 5 febbraio 2015)
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