Frankenstein







"Con un  solo passo entrai in un mondo diverso un mondo che avevo visto solo da lontano". 
 
Il vecchio incontrato nel mulino che è il suo rifugio dopo l'esplosione di quello che è stato il laboratorio da  cui proviene, è per la  Creatura il  contatto con il primo essere umano che è cieco eppure vede in lui  un essere dotato di bontà e un amico che oltre a chiedere la sua compagnia, offrendogli cibo e ospitalità,  lo induce  ad avere informazioni sulla sua identità di cui lui stesso  non sa nulla anche se ha protetto e custodito come uno spirito della foresta, gli abitanti di quel luogo che lo ha accolto.

Il vecchio cieco chiede al suo nuovo amico  di leggere e la Creatura legge la sua prima storia ed è la prima storia  di Adamo  ed Eva e della loro vita insieme nel primo giardino, legge dell'ascesa di città rivali e del crollo  di una torre e dell'ira  di un Dio, legge di uomini che avevano combattuto i draghi e che avevano perso tutto.

Per la Creatura il contatto con il mondo esterno è una scoperta continua e sorprendente  come la neve che secondo il vecchio cieco, rende tutto più pulito e nuovo. 

Il paradiso perduto è il libro che il vecchio invita a leggere e la Creatura a quel punto sente  l'esigenza di comprendere chi sia. 

"Ho scoperto cosa sono, qual è la mia origine,  io sono il frutto di un ossario,  un rottame messo insieme  da rifiuti e scarti di cadavere, un mostro".

Per il vecchio cieco che in assenza della Creatura è stato aggredito dai lupi e che deve espiare il peccato di aver ucciso un uomo buono, la Creatura è solo un uomo buono e un suo amico.

Ed è così che la storia di Frankenstein raccontata da Victor il suo creatore, diviene la storia della Creatura da cui si allontana e che abbandona per poi ritrovare alla fine della sua esistenza.


Il film diretto da Guillermo del Toro,  mostra  l'anima che c'è dietro la Creatura di Mary Shelley ideata da Victor Frankenstein per superare l'idea stessa della morte e che appare persino poetica e di un'umanità  sconcertante. Al posto di bulloni spesso associati all'immagine del protagonista del romanzo gotico ottocentesco, ci sono pelle lacerata, cuore e lacrime che solcano un viso espressivo e immortale.

Il cast del film è  pazzesco  da Jacob Elordi nei panni della Creatura a Oscar Isaac in quelli di Victor Frankenstein.

La visione è consigliata !


Halloweentown Streghe si nasce

 Marnie è attratta da Halloween.

"Halloween è una tradizione strana ed eccitante e in più la notte di Halloween si sono conosciuti mamma e papà".

Tutti festeggiano, tranne lei perché la madre non vuole che esca quella notte.

Giunge la nonna Aggie (Debbie Reynolds) in maniera sovrannaturale. Indossa un mantello ed ha tanti regalini da dare alle nipotine.

C'è un sacco pieno di caramelle per loro ma in mezzo ai dolciumi una treccia d'aglio per scacciare i vampiri, ma è necessario attaccarlo alla porta.

Marnie compie tredici anni. Ci sono tanti regali speciali da scoprire.

Ma è tutto pronto per indossare i costumi per la festa di Halloween finalmente.

La madre Gwen (Judith Hoag), non vuole si festeggi Halloween ma è pronta la cena ed è più divertente cenare mascherati.

La nonna è divertentissima ed è fantastico stare con lei. La storia che racconta ai nipoti poi è incredibile. Narra una storia su Halloweentown, una città speciale popolata da mostri e streghe.

C'è un libro intitolato Halloweentown, forse questa città esiste davvero.

Marnie (Kimberly Brown), si sente triste e incompresa quando saluta la nonna prima di dormire, ma stringe tra le braccia quel misterioso libro che ritrae una strega su una scopa volante che sembra somigliarle anzi, sembra proprio lei.

Scendendo le scale, Marnie ascolta la discussione tra madre e nonna e scopre la verità.

La nonna chiede aiuto a sua figlia, c'è un presagio oscuro e la nonna ha bisogno di lei.

Marnie ha capito di essere una strega ma il fratello razionale Dylan (Joey Zimmerman), non vuole crederle.

Ormai la tredicenne sente di avere un potere che è giunto il momento inizi ad esercitare.

Così Marnie scappa, vestita da strega, ossia con l'abito regalatole dalla nonna.

C'è una strana fermata chiamata Bus Stop, è una fermata magica con un bus e tra poco lo scopriranno salendoci sopra.

L'autobus prende il volo e alla guida c'è un autista speciale, un mostro, anzi Frankenstein e altri mostri come lupi mannari e streghe sono a bordo.

I nipoti credono sia una festa ma appena arrivano capiscono di che si tratta.

Benvenuti ad Halloweentown.

I ragazzi scendono  e sono stupiti.

E' la città di Halloween.

Anche Sophie li ha raggiunti. Ora i tre ragazzini vivranno il loro sogno magico.

Incontrano Kalabar (Robin Thomas) che si presenta come un mago nel tempo libero.

Un autista senza occhi, accompagna i bambini nella casa della nonna ma il cancello è chiuso.

Marnie cerca di aprire quel cancello usando i suoi poteri.

La cara Aggie è impegnata nelle sue pozioni magiche mentre riceve una gradita sorpresa, la visita dei nipoti.

I nipoti sono ad Hallowentown per combattere contro i cattivi. Mancano due ore alla mezzanotte e sarà  un tempo prezioso per loro dove accadranno cose inimmaginabili.

Il male è in agguato e i ragazzi vogliono fermarlo.

C'è bisogno di ingredienti freschi per far funzionare la pozione magica che Aggie vuole preparare.

I nipoti aiutano la nonna a cercare tutti gli ingredienti.

Nel mondo reale la mamma si accorge che i figli non ci sono e capisce tutto.

La passeggiata per la città è incredibile per i ragazzi ma Aggie si accorge che qualcosa in quella città è cambiata.

Marnie scopre le scope volanti e ne vuole una a tutti i costi.

Escono dal negozio Marnie e la nonna sulla scopa volante.

Il film diretto da Duwayne Dunham è possibile vederlo su Disney+.


Mia

Mia è una studentessa di appena quindici anni, che vive la sua adolescenza con spensieratezza, tra momenti di studio e di divertimento con le amiche di sempre, coccolata e protetta da genitori sempre presenti come Sergio (Leo) e Valeria (Milena Mancini).

Tutto cambia quando Mia conosce e s'innamora di Marco, ragazzo più grande di lei (ha vent'anni) che la plagia condizionandola  in tutto, dalle frequentazioni, al suo stesso aspetto che da grazioso diventa sciatto. Il suo viso truccato e amato anche dal padre, si trasforma in una maschera anonima anche se a me piace anche acqua e sapone, ma il senso è un altro.

Il dramma si consuma il giorno del compleanno di Marco (Riccardo Mandolini), dove il ventenne convince la sua fidanzatina a perdere la verginità, per poi lasciarla sola e uscire per fatti suoi; Ciò che Mia scoprirà ben presto è che colui che è divenuto il suo mondo, ha messo in rete foto e brevi video del suo corpo nudo, rubate durante l'atto sessuale che non è il frutto di un amore ma è un plagio.

La scoperta che sia finita in rete la sua nudità, l'intimità, sconvolge la ragazza al punto da farle compiere un gesto terribile.
Il padre Sergio guida l'ambulanza, sta tornando a casa e non immagina che la prossima chiamata sia per  soccorrere una ragazza che si è appena gettata dalla finestra, la ragazza è sua figlia Mia.
 Da quel preciso momento, si spezza il cuore di Sergio e a nulla vale la vicinanza della moglie e dell'amico caro, la guarda giurata Piero (Giorgio Montanini).

Sergio e Piero rappresentano la parte giusta e onesta maschile, poi c'è la parte marcia, quella manipolatrice e spietata rappresentata da Marco e suo padre, interpretato da un bravissimo Vinicio Marchioni, che semina odio e ingiustizia, intaccando un cuore e un corpo innocente, quello di Mia, la bella Greta Gasbarri. 
Riccardo Mandolini (figlio di Nadia Rinaldi) è molto convincente nel ruolo che interpreta.

Il film è girato nella Roma odierna, tentacolare e malinconica dove convivono ricchi accanto a individui ai margini della società.

Finalmente su Netflix c'è Mia, il film diretto da Ivano De Matteo, con un cast di comici pazzeschi da Giorgio Montanini a Edoardo Leo, che emozionano fino allo struggimento. 

Suggerisco la visione del film in streaming.


 

Zora la vampira ricordando Toni Bertorelli


E' tempo di lupi mannari, di omaggi ad attori eccezionali ed a registi in erba che hanno fatto strada, è tempo di ricordi con il film Zora la vampira, con un'angelica e giovanissima Micaela Ramazzotti e un Conte Dracula straordinario come ha saputo essere il compianto Toni Bertorelli, l'attore e regista italiano, vincitore del premio UBU alla fine degli anni '90 ne Il Tartufo di Moliere con la regia di Armando Pugliese, prima di lavorare a questo film. Il 15 dicembre 2017 è stato istituito il Premio cinematografico Toni Bertorelli - Controluce.

Il film nato dalla trasposizione cinematografica dell'omonimo fumetto italiano ideato da Renzo Barbieri e ambientato in una Roma diversa da quella odierna, ha in comune con il fumetto il morso del Conte Dracula, che trasforma l'artista di strada e sposa Zora in una vampira; 

In una notte come tante, il Conte è scosso da una puntata del programma italiano Carramba, condotto da Raffaella Carrà, così decide di lasciare il suo castello per dirigersi in Italia.

"Tutto l'alcol che vi ingurgitate per dimenticare lo squallore della vostra vita, che tristezza qui, che mortorio, le strade sono squallide puzzolenti e sporche, non come in Italia, in Italia le piazze sono bellissime pulite..." così afferma Dracula, sognando di succhiare del buon sangue italiano mentre guarda la tv.

Così chiede al suo servo di preparare la sua bara di viaggio per partire per l'Italia.

Nella periferia romana, nei centri sociali e negli spazi underground di inizio anni 2000, a ritmo di hip hop gravitano i personaggi di questo film interessante e sorprendente a distanza di venticinque anni.

Dracula incarica il suo servo (Raffaele Vannoli) di cercargli una dimora alla sua altezza, magari una villa elegante ma il servo informa il Conte che non è facile entrare in Italia per gli extracomunitari senza permesso di soggiorno.

Il principe delle tenebre ancora non sa che l'Italia lo trasformerà in un immigrato come tanti, in un uomo dell'Est, costretto a vivere nelle tenebre sì ma dell'anonimato e a questo Dracula è abituato solo in parte.

"Il mio prossimo pasto deve essere succulento e fresco".

La traversata in mare degli immigrati, conduce Dracula e il suo servo in Italia.

Nel canale di Otranto sbarcano gli immigrati. 

Tra tossici lungo la strada e l'eco della musica di Zombie (Chef Ragoo), con un giovane Tormento nei panni di Cianuro, appare Zora con atteggiamento distaccato verso i ragazzi come lui, che non la ispirano affatto. Ciò che la ispira, è lasciare sui muri la sua presenza, anzi, il suo nome.

E' in arrivo da Bologna il commissario antimostri ma il furgone che trasporta la bara di Dracula, va via a folle velocità verso le bellezze dell'Italia.

Lombardi è un coatto all'ennesima potenza: Carlo Verdone.

Dracula, appena giunto a Roma viene definito extracomunitario e la cosa gli piace ben poco; non è l'unica cosa a non piacergli al suo arrivo di fortuna in Italia, la casa in cui dovrà vivere è una catapecchia ma il servo gli spiega che nel cambio, la sua moneta vale pochissimo rispetto alla Lira italiana e così dovrà accontentarsi di questa sistemazione. C'era ancora la Lira nell'anno in cui fu girato il film.


L'incontro tra Dracula e Zora è elettrizzante ed è amore a prima vista.

Dopo aver ballato i due si fanno notare, soprattutto Dracula per le sue movenze e il mantello nero e rosso nella parte interna del bavero alzato, per quell'aspetto spettrale e le unghie lunghe. Ma il Conte deve fuggire alle luci dell'alba.

Dracula prima di riposare nella sua bara, ammette di essersi innamorato e fa a se stesso una promessa solenne.

Vestito da uomo, il Conte è pronto per le nozze.

C'è più di un vampiro in città, tutti quelli che sono stati morsi al collo da Dracula.

La cerimonia sta per iniziare e i futuri sposi sono pronti per promettersi amore eterno.

Tra i rivoltosi del centro sociale c'è anche James Senese. Entra il prete con tutto il gruppo in rivolta capitanato dal prete. Devono vendicarsi di tutte le vittime di Dracula. Accanto alla sua giovane sposa Dracula ammette le sue colpe e la sua identità ma si lamenta per la sua condizione di immigrato ed è davvero meraviglioso il discorso conclusivo del grande Toni Bertorelli.

"Io volevo soltanto amare quest'anima pura ma se volete uccidetemi pure non si può combattere contro la prepotenza di chi si sente più forte".

Dracula è ucciso dall'indifferenza degli uomini, perché non sarà lui a morire ma la sua giovane sposa Zora che sarà costretto a trasformare in una vampira.

Zora la vampira diretto dai Manetti Bross, coi suoi effetti speciali, la presenza di un attore eccezionale come Bertorelli, la tematica sociale, una bella colonna sonora  e la nostalgia dei bei tempi passati, è un film da vedere e rivedere.

Ne consiglio la visione.


Hallowe'en Party Assassinio a Venezia


 

Il 14 settembre  è uscito in tutte le sale italiane il nuovo film ispirato al genio di Agatha Christie: Assassinio a Venezia è l'inquietante thriller sovrannaturale ispirato al romanzo poliziesco Hallowe'en Party - noto anche con il titolo La strage degli innocenti - e prodotto da 20th Century Studios.
 

Hercule Poirot si ritira a Venezia e viene invitato a partecipare a una seduta spiritica, esperienza verso la quale mostra la sua riluttanza fino a quando uno degli ospiti viene assassinato, fatto verso il quale affila le sue armi d'indagine maniacale e impeccabile e a cui Kenneth Branagh riesce a conferire quell'inconfondibile fascino misterioso e cupo.
Mentre l'indagine sull' Orient Express diventa un labirinto mortale, dove tutti sono sospettati e tutti in un certo senso sono colpevoli, qui c'è un solo colpevole, ma per capire chi sia, Poirot decide di chiudere tutti i presenti nel tetro castello dove vive la signora Rowena Drake (Kelly Reilly), affranta per la tragica scomparsa di sua figlia.
Ebbene, in questo palazzo, Poirot incontra la sua ammiratrice numero uno, la scrittrice Ariadne Oliver (Tina Fey) che non è nella pelle all'idea di vivere un'indagine fianco a fianco con il detective più carismatico di tutti i tempi.
Il detective ha perso ormai la fede in Dio e negli uomini dopo il secondo conflitto mondiale; per questo si ritira a Venezia, allontanando tutti coloro che si avvicinano.
Ariadne, la sua vecchia amica e scrittrice di gialli riesce a convincerlo ad accompagnarla a una festa di Halloween al palazzo dell'ex cantante lirica Rowena Drake.
Nel bel mezzo della festa di bambini, c'è una seduta spiritica guidata da una nota medium Joyce Reynolds tramite la quale Rowena spera di mettersi in contatto con l'amata figlia Alicia, suicidatasi dopo aver rotto il fidanzamento con lo chef Maxime Gerald. Ariadne crede di poter smascherare la medium, attraverso l'aiuto di Poirot per avere uno spunto per il suo prossimo libro.
L'arguto investigatore svela molti trucchi della medium ma al tempo stesso la Reynolds sembra riuscire a parlare con l'anima di Alicia, prima di cadere da un parapetto e morire.
Ed è così che Poirot chiude i cancelli di quel palazzo per iniziare il suo interrogatorio a tutti i presenti, anche all'ex medico di famiglia Leslie Ferrier traumatizzato dalle sue esperienze nella liberazione del campo di Bergen-Bersen e il maturo figlio Leopold che si prende cura di suo padre in modo maturo e consapevole e che confessa a Hercule di aver sentito le voci dei bambini lasciati morire nel palazzo durante la pestilenza e che si narra, infestino l'edificio.
A interpretare il medico di famiglia è il modello e attore Jamie Dornan che ricordiamo nel ruolo di Christian Gray nella trilogia di film Cinquanta sfumature.
L'ambientazione nella laguna di Venezia nel secondo Dopoguerra alla vigilia di Ognissanti anziché nel paesino alle porte di Londra dove il romanzo della Christie è ambientato, rende tutto più affascinante, tutto tranne Riccardo Scamarcio, pessimo nel ruolo di Vitale, la guardia del corpo di Poirot.

In  streaming su Disney+ è stato suggestivo poterlo ammirare proprio nel periodo di Halloween, a due anni dall'uscita del film al cinema. 
Assassinio a Venezia, si può recuperare anche su Raiplay. 
Ne consiglio la visione

Dedalus

Dedalus è un evento social di fine anno, pensato per premiare gli influencer con il maggior seguito.

 L'ascendenza nel mondo virtuale dei content creator o influencer, è a colpi di followers e di like, ma anche di ferite e morte.

E' un impero quello dei creatori di contenuti destinato a far sgretolare il mondo parallelo delle relazioni umane.

Tutto esaltante fin quando saranno i followers attraverso dei voti, un po' come accade ne Il Grande Fratello, a decidere la sorte degli influencer; è un gioco duro e pericoloso quello svolto dai content creators protagonisti di questo film. 

Michele (Luca Zunic) è un ex calciatore in cerca di fortuna, Linda (Matilde Gioli) ha successo su OnlyFans, Filippo (Francesco Russo) è un esperto di videogiochi, Nino (Giulio Beranek) è personal trainer e life coach, Tiziana (Giulia Elettra Goretti) racconta la sua vita da mamma, Antonella (Stella Pecollo) è foodblogger e dedita al mukbang, e il Master Gianmarco Tognazzi, sono riuniti in un castello per svolgere l'evento social.

Nelle loro camere i ragazzi  hanno  negli armadi delle tutte alla Squid Game da indossare,  tute bianche intere e rosse e scarpe da ginnastica colorate di tela della Superga.

Le tute  all'apparenza comode, li uniformano  rendendoli dei soldati  pronti per una missione per salvare la loro classifica  virtuale o forse la loro stessa vita.

Isolati, spiati e senza connessione e cellulari, i giovani fortunati e famosi nel mondo virtuale, devono superare alcune prove e saranno giudicati spietatamente da quei followers che li hanno messi sull'Olimpo.

Le prove a cui sono sottoposti, si svolgono all'interno di una cripta che ha la forma di un labirinto ma tali prove appaiono insormontabili e li stanno gradualmente distruggendo nel fisico e nella mente, mettendoli l'un contro l'altro.

C'è una tortura mediatica straziante che ha reso virale un video dove una ragazza minorenne dopo essere abusata, drogata e ripresa durante una festa di halloween, si toglie la vita per via degli insulti spietati ricevuti sul web.

C'è nel gruppo chi l'ha violentata e chi l'ha giudicata. Tutto ciò ha ucciso la minorenne.

La giovane vittima che si congeda dal padre attraverso un video, è la figlia del Master che ha organizzato Dedalus.

Il mondo reale fagocita gli influencer vittime delle loro stesse azioni.

È una guerra spietata tra il reale e il virtuale, dove l'uomo è in bilico e Dedalus è l'ago della bilancia.

Il thriller diretto da Gianluca Manzetti, è disponibile in streaming su Dysney+ dal 24 ottobre 2025.

Boneyard Il caso oscuro


Sono ufficialmente iniziate a Roma le riprese di The Resurrection of the Christ, il nuovo film di Mel Gibson che prosegue idealmente il racconto de La Passione di Cristo, il film indipendente di maggior successo nella storia del cinema con oltre 600 milioni di dollari di incasso nel mondo e mi colpisce sentire tale riflessione pronunciata da lui nel film "Boneyard" appena visto in streaming: "La Bibbia dice che dovremmo gioire delle nostre sofferenze, le sofferenze producono perseveranza, la perseveranza il carattere e il carattere la speranza. Sto ancora aspettando di trovare gioia nella sofferenza...".
Nel film diretto da Adige Akbar e ispirato a fatti realmente accaduti, ossia agli omicidi di undici donne nel West Mesa scoperti nel 2009, il protagonista è il dolore che trasuda dai fatti di cronaca nera , dai volti e nomi di donne uccise barbaramente e ritrovate in una fossa comune. Suggestiva la scena del cane che scava su un terreno apparentemente come tanti ma è il suo fuito a guidarlo alla scoperta di resti umani.

Mel Gibson è un maturo ed esperto agente federale, consumato dalle dipendenze anche se appare lucido nell'elenco delle tipologie dei serial killer. E' pronto a fronteggiare il crimine ogni volta tranne una, quando non riesce a deviare i proiettili dall'indifeso corpo della figlia che era con lui, a chiacchierare del presente e di un futuro che non potrà più avere.
Aprono il film in programmazione su Prime Video, le riflessioni sulla sofferenza di Mel Gibson che riempie con la sua presenza carismatica i vuoti del film, che forse resta irrisolto come i casi trattati. 

Il coraggio di Blanche




Il coraggio di Blanche (L'Amour et les Forêts) è un film del 2023 diretto da Valérie Donzelli in prima visione su rai3.

È una gabbia il matrimonio quando a renderlo tale è un rapporto di coppia apparentemente perfetto eppure malato. 
Lei, insegnante sognatrice e in cerca dell'uomo ideale, s'imbatte in colui che sarà il suo carnefice.
Greg rende Blanche moglie e madre eppure le toglie la libertà di respirare, controllandola in ogni azione, a partire dalla spesa fino a metterle le mani al collo nel tentativo di soffocarla.
L'infedeltà non libera la bella insegnante dalle catene di suo marito ma a liberarla paradossalmente è un gesto disperato, compiuto come atto conclusivo di un matrimonio giunto al capolinea.
Il film tratto dal romanzo di Eric Reinhard vede come protagonista Virginie Efira nei panni di Blanche e della sorella gemella Rose. 
Melvil Poupaud interpreta Greg, il marito possessivo e ossessionato che si veste da principe azzurro per sedurre e far cadere nella sua ragnatela l'ingenua e appassionata insegnante.
È un film da vedere per imparare a difendersi e ad evitare l'amore tossico.
Visione consigliata su Raiplay.


Fatti vedere

 Non più un uomo travestito da donna come l'indimenticabile Robin Williams nella commedia del 1993 diretta da Chris Columbus "Mrs Doubtfire, mammo per sempre" ma una donna, Matilde Gioli, nei panni di Sandra, la giovane psicologa, travestita da anziana psicoterapeuta, è la protagonista di "Fatti vedere" il nuovo film diretto da Tiziano Russo; Sandra è semplicemente alla ricerca dell'amor perduto e il travestimento è l'artificio usato nel tentativo di riconquistare Stefano (Francesco Centorame) l'ex che l'ha inspiegabilmente lasciata quando tutto sembrava andare a gonfie vele per la coppia consolidata da anni.

Al travestimento perfetto penserà Marco (Pierpaolo Spollon), il trentenne incontrato per caso da Sandra per la strada. Marco è una specie di Diabolik, amante delle maschere e dei travestimenti ed abile a cambiare i connotati dei suoi clienti. 

Gli riuscirà perfettamente anche con Sandra, trasformata in un'anziana Psicoterapeuta che lavorando online tranquillamente da casa, riuscirà a non farsi scappare le confessioni del suo ex, che decide di affidarsi a lei per dare una risposta a tutti i suoi quesiti esistenziali.

Poi c'è l'amica del cuore Benedetta, di cui veste i panni la brava e bella Asia Argento, che ho ammirato a teatro trovandola eccezionale e che in questa commedia, è davvero impeccabile.

Ci sono scene davvero divertenti e incredibili come quella in cui Sandra, indossa un abito da Mercoledì Addams e per questo viene derisa dall'amica del cuore Benedetta. 

Il film in streaming su Disney+, diverte, commuove e fa riflettere sui meccanismi dell'amore e sul ruolo della psicoterapia, come rimedio e soluzione.

La visione è consigliata!



Romeo è Giulietta

Meno romantica di Shakespeare in love, questa commedia in programmazione su Netflix è deliziosa per l'omaggio al teatro Elisabettiano, dove alla donna non era concesso di recitare e gli uomini potevano interpretare anche ruoli femminili. 
Nel film diretto da Giovanni Veronesi, c' è un integerrimo regista teatrale come Federico Landi Porrini (Sergio Castellitto) impegnato nei casting per una versione originale del dramma shakespeariano Romeo e Giulietta che dovrà mettere in scena al Festival dei due mondi di Spoleto. 
Ma gli attori provinati non convincono affatto il regista, anzi, lo deludono totalmente. 
Rocco (Domenico Diele) si presenta per vestire i panni di Romeo, ma  inadatto. Poi è il turno di Vittoria (Pilar Fogliati), la sua fidanzata, in quelli di Giulietta, ma Porrini rifiuta pure lei.
Vittoria è offesa ma non sconfitta, così escogita un modo per gabbare l'antipatico Porrini: si ripresenta camuffata da uomo per tentare di essere scelta nei panni di Romeo. E devo dire che Pilar è davvero eccezionale e credibilissima,
La truccatrice, Geppi Cucciari, saprà fare miracoli attraverso il suo impeccabile trucco e che la commedia degli equivoci abbia inizio.
Inedito un Castellitto gay, al fianco dell'altrettanto bravo Maurizio Lombardi, suo compagno e spalla su cui piangere.
Ben inserita nella commedia corale, anche Margherita Buy nei panni della nonna attrice che ha ormai solo consigli da dare a sua nipote Vittoria dei quali dovrà fare tesoro.
Ne consiglio la visione!

Jeanne du Barry la favorita del re




 Un narratore anticipa e spiega allo spettatore, come fosse una pièce teatrale ambientata in Francia nel '700,  la  vicenda di una  dama che fu la favorita del re Luigi XV:  Jeanne du Barry.

Di lei è stata sempre data un'immagine  volgare  e sgradevole, stavolta no, la regista Maïween, è protagonista del meraviglioso  film storico e biografico sulla donna venuta dal volgo e nonostante le umili origini e la sconveniente etichetta di cortigiana, seppe farsi amare dal re  e in qualche maniera influenzò  le dame di corte che la  disprezzarono  per anni , definendola  'la  creatura'.


L'amore per la lettura nutrito fin dalla giovane età, ha reso la fanciulla,  artefice del proprio destino e dama nella reggia di Versailles, nella parentesi antecedente la rivoluzione francese. 

Jeanne conquistò immediatamente il cuore del re che non si sottrasse al fuoco che gli ardeva dentro e per questo continuò ad accogliere nel suo letto giovani amanti  ma fu Jeanne il suo ultimo e devoto amore.

Johnny Depp è Luigi XV e lo rappresenta magnificamente  in tutte le fasi della storia narrata, sia nei momenti idilliaci che in quelli tragici e conclusivi della sua esistenza.Di particolare bellezza è stata l'attenzione per i rituali di corte , dal risveglio del re al mattino  fino ai saluti dove non si doveva mai dare le spalle al re ma congedarsi con un inchino e uscire di scena con passettini. Dopo essere stato   l'amato re di Francia, accanto alla sua Jeanne, con cui amava passare le ore più liete, Luigi XV morirà a 64 anni a causa di complicazioni come la setticemia legate al vaiolo.

 Jeanne sarà accanto al suo Re fino agli ultimi istanti e carezzerà e bacerà il re morente affetto da una malattia  molto contagiosa come il vaiolo  che è stato  riprodotto in modo verosimile  sul volto, il collo e sulle mani di Depp.

È tempo di lasciare Versailles per la dama affranta che dopo la regina Maria Antonietta,  decapitata a Place de la Concorde proprio il 16 ottobre  del 1793 in piena Rivoluzione francese, terminerà la sua esistenza sulla ghigliottina all'età di 50 anni. 

 Il meraviglioso film  è da ammirare su Prime video. 

La neve nel cuore



 Oggi rivedere questo film su Disney+ è stato doloroso e necessario per capire quanto quest’attrice mancherà il prossimo Natale.

A questa ricorrenza, ha dedicato due dei suoi film: La neve nel cuore (2005) e Natale all’improvviso (2015). Diane Keaton  e la sua famiglia per Natale, è un quadretto delizioso e  pieno d’imprevisti  come accade in tutte le famiglie. 

Le tematiche trattate  ne La neve nel cuore,  sono molte  dall’omosessualità   di un figlio all ‘uso della lingua dei segni, per poter comunicare serenamente e consentire a chi è in difficoltà, di essere integrato, alla malattia e  al valore del tempo trascorso con le persone  care.  

Il cast è stupendo  da Sarah Jessica Parker a Luke Wilson, Craig T. Nelson e Dermot Mulroney, l’amico e ex di Julia Roberts nel film cult  Il matrimonio del mio migliore amico (1997), però vorrei soffermarmi su Diane Keaton e sulla sua  splendida interpretazione del dolore.

L’amore per i figli, con i quali trascorre il suo ultimo Natale su questa terra, è tratteggiato con i colori intensi e  intermittenti  del presente vissuto con la gioia dell’essere tutti insieme e la paura di non esserci più.

Nel tempo sospeso del Natale, una festa molto sentita in America, Sybil tenta di dare tutto il suo amore ai figli presenti, dando loro i consigli per affrontare al meglio l’esistenza. 

Thomas Bezucha ha diretto magnificamente tutto il cast di quest’autentica cartolina natalizia che ci ha emozionato e che un giorno ci avrebbe fatto piangere come accade ai figli di Sybil che la ammirano in una foto con il pancione e che noi il prossimo Natale andremo  a cercare in un altro dei film dove è stata straordinaria.

Ciao Diane 🙏e  grazie per la magia che hai saputo donarci! 

Io sono tu




Sandy Bigelow Patterson (Jason Bateman) è un uomo qualunque
, padre di famiglia e impiegato modello in Colorado. La sua vita scorre serena finché scopre che qualcuno in Florida ha rubato la sua identità e sta svuotando i suoi conti bancari, lasciandolo sull’orlo del tracollo. Determinato a riabilitare il proprio nome, Sandy parte alla ricerca della truffatrice (Melissa McCarthy), una donna tanto spregiudicata quanto irresistibilmente caotica. Il viaggio che ne segue trasforma l’inseguimento in una rocambolesca odissea americana, tra equivoci, inseguimenti e momenti di sorprendente umanità.

Il film del 2013 è su Netflix  da ottobre 2025 e ciò mi ha consentito di adorare  Melissa  McCarthy  anche qui, riuscendo a togliermi il respiro  dopo Copia originale. 

Il punto è che la McCarthy sa  regalare il sogno di una vita  dove tutto sia possibile in ognuno dei  personaggi interpretati, facendo di tutto per restare a galla in  ogni  situazione possibile e immaginabile. In questo film l’assenza totale di identità, le consente di appropriarsi senza scrupoli, di quella degli altri. È la vita la sua unica insegnante. Poi arriva uno degli uomini a cui ha rubato l’identità ed è lui a scoprirla in tutti i sensi. Jason Bateman è scatenato e umanissimo, in questo film  dove nel tentativo di salvare il suo lavoro e la sua vita, salva un’anima persa, concedendole la sua amicizia e la famiglia che non ha mai avuto, la sua. Un gran bel film.

Consigliato! 













A teatro con Massimo Cimaglia - l'intervista




             A teatro con Massimo Cimaglia

Diplomato a Bologna presso l’Accademia Antoniana d’Arte Drammatica, Massimo Cimaglia lavora come attore diretto dai più importanti registi italiani. 
L’incontro con la scherma avviene durante la preparazione di uno spettacolo. 
Da quel momento, inizia a praticare la schema sportiva, sciabola, partecipando ai campionati italiani master e a un europeo. 
Dal 2013 è docente di scherma scenica presso l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa. 
Tra i numerosi lavori teatrali ha partecipato anche alle seguenti produzioni: Riccardo III (2014) con Massimo Ranieri, regia di Massimo Ranieri, Agamennone (2014), regia di Luca De Fusco con Elisabetta Pozzi, Massimo Venturiello, Mariano Rigillo. Edipo Re (2013), regia Daniele Salvo, con Daniele Pecci, Ugo Pagliai, Laura Marinoni – INDA La verità (2011), regia Maurizio Nichetti, con Massimo Dapporto I Promessi Sposi (2010), regia Michele Guardì La Rappresentazione della Passione (1998) con Piera degli Esposti Regia A. Calenda Otello (1999) con E. Pagni, M. Venturiello, Regia P. Gazzara Il figlio di Pulcinella (1999) con G. Gleijeses, R. Bianchi, L. Lo Cascio, Regia R. Guicciardini La Rappresentazione della Passione (1998) con Piera degli Esposti Regia A. Calenda.
 Ha interpretato, inoltre, numerose fiction e film per la televisione e per il cinema.
Nella serie Paramount Circeo per la regia di Andrea Molaioli è Budini, l’avvocato di Gianni Guido.
È maestro di scherma scenica e interpretativa.

 L'intervista



Il Taras Teatro Festival, l'ambizioso e innovativo progetto teatrale  di cui sei direttore artistico, è alla sua terza edizione ed è intitolato L'ombra della guerra, tema attualissimo e in linea con il periodo che stiamo vivendo e con la situazione europea ed extraeuropea. Puoi illustrarci il programma e la finalità del Festival che si svolge all'Auditorium Tatà  Teatro Fusco di Taranto?

Il Taras Teatro Festival scena antica e visioni contemporanee, è giunto alla sua terza edizione.
 Da quest’anno ha ottenuto il riconoscimento dal ministero della cultura come Festival di rilevanza nazionale; questo per la città di Taranto è un risultato straordinario essendo la prima volta che in città ci sia un Festival così importante con spettacoli che stanno andando in scena dal 19 settembre e fino al 19 ottobre; nello specifico sono ben 11 per 13 repliche, con quattro prime nazionali ed eventi collaterali tra cui uno molto importante realizzato all’interno del museo archeologico di Taranto. 
Ogni anno viene caratterizzato da un tema e quest’anno purtroppo non poteva che essere l’ombra della guerra. 
Gli avvenimenti catastrofici che ci circondano, ci hanno suggerito il titolo l’ombra della guerra, con la speranza che con una giusta luce di pace e di giustizia, l’ombra possa essere cancellata e con essa la guerra.
 Si stanno alternando compagnie molto diverse tra loro con spettacoli molto originali ed interessanti. Siamo partiti con il maestro Antonio Calenda che ha parlato dell’Orestea, poi abbiamo avuto Moni Ovadia uno spettacolo sulle Metamorfosi di Ovidio con la regia di Daniele Salvo,


 Paolo Rossi in uno Stand up classic, la compagnia Lombardi Iezzi che ha presentato in prima Nazionale Oreste con la regia di Dario Battaglia. 
Abbiamo avuto il maestro Carlo Boso che ha allestito in Prima nazionale proprio per il Festival, La pace di Aristofane tramite un bando nazionale ed internazionale dove abbiamo scelto otto attori che hanno realizzato facendo prove proprio a Taranto questo spettacolo, questo fine settimana abbiamo una prima nazionale con Troiane con regia di Valeria Cimaglia e domenica avremo un Pluto della compagnia della Creta. Prossimi spettacoli ospitati saranno per citarne alcuni Agamennone di Ritzos con Andrea Tidona io stesso in un debutto in Prima nazionale in Dormono sulla collina di Barbara Gizzi e chiuderà il festival Marco Baliani con Quando gli dei erano tanti il 19 ottobre. 


Troiane di Euripide il 3 e 4 ottobre e Pluto o il dono della fine del mondo, lo spettacolo in prima nazionale il 5 ottobre prossimo, testo e regia di Valeria Cimaglia.


Raccontaci la genesi di questi due spettacoli e particolari interessanti sul testo e sulla messa in scena.  Valeria Cimaglia recita nel primo e cura il testo e la regia del secondo.


L’allestimento di Troiane è originale con adattamento e regia di Valeria Cimaglia che ha effettuato un lavoro molto coraggioso nell’allestimento di questo testo meraviglioso; è una compagnia di attori under 35 che ha alle spalle già diverse produzioni, questo gruppo si sta specializzando nell’allestimento con ottica nuova e una visione più moderna dei temi classici delle tragedie che i greci ci hanno tramandato. Per noi è davvero un piacere e un dovere ospitare compagnie e coraggiose che propongono un teatro diverso, un teatro di qualità con proposte originali e innovative così come lo è lo spettacolo che ci sarà domenica 5 ottobre. Ricordiamo che Troiane ci sarà il 3 e il 4 ottobre alle ore 21:00 all’Auditorium Tatà.

 Pluto è sempre di una compagnia under 35 riconosciuta in quanto tale dal ministero proprio quest’anno è un gruppo di giovani attori bravissimi e anch’essi sprezzanti delle regole e molto all’avanguardia proporranno un Pluto diciamo completamente rivisitato in una proposta davvero provocatoria ed innovativa. Il pubblico finora ha dimostrato di gradire la diversità delle proposte Ringraziandoci dell’offerta inusuale per una città come Taranto. Noi ci proponiamo di essere un festival con un’anima con un pensiero con un’apertura decisa e convinta verso i giovani e il pubblico ci dà segnali evidenti di gradire queste nostre scelte.

Il teatro è più che mai come ci suggerisce l'etimo, il posto da cui è possibile osservare. E' necessaria una riflessione su questo. Da uomo di teatro, cosa ne pensi e come ti orienti rispetto al predominio della tecnologia?

La tecnologia è sempre stata vista come uno spauracchio ed è forse giusto che lo sia ma io credo che la forza del Teatro saprà essere tale da resistere come lo fa da millenni da tutti gli attacchi e le pressioni, da tutte le influenze negative che circondano le varie società, susseguitesi negli anni.
Certo è che l’intelligenza artificiale per il movimento globale attoriale soprattutto legato al doppiaggio, al cinema, ai cartoni animati, può essere davvero un brutto colpo a livello di impiego lavorativo.
Il teatro spero possa rimanere immune da questo rischio e anzi come tante volte capita dalle tecnologie, avere un vantaggio ma affinché sia sempre l’uomo al centro del messaggio e della voglia di stare insieme. 


Ti amo, imbecille


 Il tempo è quella cosa che non si sa quanto dura, afferma il protagonista di questa spassosa commedia sui pro e i contro dei rapporti di coppia, molto alleniana per le pause e i dialoghi con lo spettatore che è l’alter ego sia di Woody Allen che di Marcos (Quim Guttierez).

Marcos è appena stato lasciato dalla fidanzata Ana  (Alba  Ribas) dopo 8 anni e nella sera in cui le chiede di sposarla, così torna a vivere dai genitori a 35 anni.

 Dopo aver ascoltato gli sterili consigli di un amico, cerca altrove aiuto: online in un canale di autoaiuto, dove trova un guru pronto a guidarlo nella conquista dell’autostima.

“Perché quando hai bisogno di aiuto a chi chiedi: alla famiglia? Agli amici? No, vai su Google e noi stiamo qui…”.

Inizia una guida pratica online e Marcos cerca di eseguire i compiti indicati dal guru. 

Gli incontri si susseguono e le istruzioni del guru sembrano guidare il ragazzo alla conquista del mondo e di sé stesso.

Però c’è lei, Raquel (Natalia Tena) l’amica di vecchia data, bellissima e innamorata di lui dai tempi del liceo, che lo accompagna e che condivide tutto, anche la delusione per Ana con la quale si rivede ma scopre che sta per sposare un altro  ragazzo .

Dopo essersi messo in forma, ottenuto il lavoro dei suoi sogni come giornalista sportivo, vuole conquistare il cuore Raquel.

Finora gli è  mancato  coraggio o la maturità  ma non  è  il tipo da incontri sulle app e  decide di prendere in mano la sua vita e di dichiararsi.

Il film  diretto la Laura Manà, è appassionante  e grazie a Netflix  l’ho recuperato stasera e ne consiglio  la visione. 

French Lover


Lui è Abel Camara, un divo del cinema candidato al premio Cesar,  lei una sconosciuta ma appassionata ragazza che deve lasciare la casa condivisa con il marito che l’ha tradita con la sua migliore amica, strano infatti che sia lei a dover lasciare casa, in Italia accadrebbe l’esatto  contrario.

Nella pellicola girata da Nina Rivess, ambientata a Parigi, con Omar Sy nei panni della star del cinema carismatico e irresistibile e  Sara Giraudeau  in quelli di Marion, c’è un divo che sogna in grande e una ragazza che desidera realizzare il suo piccolo ma indispensabile sogno: passare  da cameriera a cuoca.

Anche se gli accostamenti al film cult NOTTING Hill con Hugh Grant e Julia Roberts, sono possibili, in realtà non ci sono somiglianze tra i due film.

La sorella di Marion, Estelle (Agnes Hurstel), sarà l’avvocato e spalla su cui piangere per Marion dall’inizio alla fine del film. 

Marion è affranta dalla fine del suo matrimonio ma non sconfitta perché la sua vita non dipende dall’altro ma è centrata su se stessa, incontrasse persino un divo del cinema come Abel, per caso, il quale s’innamora di lei mentre lei non lo rincorre ma si lascia amare, come dovrebbe fare ogni donna.

Grazie a questo messaggio significativo e all’eccezionale Omar Sy, alla bella regia e alla  città del mio cuore ossia Parigi, il film in programmazione su Netflix, mi è piaciuto molto.

Visione consigliata!




L’amore, in teoria

Quando si apre un libro di cui abbiamo scelto accuratamente autore e titolo, ci s’immerge in un viaggio emozionale, psicologico, culturale profondo. 

Il titolo di questo film è un viaggio verso l’amore, in teoria ed è la dimostrazione di ciò che accade a chi ama, rivalutando il senso delle cose e dando il giusto peso alle persone, valutate non più con il metro limitativo del giudizio imposto dalla società, ma da quello dettato dal proprio cuore.
E così Meda, il clochard incontrato per puro caso, diventa un maestro di vita e quanta bravura ho apprezzato nell'interpretazione intensa di Francesco Salvi. C'è un altro Francesco nel film, l'adorato Colella, il padre di Leone, il protagonista di questa delicata e romantica storia sul senso della vita e della parola amore, troppo spesso pronunciata tanto per dire, e invece carica di significati profondissimi quali rispetto, dedizione, fiducia, attesa, riconoscenza.

In una società condizionata dai social e dall'intelligenza artificiale, torna ad essere il vero protagonista della vicenda, l'uomo anzi, un ragazzo di ventitré anni, ancora vergine e studente universitario, impegnato nella facoltà di Filosofia; Leone è innamorato dell'amica Carola che non lo ricambia, un classico e per difendere il fidanzato di lei, si becca una punizione immeritata. Ma i servizi sociali, anziché mortificarlo, gli fanno scoprire il vero amore, quello per Flor.
Tanto amore c'era già nella sua vita, quello del padre che non potrà mai sostituire l'amatissima madre scomparsa, ma ce la mette tutta tutti i giorni per colmare quel vuoto e riempirlo con il suo profondo e incondizionato affetto e in questo, diciamolo, Colella è unico nell'amare tutti i ruoli che interpreta e nel farceli amare alla follia.

Leone ama Carola, senza speranza.

Leone è il bravissimo Nicolas Maupas e Carola è Caterina De Angelis, apprezzata ultimamente nel film "Volare" nel quale recita accanto alla mamma Margherita Buy e chiaramente il confronto è inevitabile.

Nel cast ci sono anche i bravissimi Valerio Santoro nella parte di Riccardo, il padre di Carola, poi Flor, la ragazza di cui Leone s'innamora perdutamente e stiamo parlando di Martina Gatti. 
Poi ci sono gli amici, gli altri 'amori' di Leone, quelli con cui si confida al bar la sera e che sono sensibili alle sue avventure e disavventure, vorrei citare tra tutti Gianluca Di Gennaro nei panni dell'amico Rocco.

Il film diretto da Luca Lucini, con Gennaro Nunziante tra gli sceneggiatori, è in programmazione su Netflix ed è super consigliato.

Cinderella man compie 20 anni


 Usciva il 9 settembre di vent’anni fa, questo splendido film diretto da Ron Howard, sulla vita e il coraggio di un pugile e un uomo d’immensa forza interiore come fu James Braddock, soprannominato Cinderella man. Erano i tempi della Depressione americana e all’epoca  se riuscivi a sopravvivere e a mantenere la tua famiglia, eri ritenuto un eroe. James fece molto di più, divenne il campione del mondo dei pesi massimi, dopo una carriera pugilistica altalenante fatta di vittorie esaltanti e di sconfitte che lo avevano allontanato dalla boxe per cercare lavoro quotidianamente come manovale al porto.
 La sua esistenza nel New Jersey era riempita dall’amore per i tre adorati figli e per quello della moglie Mae (Renee Zellweger).


Tuttavia i morsi della fame e il gelo degli inverni negli anni ‘30 trascorsi al riparo ma in una casa con la luce staccata, hanno forgiato il carattere di un uomo che non si è lasciato sopraffare dal destino e che ha trovato nel tenace e fidato amico e manager Joe Gould, interpretato dal magnetico Paul Giamatti, un solido alleato che lo ha tenuto in piedi sul ring, a lottare per il titolo e per non soccombere al destro micidiale di Max Baer. 
Deposte le armi da Gladiatore, Russell Crowe a distanza di cinque anni, convince in questa pellicola dove si viene letteralmente trascinati sul ring a prendere pugni, a sputare sangue e perdere denti ma a resistere con tutte le proprie forze. 
Buon ventesimo compleanno a un film intenso come questo di cui consiglio la visione in streaming su Disney+. 


Nomadland


Il 31 gennaio 2011 in seguito al calo della domanda di cartongesso, la US Gypsum chiuse la sua fabbrica di Empire, Nevada, dopo 88 anni. Nel mese di luglio veniva dismesso il codice postale 89405 di Empire.

Frances McDormand è Fern e racconta la vita da nomade; come tetto ha un cielo di stelle e consuma il suo pasto caldo al freddo e al gelo, all'interno del suo camper che chiama Avanguardia e che è ormai la sua casa.

Fern per mantenersi lavora saltuariamente da Amazon ed è forse il primo film dove si può vedere da vicino il lavoro all'interno dell'azienda multinazionale di commercio elettronico statunitense fondata da Jeff Bezos.

Ha lavorato alle risorse umane all'Empire e sta cercando un'occupazione.

 A Fern viene proposta la pensione anticipata ma non le basterebbe a vivere, per cui preferisce lavorare.

Il freddo è pungente nel camper senza corrente di cui Fern deve fare a meno, perché impossibilitata a pagare.

Quella che appare come una vita solitaria, si trasforma in un'esperienza comunitaria, una condizione sociale di molti americani che come lei, hanno dovuto rinunciare alla casa per vivere per scelta, da nomadi, rifiutando di sottomettersi a regole sociali inaccettabili.

Davanti a una fiamma che arde, alcuni nomadi raccontano la loro vita passata e quella presente, dopo aver condiviso un pasto all'aperto.

Ognuno ha una sua storia da condividere, un suo mondo interiore più o meno drammatico e triste e pieno di sogni da realizzare prima che sia finita.

Aderire alla filosofia della comunità di cui Fern fa parte, è confortante, è il modo giusto, è il luogo dove troverà la risposta, in mezzo alla natura, tra albe e tramonti, notti gelide e mattini pieni di brina.

Fern apprenderà i dieci comandamenti del parcheggio invisibile e tanto altro.

In questo stile di vita in libertà c'è tanto da imparare, anche e soprattutto a gestire la propria cacca, usando secchi adatti alle proprie esigenze.

La comunità dialoga e si confronta su tutto.

Ed è così che nascono amicizie e amori possibili e irrealizzabili.

Però la vita da nomade porta lontano da Fern, le amiche Swankie (Charlene Swankie) e Linda (Linda May) con cui ha lavorato e anche Dave (David Strathairn), un amico davvero speciale con cui ha condiviso oltre al lavoro, un affetto sincero.

Dave non potrà mai prendere il posto del marito che non c'è più e che ancora ama, però sicuramente gli piace ma deve tornare a casa da suo figlio e dal nipote che sta per nascere.

Crede di non essere stato un buon padre ma dietro il suggerimento di Fren, prova ad essere un buon nonno.

Lavoro dopo lavoro, Fren si sente sola e decide di andare a trovare Dave prima o poi.

Fern ha una sorella molto bella e dolce e così la raggiunge per stare un po' con lei.

Ha bisogno di soldi e li chiede in prestito a sua sorella. 

Ma la vita solitaria la porta via di nuovo, là dove troverà anime nuove, storie indimenticabili e km di strada da percorrere dentro il suo van.

La prossima destinazione è verso Dave, nella sua bella casa.

C' è una famiglia solare che la accoglie e una stanza luminosa.

Dave le propone di fermarsi; è un uomo dolce e affascinante e Fren ne è attratta.

Le fotografie del film sono meravigliose dal South Dakota, alle Badlands, fino al Wall Drug,  in contesti naturali americani. 

I paesaggi mozzafiato, rispecchiano il mondo interiore della protagonista che s'immerge nelle acque limpide di un fiume per fare il bagno in mezzo al nulla, fermarsi e poi ripartire verso nuove scoperte, mari in tempesta e una parte di mondo ancora da scoprire.

Ho trovato questo film diretto da Chloé Zhao su streaming e grazie a Disney+ ho potuto perdermi nella sua bellezza.

"Ci vediamo lungo la strada" la frase pronunciata da Bob (Bob Wells) è quella che racchiude il senso di quello che nel 2021 ricevette l'Oscar al miglior film, alla migliore regia e alla migliore attrice (Frances McDormand).

Ne consiglio la visione.



PennadorodiTania CroceDesign byIole