Il suo nome è Sad che in inglese significa 'triste', deve uscire però ha una storia da raccontare e si inchioda a una sedia che anche se non è sua, per lui quella è la sua casa. Poi si alza e descrive la terra dei filosofi e pensatori dove è andato a vivere e per potersi mantenere, vende rose rosse, un colore che s'intona con la pelle chiara e bella delle donne che le riceveranno in dono.
Indossa abiti lisi, stringe i suoi occhi scuri e comunica al mondo occidentale le differenze semantiche tra parole che nascondono significati uguali per tutti, una fra queste è la diversità. L'arabo è la sua lingua, lui pensa in arabo, mangia cibi che contaminano il suo alito e persino l'odore delle sue urine: le cipolle; I suoi ricordi sono là, nella sua Terra, dove c'è sua madre e una donna amata che ormai si è dimenticata di scrivergli.
Persino le cose semplici del vivere quotidiano, sono per lui ambiziose e negate da un popolo di pelle bianca che lo esclude. Eppure la prima cosa che ha acquistato coi soldi guadagnati vendendo rose, è un dizionario. Ama la cultura e la filosofia, pur non riuscendo a capire dove trovi ancora la forza, in quella miseria indescrivibile, di amare la vita.
Forse è perché ha solo trent' anni e anche se è nella disperazione totale, pur appigliandosi alla sua gioia di vivere, vorrebbe mettere fine ai suoi patimenti. Sad pensa degli uomini, anche di quelli con la pelle come la sua, ossia scura che "siamo canali comunicanti e possibilmente liberi di risuonare al tentativo incessante di una risonanza condivisa".
Sad avrebbe pronunciato "un pensiero semplice espresso in modo complicato", Sad non è triste, Sad è felice.
Graziano Piazza, continua a far riflettere ed emozionare con lo spettacolo che nasce dopo la lettura di Dreck il libro di Robert Schneider e che dal 1997 coinvolge gli spettatori. Nel suo monologo, interpreta un uomo disperato eppure poetico e nonostante le privazioni subite, nessuno potrà negargli la libertà di sognare.
Come sempre, un'ottima prova d'attore per Piazza al Teatro Lo Spazio di Roma (il 29 ottobre 2014), merita un applauso prolungato, il delicato e seducente interprete dell'animo umano.
di Tania Croce
Nessun commento:
Posta un commento